E il sindacato: «Capitolo chiuso»

E il sindacato: «Capitolo chiuso» E il sindacato: «Capitolo chiuso» ne iali » 9 onfaaco alca rla c%? aliun edi cte rlo ooo pire, prego. n serve tanto una re lavoro a cento anno, quanto un in strutture per il turete telematica per elettronico, in una e economica dei n strutture, insomvolte costruite pro lavoro e sviluppo. ha indicato il miniROMA. Solo il «merito», non le «date mitiche» possono decidere i tempi del negoziato avviato per un nuovo patto sociale su sviluppo e occupazione. Al termine di due lunghi incontri a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio D'Alema e i ministri del tesoro Ciampi, del lavoro Bassolino e dell'industria Bersani, i sindacati hanno frenato sulla previsione di concludere l'accordo prima di Natale e, pur soddisfatti del metodo, mettono alcuni paletti e sollevano problemi. D'Alema ha sottolineato più volte l'impegno del governo a ridurre progressivamente il costo del lavoro nel giro di qualche anno (almeno trej per liberare risorse da impegnare nella lotta contro la disoccupazione, ha ribadito l'esigenza di rafforzare la concertazione, ha assicurato la volontà di rivitalizzare gli investimenti con priorità nelle grandi infrastrutture, ha rilanciato la formazione e l'opportunità di meglio precisare il sistema di contrattazione. Ma ai sindacati non basta, ci vogliono vedere chiaro e rinviano una valutazione approfondita a quando, probabilmente martedì, il governo metterà nero su bianco. Questo, però, non impedisce a Bassolino di tirare un primo bilancio positivo, sia pur cauto. «Gli incontri - afferma - sono stati molto utili. 11 nostro sforzo è di fare bene e presto, ma in primo luogo bisogna fare bene. Da martedì si entra nella fase conclusiva». La firma entro Natale, osserva il leader della Cgil Cofferati, può essere un auspicio, se fosse invece una previsiione sarebbe quanto mono azzardata. Incalza il segretario generale della Uil Larizza: «Gli accordi non possono essere condizionati dall'orologio». Il capo della Cisl D'Antoni aggiunge: «Serve un quadro chiaro e definito su tutte le materie in discussione. Più presto si fa, meglio è». Anche Nobilia dell'Ugl e Cerioli della Cisal, dubbiosi sulla possibilità di concludere per Natale, sollecitano proposte precise ed escludono l'eventualità di «accordicchi». I nodi da sciogliere, d'altra parte, non sono pochi. «Il sindacato - spiega Cofferati - non è disponibile a soluzioni che prevedano vantaggi fiscali per le sole imprese e non per i lavoratori, o che riducano il costo del lavoro senza dare nello stesso tempo certezze sulle dinamiche salariali attraverso la conferma dei due livelli di contrattazione». Su questi punti il governo dovrà uscire allo scoperto e, nel frattempo, Cgil-Cisl-Uil cercheranno di superare le divergenze fra loro e definire posizioni unitarie sopratutto sulla questione controversa del modello contrattuale. Al riguardo un certo ammorbidimento traspare al termine del direttivo della Confindustria. «Bisogna evitare avverte l'ex presidente Abete - le sovrapposizioni, ma ritengo si possa mantenere l'attuale assetto dei due livelli (nazionale e decentrato) e della durata». Al contrario è lite sulla previdenza. Alla Confindustria, che reclama tagli pesanti alle pensioni, Larizza replica secco: «Se la Confindustria, afflitta da monomania sulle pensioni, vuol far saltare il patto sociale perchè ritiene di aver già ottenuto tutto, si illude. Sarebbe comunque meglio dirlo chiaramente, invece di usare messaggi trasversali». Ed è scontro tra Ciampi e D'Antoni. D'Antoni ha lamentato i ritardi accumulati sul fronte dei patti territoriali e dei contrati d'area. Ciampi ribatte: «Non è vero. Già da tempo è in corso una forte accelerazione delle procedure e siamo in una fase molto avanzata». Sul rilancio di sviluppo e occupazione, ovviamente, pessimismo nero del Polo. Berlusconi: «Sono dilettanti allo sbaraglio. Nel mio gruppo, non gli darei neppure la responsabilità della cancelleria». Raffaello Masci Gian Cario Fossi