Venezia, l'arbitro è D'Alema

Venezia, l'arbitro è D'AlemaIl progetto Mose, bocciato per l'impatto ambientale, prevede un sistema di paratie mobili per salvare la città Venezia, l'arbitro è D'Alema Ultima parola dopo il no alle dighe VENEZIA. Il verdetto sulle dighe mobili che dovrebbero proteggere Venezia dall'acqua alta è pronto: un rapporto di 400 pagine - costellato di studi, grafici, documenti, pareri tecnici - che la commissione ministeriale per la Via, la valutazione d'impatto ambientale, ha messo insieme in mesi di lavoro e redatto in una stanza blindata. Ma nonostante l'isolamento e la segretezza, è trapelato comunque il segno negativo del giudizio finale. Domani il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi dovrebbe presentare ufficialmente il rapporto e forte é l'attesa per conoscere le motivazioni che avrebbero indotto la Via a bocciare il sistema di paratie, progettato dal consorzio Venezia Nuova, di cui si parla da almeno 15 anni e che dovrebbe costare 5 mila miliardi. Un'opera, il Mose - che sta per Modulo sperimentale elettromeccanico, ma che finisce per evocare il biblico personaggio salvato dalle acque - che da quindici anni divide l'opinione pubblica veneziana. Contrari da sempre sono gli ambientalisti, che propongono un sistema di protezione di Venezia e della Laguna meno traumatico, fondato sulla difesa dei litorali, sui rialzi delle rive e dei percorsi pedonali. Ma contrari - a esclusione dei popolari e di Forza Italia - sono anche i partiti che siedono in consiglio comunale. L'ostilità alla grande opera corre trasversale a maggioranza e opposizione, parte dai verdi per finire con la Lega-Liga. Pubblicamente, e da sempre, a favore è l'ex ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa, che sollecita una decisione rinviata per troppo tempo: «Qui si rischia la palude, l'autodistruzione per non decisione». Schierato dalla parte delle dighe mobili anche il rettore dell'Istituto uni versitario di Architettura Mari no Folin,1 'Che giudica il Mose «l'unica soluzione autentica» per la difesa di Venezia. Non la pensa così il sottosegretario al l'Ambiente Gianni Mattioli, che propone di azzerare tutto: «Il Mose è un progetto di una certa rozzezza e poi non sono state studiate bene le alternative». Quello della Via non è il primo esame che affrontano le dighe, oggetto di furiose polemiche tra detrattori e fautori. Nel luglio scorso un collegio di cinque esperti internazionali, nominati dal ministero dei Lavori pubblici, si pronunciò a favore della grande opera, pur con alcune riserve. Se il no della commissione ministeriale sarà domani confermato, si riaprirà il dibattito sul futuro del Mose. La valutazione d'impatto ambientale, che il ministro dell'Ambiente Ronchi giudica «vincolante», sarà il punto di partenza per il pronunciamento degli Enti locali e del Gomitatone, l'organismo che comprende ministri e sindaci di Chioggia e Venezia. Non sarà facile trovare un accordo. In modo nettamente contrario al Mose si è pronunciato il consiglio comunale di Venezia, più favorevole è l'atteggiamento dell'Assemblea di Chioggia (l'altro Comune interessato dalla costruzione delle dighe), decisamente a sostegno dell'opera è la giunta regionale. In caso di pareri contrastanti l'ultima parola potrebbe spettare al presidente del Consiglio Massimo D'Alema. Nei giorni scorsi il sindaco Massimo Cacciari ha auspicato un accordo tra i ministeri di Ambiente, Beni culturali e Lavori pubblici, Stravolgere o ignorare il parere negativo della Via sembra difficile, anche perché è la legge stessa a renderlo obbligatorio e perentorio per tutte le grandi opere. Ecco dunque la necessità di un'intesa tra i due ministri che dovranno firmare il decreto (Edo Ronchi e Giovanna Melandri) e il titolare dei Lavori pubblici Enrico Micheli. Saranno loro a dover decidere se autorizzare il progetto esecutivo della grande opera: tre anni di lavoro, 40 miliardi di costo. Mariagrazia Raffele CONCA DI NAVIGAZIONE PORTO RIFUGIO PARATOIE! A RIPOSO IN fASI DI SOLLEVAMENTO -Oo IMMISSIONE DI ARIA ESPULSIONE DI ACQUA IN FASI DI ESERCIZIO

Persone citate: D'alema, Edo Ronchi, Enrico Micheli, Folin, Gianni Mattioli, Giovanna Melandri, Massimo Cacciari, Paolo Costa

Luoghi citati: Chioggia, Venezia