Le doppie verità di un fisco lunare di Glauco Maggi

Le doppie verità di un fisco lunare F :■:■:<■:■:-:;•:-: tuttosoldi "1 Le doppie verità di un fisco lunare Nella pagina delle scadenze di novembre pubblicata su Tuttosoldi lunedi 26 ottobre avete scritto che dal primo gennaio '99, essendo abolito il contributo per il Servizio sanitario nazionale, non si doveva più versare alcun acconto relativamente a questa voce. Dalla quietanza ricevuta dalla mia j compagnia assicurativa ri- I levo però che con la Rc-auto si deve continuare a pagare questa tassa: circa 90 mila lire per un premio di 800 mila Chi ha sbagliato? F. T. (Cuneo) NESSUNO. Ha ragione la sua compagnia a «corredare» il suo premio per l'assicurazione obbligatoria di responsabilità civile automobilistica con una casella dedicata al Servizio sanitario nazionale (SSN), ma aveva ragione anche il nostro esperto fiscale Cesare Rietto a ricordare che qualcosa, nell'autotassazione di novembre, era cambiato in meglio: per l'appunto, l'abolizione del contributo sanitario in sede di dichiarazione dei redditi. Vediamo allora di spiegare quella che appare effettivamente una contraddizione agli occhi di un normale contribuente, ma che invece è perfettamente in linea con la miglior tradizione del nostro sistema fiscale. Lunare, come fu definito già qualche anno fa dalla più alta carica della Repubblica. Ecco la storia. Dal primo gennaio del 1998, contestualmente alla introduzione della nuova Irap, imposta regionale sulle attività produttive, è stato abolito il vecchio Contributo per il servizio sanitario nazionale. Ma non del tutto. Più precisamente, infatti, l'articolo 36 del Decreto legislativo N. 446 del 15 dicembre del 1997 ha cancellato il contributo che, in base alle disposizioni contenute nell'articolo 31 di una precedente legge (la N. 41 del 28 febbraio 1986) veniva applicato ai redditi delle persone fisiche, con modalità e aliquote diverse in relazione alla tipologia (da lavoro dipendente, da pensione o da altro) e ai livelli quantitativi di reddito. Ecco perché abbiamo voluto ricordare ai nostri lettori che non era più necessario versare per l'anno 1998 alcun acconto per il contributo del Servizio sanitario nazionale. Tutto un altro discorso, invece, è quello che riguarda il contributo applicato sui premi delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati dalla circolazione dei veicoli a motore (auto, ma anche motocicli e natanti). In questo caso fa testo un'altra legge, precisamente la N.990 del 24 dicembre 1969 al suo articolo 11-bis. In base ad essa, si stabilisce che le compagnie sono tenute a I versare una quota dei premi I dovuti dagli assicurati per la RC-auto, quale contributo di copertura delle spese sostenute dal Servizio sanitario nazionale per la cura delle persone che hanno subito lesioni in incidenti della strada. Il legislatore optò per la forma dell'indennizzo forfettario, applicato per evitare la prevedibile miriade di richieste di rimborsi specifici relativi ad ogni singolo incidente stradale con feriti. Da quando (1996) è stata evidenziata nelle quietanze, la misura del contributo era pari al 6,5%, e tale è restata fino all'anno passato, quando è stata elevata al 10,5%. Raddoppiata e... abolita: pensando (ahimè, giustamente) di non portare comunque alcun peggioramento all'inestricabile stato confusionale della nostra fiscalità, la stessa norma (è l'articolo 38 della legge finanziaria '98) che ha definito l'incremento dal 6,5% al 10,5% del contributo al sei-vizio sanitario, ne ha infatti anche decretato l'abolizione, dal prossimo primo gennaio. Ecco quindi la stranezza che si è verificata quest'anno: da un lato l'eliminazione del contributo del servizio sanitario nazionale dovuto sui redditi delle persone fisiche; dall'altro la conferma, anzi il quasi raddoppio, della voce relativa ai premi dell'assicurazione obbligatoria per gli automobilisti. Si tratta di una cifra tutt'altro che trascurabile, attorno ai 2200 miliardi di lire, contro i 1261 miliardi del 1997 e i 1153 de! 1996. E siamo così arrivati all'ultimo, per ora, colpo di scena nella travagliata storia di questo balzello. Proprio per la sua consistenza, cui è evidentemente doloroso rinunciare, il governo pare infatti deciso (secondo quanto si ricava dall'ultima versione conosciuta del testo della finanziaria per il 1999) a non mandare in pensione il contributo al Ssn sui premi Rc-auto dal prossimo primo gennaio, ma di mantenerlo in vigore per i prossimi 12 mesi. In attesa della decisione finale (per quest'anno, s'intende) ricordiamo, a magra consolazione, che il contiibuto costituisce un onere deducibile nella determinazione del reddito imponibile: lo ha chiarito il ministero delle Finanze con la circolare 108/E del 3 maggio 1996, inserendolo tra quelli previdenziali e assistenziali versati a seguito di disposizioni di. legge. Tornando alla quietanza del lettore, le imprese assicurative hanno quindi l'obbligo di indicare in essa la misura del contributo, che viene così addebitato al cliente. Glauco Maggi 588 I

Persone citate: Cesare Rietto