«Sì alla clonazione di tessuti umani» di Fabio Galvano

«Sì alla clonazione di tessuti umani» «Queste nuove tecniche potranno dare una risposta a mali come i morbi di Parkinson e di Alzheimer» «Sì alla clonazione di tessuti umani» Londra, legali i «pezzi di ricambio» per malati LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE No alla clonazione degli esseri umani; ma per la prima volta le autorità britanniche preposte al controllo degli esperimenti genetici danno semaforo verde alla clonazione per produrre tessuti umani. E' l'atteso sì a quelle che potranno essere, in un futuro neppure troppo lontano, le prime banche di tessuti: quelle con i cosiddetti «pezzi di ricambio» che tanto scalpore hanno suscitato appena un mese fa, quando dal Roslin Institute di Edimburgo e dall'università del Wisconsin è stata rivelata la possibilità di dotare ciascuno di noi di una scorta genetica per eventuali emergenze. Ora toccherà al governo formalizzare quel «sì»; ma la decisione è presa. Prevedibilmente, non fa l'unanimità. «E' il miglior regalo di Natale - afferma il genetista Patrick Dixon - per chi vuole procedere con la clonazione umana». Perché le distinzioni etiche sono una cosa, la realtà scientifica un'altra. Clonare un bambino e clonare un tessuto richiede la stessa identica procedura, salvo interrompere lo sviluppo dell'embrione dopo alcuni giorni per estrarre e preservare le cosiddette cellule staminali, quelle da cui hanno poi origine per diversificazione i vari tipi di cellule umane. Per questo c'è chi chiede una moratoria internazionale, per studiare a fondo il problema ed evitare scelte affrettate. Il gruppo di studio formato dalla Human Genetics Advisory Commission e dalla Human Fertilisation and Embryology Authority, che ha presentato ieri il rapporto con la proposta di modificare la legge del 1990 per consentire la clonazione volta a sviluppare «trattamenti terapeutici per tessuti e organi malati o danneggiati», ha fatto esattamente il contrario. Anziché rallentare i tempi li ha accelerati, di fronte al pressing dei laboratori. Si apre la porta ai sogni di scienziati come Ian Wilmut, il «papà» della pecora Dolly, che già accarezza un futuro con un clone embrionale per ciascuno di noi: congelato dopo una settimana, depositato in una banca genetica, utilizzabile per creare un tessuto geneticamente identico al nostro (il che eliminerebbe ogni problema di rigetto) per qualsiasi tipo di trapianto. All'occorrenza si potrà un giorno produrre epidermide, tessuto osseo o muscolare, addirittura organi completi come il cuore o il fegato. Sembra fantascienza, in realtà è una nuova frontiera della medicina. «Queste nuove tecniche potranno dare una risposta e forse una cura a mali come i morbi di Parkinson e di Alzheimer, o la corea di Huntington, ma anche vari tipi di tumore», afferma Sir Colin Campbell, presidente della commissione per la genetica umana. «Abbiamo dovuto raggiungere una decisione valutando attentamente i prò e i contro - dice Ruth Deech, presidente dell'autorità preposta al controllo di tali esperimenti - e alla fine i potenziali benefici terapeutici hanno prevalso sui rischi. Ritengo che future generazioni disapproverebbero se oggi noi avessimo chiuso la porta a questo tipo di esperimenti. Così, con molta cautela e con molte misure protettive, raccomandiamo che quella porta si apra». «Non è stato facile», ha detto il dottor John Polkinghorne, che guidava il gruppo di lavoro: «Qualcuno reagiva semplicemente inorridito al pensiero di una clonazione umana. Altri, invece, avevano una più chiara comprensione della questione». Le previsioni sono che il governo formalizzerà le nuove norme in gennaio e che entro un anno la Authority riceverà le richieste di licenza per quel tipo di esperimento. Il «dopo» è come un grande punto interrogativo. «Sarebbe sciocco pensare a organi di ricambio prodotti dall'oggi al domani», osserva Christine Gosden, professore di genetica all'università di Liverpool: «Quello a cui miriamo sono semplici tessuti, per esempio quello del muscolo cardiaco. Già questo ci permetterebbe di riparare il tessuto danneggiato. Il numero delle persone che potrebbe trarre beneficio da questi sviluppi è immenso». Anche dal Roslin Institute, al centro di queste ricerche, viene una parola di speranza. «Siamo soddisfatti - afferma il vicedirettore scientifico Harry Griffin - che si riaffermi, con un esplicito divieto, il no alla clonazione di esseri umani. Ma siamo anche lieti che si riconoscano altri usi della clonazione, nel campo della medicina umana». Il futuro, forse, è già cominciato. Fabio Galvano Il genetista Dixon: «E' il miglior regalo di Natale per chi vuole procedere con la clonazione umana» IL CATALOGO DEL CORPO UMANO - Ecco i principali organi e tessuti che possono o potranno essere rimpiazzati da modelli «nuovi» ■ CERVELLO. Piastra di titanio che sostituisce parti del cranio. Elettrodi sperimentali nel cervello per controllare i tremori ■ CUORE. Pompa bionica di metallo che sostituisce la funzione dell'organo. In prospettiva parti del cuore o l'intero organo costruiti in laboratorio. ■ POLMONI. Impianti elettrici stimolano il nervo frenico che controlla il diaframma e aiutano a respirare pazienti con lesione alla colonna vertebrale ■ GAMBE. In futuro protesi controllate da un chip, in grado di muoversi quasi come gli arti veri ■ DITA. Sull'osso viene fatto ricrescere il tessuto connettivo partendo dalle cellule del paziente Un lembo di pelle coltivata in un laboratorio italiano: serve per curare le ustioni

Luoghi citati: Edimburgo, Liverpool, Londra, Wisconsin