Duisenberg batte i pugni «Non mollerò sul rigore» di Francesco Manacorda

Duisenberg batte i pugni «Non mollerò sul rigore» Alla vigilia del vertice di Vienna Duisenberg batte i pugni «Non mollerò sul rigore» «Fazio è stato più bravo di tutti Presto i tassi scenderanno al3%» BRUXELLES Wìm DuisenbeDAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo la carota dei tassi, il bastone del rigore. A tre giorni dal vertice di Vienna che dovrebbe trovare nuove ricette per dare lavoro agli europei, il presidente della Banca centrale europea Wim Duisenberg ricorda ai governi dei Quindici che la strada del risanamento è già segnata e che qualsiasi deviazione sarebbe pericolosa. «Ogni rilassamento della politica fiscale nell'area euro, o una tendenza ad alterare le strategie incorporate ^ nel Patto di stabilità e di crescita, metterebbe a rischio la credibilità dell'euro e la stabilità dei prezzi», dice Duisenberg parlando al Parlamento europeo. E tanto più pericolosa la tentazione di un aumento degli investimenti pubblici, legata all'ipotesi di allentare in qualche modo le strette maglie di Maastricht. Ecco così che l'idea lanciata qualche settimana fa dal Commissario Mario Monti, di guardare con un occhio di riguardo la spesa per investimenti pubblici nel calcolo dei deficit, viene bocciata senza esitazioni: «Siamo contrari a queste proposte, voglio dirlo chiaramente». Del resto già la Commissione europea aveva provveduto a «sterilizzare» le idee di Monti, inserendole in un documento che ne annulla qualsiasi interpretazione non in linea con il Patto di stabilità. La Bce vede un futuro prossimo grigio, ma non nerissimo. «Ci possiamo aspettare una crescita moderata nel '99 - spiega il presidente della Bce -, in media nell'area euro sarà del 2,4% e potrebbe leggermente accelerare nel corso del 2000». Una crescita tutta guidata da fattori interni, visto che le esportazioni verso un mondo in crisi non tirano. Di fronte a questa situazione la scelta di abbassare i tassi giovedì scorso non è stata «ovviamente» influenzata dalle pressioni dei governi, ma piuttosto spinta da alcuni se¬ g gnali di peggioramento della fiducia «sia nelle famiglie sia tra gli imprenditori». E sul calo dei tassi Duisenberg smorza anche le polemiche con il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, il cui rifiuto di portare il costo del denaro al 3%, in linea con quelli di tutti gli altri Paesi dell'area euro, aveva suscitato qualche nervosismo nel gran capo della Bce. «Se sono irritato? - risponde lui adesso -. No, assolutamente no. Anzi Fazio lia fatto più degli altri governatori perché ha tagliato di cinquanta punti base». Ma questo non toglie che nel giro di tre settimane l'anomalia italiana dovrà comunque sparire dalla mappa del costo del denaro, in modo che l'euro parta con lo stesso tasso in tutti e undici i Paesi: «Ho fiducia nel fatto che dal 1° gennaio il tasso di sconto in Italia sarà del 3%», dice ancora il presidente della Bce. Con quel tasso, che rimarrà in vigore anche «nel prevedibile futuro, anche se non sono in grado di dirvi quanto lontano arrivano le nostre previsioni», dovranno fare i conti i governi europei, calibrando le loro politiche economiche per puntare sullo sviluppo senza perdere di vista «l'obiettivo di bilanci in pareggio o in attivo nel medio periodo». Proprio ieri il primo ministro tedesco Gerhard Schroeder e il presidente francese Jacques Chirac hanno reso noto il testo della lettera congiunta alla presidenza austriaca dell'Ue nella quale si rispolvera l'idea di un patto per il lavoro che si ponga «obiettivi vincolanti» agli Stati membri in termini di successi nella lotta alla disoccupazione. Ma con la crescita prevista «il calo della disoccupazione sarà solamente marginale. Le nostre ipotesi, visto che sarebbe troppo chiamarle previsioni, sono che passi dall'I 1,8 attuale all' 11,2% l'anno prossimo». Francesco Manacorda ^ Wìm Duisenberg

Persone citate: Antonio Fazio, Duisenberg, Gerhard Schroeder, Jacques Chirac, Mario Monti, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Vienna