LA CITTA' CHE VUOLE VIVERE

LA CITTA' CHE VUOLE VIVERE LA CITTA' CHE VUOLE VIVERE DIGHE mobili contro le alte maree nella Laguna: per il famoso «Mose» è arrivata, da parte del ministero dell'Ambiente, la condanna. Per chi segue da trent'anni - come chi scrive - il problema di Venezia la sensazione di essere giunti un po' tutti all'ultimo capitolo del nostro moderno romanzo d'una città. Tutti sanno ormai cos'è il Mose: una infilata di potenti lingue metalliche mobili, alte trenta metri, messe in opera in ognuna delle tre «bocche» o canali di comunicazione tra l'Adriatico e la Laguna. Nei mesi scorsi è stato chiesto dal magistrato alle Acque il parere di Cinque Saggi di diversi Paesi, che nella sostanza risulta favorevole ai progetti del Consorzio Venezia nuova - ministero dei Lavori pubblici -, pure con alcuni suggerimenti non secondari. Personalmente resto, come molti altri, vicino a quel parere; anche se il Mose certo non basta.' va integrato con sopraelevazioni in città delle zone a livello più basso; col dismquinamento in Laguna; con rinunce ad approfondimenti di canab navigabili, estromissione del traffico petrolifero, e in genere col ripristino dell'equilibrio idrogeologico sconvolto negli ultimi decenni da eccessivi interventi umani; cioè con tutte le richieste ambientalistiche. Il problema di Venezia va inserito nel quadro idrogeologico mondiale: i mari crescono sempre più di livello, specie i mari chiusi come l'Adriatico, mentre le coste sono «in subsidenza»: Venezia, costruita praticamente a filo d'acqua, è in pericolo gravissimo. La situazione esige uno sforzo formidabile di sinergia: unione di intenti, di opere, di mezzi. Un segno negativo sulle dighe di difesa dall'acqua alta è un ulteriore segno di abbandono della città al destino di una inarrestabile decadenza. Ricordiamo tutti che cos'era Venezia qualche decennio fa: era una città piena di vita, con forti attività artistiche e centinaia di piccole industrie a pieno regime, con una popolazione tripla di quella di oggi. Molto è stato fatto in questi ultimissimi anni; ma forse, per quanto pensati e realizzati bene, non bastano i provvedimenti ordinari - come non bastano per la ricostruzione della Fenice. E' di oggi la notizia che anche la sede della Rai se ne va dalle isole come sono emigrate banche, negozi per la gente, sedi di giornali, attività di ogni genere. Ma se la residenza verrà migliorata e incrementata, non tutto è perduto per la nostra città più bella e più difficile: gran parte di quanto si può fare sta all'iniziativa pubblica. Molte città italiane e europee sono diventate in pochi anni invivibili: Venezia è ancora vivibile, ancora a misura d'uomo se almeno ci si potrà camminare senza bagnarsi i piedi, se il mare, alla prima alta marea, non entra in casa dalle finestre. Paolo Barbaro

Persone citate: Laguna, Paolo Barbaro

Luoghi citati: Venezia