Un coro di «no» ai cloni di ricambio

Un coro di «no» ai cloni di ricambio Polemica dopo l'ok inglese all'uso terapeutico di embrioni. Il Comitato di bioetica: «Principio pericoloso» Un coro di «no» ai cloni di ricambio // ministero della Sanità: «L'Europa li ha già proibiti» ROMA. Dall'Inghilterra l'«ok» agli esperimenti sull'embrione, «a scopo terapeutico». E il mondo, sempre sospeso tra fatalista rassegnazione alla morte e speranza d'immortalità, si spacca in due. Da un lato il «perché no?» di chi già sogna di mettere in banca, insieme con i Bot, un fegato o un rene di ricambio, dall'altro il «perché no!» di chi si schiera dalla parte di quel minuscolo grumo, ricco di cellule, e dice che gli devono essere riconosciuti dei diritti. Dall'Italia parte una levata di scudi a favore di questa posizione. Il ministero della Sanità fa sapere che «la produzione di embrioni umani finalizzata alla sperimentazione è espressamente esclusa dalla Convenzione di Oviedo per la protezione dei diritti dell'uomo e della dignità dell'essere umano riguardo all'applicazione della biologia e della medicina, approvata dal Consiglio d'Europa ■ ARTRIINiÉTTÀTimE■ TUMOALTRE FO1 blABtNEL PANm INFARTESSUTO■ ICTUSQUELLI Pdel 1997». E comunica che ogni passo è già stato fatto affinché, nel recepire la direttiva europea sulle invenzioni biotecnologiche, «sia esclusa dalla ; 1 i brevettabilità ogni utilizzazione di embrioni umani». Mette in guardia il presidente del Comitato nazionale di Bioetica, Francesco D'Agostino: «La clonazione umana è soprattutto un problema etico. Ora si dice che avverrà per fini terapeutici, ma unaytoltaian>messo iLjprincipio, si potrebbe utilizzare per altro fine». Giovanni Romeo, genetista medico, che lavora ali lare (l'istituto di ricerca sul cancro dell'Oms) di Lione intende saperne di più sulla decisione degli inglesi prima di pronunciarsi in via definitiva, ma osserva: «Come genetista sono piuttosto scettico sulle applicazioni tecniche della clonazione». Perché? «Non ritengo siano state risolte le implicazioni morali». Durissima la posizione della Chiesa. Monsignor Elio Sgreccia paragona gli scienziati inglesi impegnati nella ricerca sui cloni alle SS: «Mettere in atto un simile proposito, sarebbe un misfatto contro l'umanità». Preoccupato Giovanni Berlinguer, una delle più autorevoli voci italiane della bioetica. In assenza di regole universali, osserva, le maglie della sperimentazione sull'uomo si stanno allargando sempre di più. «Senza regole comuni - dichiara -, temo si vada verso la clonazione umana». Protesta la parlamentare Anna Maria Procacci dei Verdi. La strada intrapresa «è eticamente inaccettabile e, tra l'altro, aval- ■ ATEROSANGUIDB FERITPER ACC la la concezione di una medicina puramente meccanicistica degli esseri viventi». Si associa il Ppi Giuseppe Fioroni: «L'embrione non può essere oggetto di sperimentazione, come se fosse una cavia». E invoca la presa di posizione contraria del Parlamento. «Non vorrei che, riempiendosi la bocca con la parola "cura", ancora una volta si nascondesse il desiderio di manipolare l'uomo». E' il timore dello psichiatra Raffaele Morelli, che aggiunge: «Non che sia negativo il fatto in sé e per sé, ma è terribile che qualcuno ne possa avere il controllo». Il medico avanza anche interrogativi di carattere etico: «Chi siamo noi per scegliere di far vivere una persona che ha bisogno di un trapianto, piuttosto di quella persona che l'embrione potrebbe diventare? Credo proprio che questa decisione non ci competa». Contro l'aborto, dunque? «La legge sull'aborto era necessaria a far sì che le donne decise a interrompere la gravidanza lo potessero fare senza rischiare dì morire. Ben diverso è utilizzare un embrione per farlo diventare donatore di organi». E conclude: «Se ci preme tanto salvare vite umane, incominciamo da quei milioni di persone che muoiono di fame». Dal Dipartimento di Biotecnologie del San Raffaele, a Milano, il genetista Edoardo Boncinelli commenta la produzione di otto vitelli, clonati da una sola mucca: «Adesso i nodi vengono al pettine. Che si possa ottenere un nuovo animale a partire da cellule adulte è ormai sicuro, e molto probabilmente questo è possibile nell'uomo. Sta ai bioeticisti decidere quale sia la strada giusta e ai governi legiferare. Con urgenza». No alla clonazione «almeno fino a quando non verrà dimostrato che l'embrione non è vita»: è il parere del presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre. Entusiasta della decisione inglese, invece, Severino Antinori, che si dichiara pronto a clonare cellule umane «a fini terapeutici» fin da ora. [d. dan.] Monsignor Elio Sgreccia paragona gli scienziati interpellati da Blair alle SS: «Mettere in atto un simile proposito è un misfatto contro l'umanità» ■ ARTRITE REUMAYgEDE: CELLULE CHE FORMANO NUOVA CARTILAGINE NiÉTTÀTÈ NELLE GIUNTURE DÈI MÀLÀTÌ imirrr i i 11 / / t w MALATTIE FARANNO ftftSf*® PAURA ECCO LE MALATTIE SU CU» SARA' POSSIBILE INTERVENIRE PARTENDO DALLE CELLULE EMBRIONALI ■ TUMORI: CRESCITA DI NUOVO MIDOLLO OSSEO PER LEUCEMIA E ALTRE FORME DI CANCRO ;II 1 blABttE: NUOVE CELLULE CHE PRODUCONO INSULINA INIETTATE NEL PANCREAS DI DIABETICI m INFARTO: CELLULE ©ÉL MUSCOLO CARDIACO PER SOSTITUIRE IL TESSUTO DANNEGGIATO DA INFARTO , ' ■ ICTUS, ALZHEIMER, PARKINSON: NUOVI NEURONI PER RIMPIAZZARE QUELLI PERDUTI IN QUESTE MALATTIE ■ ATEROSCLEROSI: CELLULE ENDOTELI ALI, CHE FORMANI I VASI \ SANGUIGNI, NEI CASI DI VASI DANNEGGIATI DALLA MALATTIA DB FERITE, USTIONI: CELLULE DEL TESSUTO CONNETTiVO E DELLA PELLE PER ACCELERARE LA GUARIGIONE DI FERITE E GRAVI USTIONI ! I

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