L'insegnante: non oso più ritornare a scuola di E. S.

L'insegnante: non oso più ritornare a scuola L'insegnante: non oso più ritornare a scuola ROMA. «Non dormo più la notte. Non so se domani andrò a scuola. Non so nemmeno se sarò in grado di guidare per arrivare fino a Monterotondo. Lasciatemi stare. Non posso dire nulla. C'è l'inchiesta...». Il professore che ha colpito Daniel, al telefono, non vuole parlare. E' barricato nella sua casa di Borgovelino, un paese vicino Rieti, a quasi cinquanta chilometri dalla media «Cardinal Piazza» dove insegna da 17 anni. Diciassette anni passati a fare su è giù lungo la via Salaria per insegnare Educazione tecnica ai ragazzi. Senza mai un problema, senza mai un appunto. Un professore-modello. Un uomo tranquillo con due sole passioni: la scuola e la politica. Vice assessore nella giunta comunale di Borgovelino, guidata dal ppi, e consigliere della Pro-loco. In paese lo difendono tutti. Un suo amico, Enzo Mariani, racconta che E. L., che ha 45 amii, non è sposato e vive con la madre. Il padre è morto lo scorso anno. «E' una persona veramente per bene. Se ha colpito quel ragazzino, è stata di sicuro una disgrazia. Un gesto fatto senza cattiveria. Una fatalità. Lui ai ragazzi vuole bene. Qui a Borgovelino ha creato anche un gruppo di sbandieratoli. E poi da quando è successo, è moralmente distrutto. Ma ha dimostrato che non voleva, che è stato un incidente. Lo ha soccorso, è andato in ospedale, ha chiesto scusa al bambino e ai genitori. Speriamo che questa storia venga giudicata nella sua giusta luce». La «giusta luce» per chi conosce il professore è quella della non volontarietà di quel calcio alla milza. Anche don An¬ tonio, il parroco di Borgovelino dice che E. L. è «un'ottima persona», che con i ragazzi ci sa fare e che è assurdo farlo passare per un violento. Difende il professore anche la preside della media «Cardinal Piazza», la professoressa Silvana Tucci. Con tanto dolore per il piccolo Daniel e con una punta di rimorso. «Il mio unico cruccio e quello di non essere andata giovedì, come faccio sempre, ad ac-. compagnare i bambini a mensa. Ma il professore è venuto subito a chiamarmi e ho visto come è stato vicino al ragazzo, anche all'ospedale. Ho visto anche come era provato il giorno dopo a scuola. Personalmente escluderei ogni responsabilità, ogni intenzionalità. Domani, comunque, riceverò la relazione scritta su quanto è successo che ho chiesto al professore venerdì mattina e che sarà inviata al Provveditorato». Provveditorato che, in realtà, si è già lamentato ieri perché da Monterotondo non è arrivata alcuna segnalazione. «E pure è un fatto grave», ha detto il provveditore di Roma, Paolo Norcia. Ieri la scuola media, per la festa dell'Immacolata, era naturalmente chiusa. Era chiusa anche lunedì per il «ponte». Cancelli sbarrati lungo la strada che costeggia la ferrovia a Monterotondo Scalo. Ma nel paese già illuminato per Natale con delle grandi candele fatte da centinaia di lampadine colorate, ci sono gli altri professori, i colleghi di E. L. Una insegnante lo conosce da dieci anni. «Non ci posso credere, non farebbe male a una mosca. E' una persona mite. Venerdì avrei voluto parlargli, chiedergli come era andata davvero dopo che i bidelli mi avevano raccontato di Daniel. Ma è rimasto tutto l'orario chiuso nell'infermeria. So che è molto provato». Anche un altro professore difende il collega: «E' stato un incidente, nessuno di noi tirerebbe mai dei calci a uno studente». Tutti insistono sulla serietà del lavoro che viene fatto alla «Cardinal Piazza» e parlano della «vivacità» di molti alunni che richiede un grande impegno da parte dei professori. La preside precisa anche che «tutti i bambini sono assicurati» perché, dice, «nella scuola il pericolo è sempre in agguato e quindi controllo sempre che gli alunni siano coperti da una regolare posizione assicurativa. Ma questa disgrazia proprio non ci voleva», [e. s.]

Persone citate: E. L., Enzo Mariani, Paolo Norcia, Silvana Tucci

Luoghi citati: Monterotondo, Rieti, Roma