Bulbo; pari opportunità anche ai gay

Bulbo; pari opportunità anche ai gay Un rappresentante degli omosessuali nella consulta del ministero per le Riforme Bulbo; pari opportunità anche ai gay «E difensori civici delle donne» LA STRATEGIA DEL MINISTRO PROMA ARI opportunità. Una frase che riecheggia un passato femminista, ma che alle soglie del Duemila coinvolge anche i gay. Un rappresentante del mondo omosessuale entrerà a far parte della commissione per le riforme istituzionali creata dalla neoministro Laura Balbo. E al dipartimento ci sarà presto anche un ufficio che si occuperà proprio di pari opportunità per lesbiche e gay. Nella mappa della disparità, intanto, i numeri continuano a mostrarci una situazione doppiamente faticosa per le donne che tra casa e ufficio lavorano quasi il 30 per cento in più degli uomini. Si continuano a cercare soluzioni. C'è da insistere con gli aiuti all'imprenditoria femminile visto il successo della legge 215 con cui sono stati finanziati molti progetti in «rosa». E il ministro Balbo si prepara a inaugurare mercoledì prossimo il sito internet dell'Osservatorio sull'imprenditoria femminile che darà tutte le informazioni alle donne che vogliono mettersi in proprio. Allora ministro Balbo le donne italiane hanno l'anima delle imprenditrici? «Fino a poco tempo fa si pensava che le donne fossero votate quasi esclusivamente al lavoro dipendente. Le donne di oggi, invece, sono sempre più consapevoli che bisogna crearsi un lavoro. E hanno capito che lavorare in proprio permette una flessibilità di orari che il posto fisso quasi mai permette». Parlando di orari non si può non toccare l'argomento part time. Le donne che lavorano oggi devono affrontare dei veri tour de force tra casa e ufficio. Orari meno rigidi faciliterebbero la loro vita. «Per anni il sindacato ha contrastato il part time facendo un ragionamento di tutela. In pratica si pensava che riconoscere l'esigenza di un orario ridotto significava riconoscere una "debolezza" delle donne, una loro incapacità di inserirsi nel mondo del lavoro. Adesso anche il sindacato è cambiato e si sta andando nella direzione della flessibilità di orario». Significa che verrà fatta una legge ad hoc? «Lo strumento della legge è troppo rigido per la varietà di forme che questo discorso può assumere rispetto ai molti tipi di impresa. Adesso comunque siamo in una fase in cui anche il mondo del lavoro guarda con attenzione a queste soluzioni sull'esperienza di altri Paesi. C'è però da dire che proprio recependo indirizzi europei anche l'Italia sta andando verso un futuro che elimina molte delle tutele concesse dalla legislazione italiana alle donne. Ultimo esempio la norma che cancella i vincoli per il lavoro notturno». Per ottenere pari opportunità le donne dovranno essere meno tutelate? «Non è proprio cosi. Ma è certo che una legislazione molto di tutela è vincolante e rende le donne meno appetibili per le imprese». In Germania però stanno studiando una legge che impone alle imprese più grandi di assumere una certa quota di donne. «La politica delle quote mi ha sempre trovato favorevole, ma in Italia soprattutto in questo momento non troverebbe il consenso necessario. Negli Stati Uniti, per esempio, ha funzionato, ma anche loro stanno tornando indietro. Il principio è quello della "discriminazione positiva", ossia si mettono in moto dei meccanismi riparatori fino a che non si colma lo squilibrio. Lo si è fatto per il problema razziale, e poi per le donne. Ma per riuscire bisogna creare anche un sistema sanzionatorio molto ar¬ ticolato. Da noi non riesco a immaginare una soluzione di questo tipo». E allora coma fanno le donne a recuperare il gap di carriera e di retribuzione con i loro colleghi maschi? «Stiamo studiando altri strumenti adatti a questa fase in cui la centralità e la sicurezza del lavoro non esistono più. Né per gli uomini, né per le donne. Per contrastare gi abusi c'è comunque allo studio un'ipotesi della commissione pari opportunità presso la presidenza del Consiglio che è quella di creare la figura dell ombudswoman, una sorta di difensore civico per le donne. Il problema del lavoro è comunque una delle priorità di questo ministero». E le altre priorità? «C'è una commissione che sta studiando soluzioni per riequi¬ librare la rappresentanza nell'ambito delle riforme istituzionali. Sicuramente bisognerà cercare strade alternative alle quote visto che sono state giudicate anticostituzionali. Un grande apporto lo possono dare i partiti che devono iniziare a risconoscere di più la presenza delle donne». Maria Corbi ti Attenti alle leggi che tutelano troppo: sono vincolanti e rendono le donne meno appetibili sul mercato H Bene gli aiuti ; all'imprenditoria femminile. Lavorare in proprio permette una flessibilità di orari maggiore ijb| Laura Balbo, ministro per le Pari opportunità

Persone citate: Balbo, Del Ministro, Laura Balbo, Maria Corbi

Luoghi citati: Germania, Italia, Stati Uniti