Come l'Fbi non incastrò Sinatra di Andrea Di Robilant

Come l'Fbi non incastrò Sinatra Oltre mille pagine di documenti su Internet mostrano cinquantanni di accanimenti contro The Voice Come l'Fbi non incastrò Sinatra Pubblici i dossier sui rapporti con la mafia WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un ricco fascicolo sui legami con la Mafia, un altro sui legami col partito comunista, un altro ancora sull'esplosione dell'aereo sul quale viaggia sua madre Dolly. La lista dei dossier raccolti dall'Fbi su Frank Sinatra, addirittura dagli Anni Quaranta, è lunghissima - una vera e propria montagna di carte custodita gelosamente negli archivi della polizia federale. E ieri, questo immenso archivio segreto sul quale si favoleggiava da anni, è stato finalmente aperto. Milleduecentosettantacinque pagine di documenti sono state date al pubblico e diffuse su Internet. Ma più che inchiodare «Old blue eyes» a qualche terribile malefatta, il malloppone distribuito ieri rivela soprattutto un'Fbi paranoica, ossessionata dal più celebre cantante del mondo. L'attrazione a quanto pare era reciproca. Forse il documento in assoluto più interessante è un memorandum interno dell'Fbi dal quale risulta che nel 1950 Sinatra offrì i suoi servigi all'agenzia guidata da Jay Edgar Hoover. «Con voi ci sono opportunità per far del bene al Paese», fece sapere attraverso un tramite, aggiungendo che era anche disposto a sacrificare la sua carriera pur di aiutare. Ma Hoover non era interessato ad avere l'«agente speciale Sinatra» alle sue dipendenze. E non se ne fece nulla. In compenso, cinque anni dopo, Hoover sguinzagliò i suoi uomini migliori per cercare di incastrare The Voice, che secondo un informatore dell'Fbi era «un membro del partito comunista». L'accusa si rivelò assolutamente campata in aria, ma tempo e denaro furono sprecati per verificare la spiata. Sinatra' era certamente «in odore» di mafia. Conosceva i boss americani, si fece spesso fotografare con loro. Ma faceva davvero parte di Cosa Nostra? Un informatore disse agli agenti federali che Sinatra lavorava per Lucky Luciano, gli faceva da corriere. E che una volta portò un milione di dollari ni Italia per lui. Ma anche quell'accusa non fu mai dimostrata e l'inchiesta fu archiviata. Sinatra era amico di Sam Giancana, il boss di Chicago che condivise un'amante - Judith Wexner - con il Presidente Kennedy. E c'è un intero dossier dell'Fbi su un appartamento a Palm Springs che Sinatra avrebbe prestato a Giancana, bisognoso di un nido d'amore clandestino. Ma anche lì: chiacchere, indiscrezioni su pezzi di carta ingialliti dal tempo. C'è un dossier del 1971 in cui Sinatra si trova in pessima compagnia, un vero e proprio «Who's who» di Cosa Nostra: Carlo Gambino, Aniello Della Croce, Giuseppe Gallo... Sinatra, dice il documento, era sospettato di essere in combutta con loro per estorcere centomila dollari da un certo Ronald Alpert, agen- te di cambio. Poi le tracce si perdono. Ma il grosso dell'archivio Sinatra all'Fbi è composto soprattutto ma da un miscuglio molto vario di curiosità, di segnalazioni bizzarre, di indagini tirate un po' per i capelli. Già nel 1944 Walter Winchell, re dei pettegolezzi a Hollywood nonché informatore di Hoover, mise in giro la voce che Sinatra aveva pagato 40 mila dollari per farsi esonerare dalla leva. Hoo¬ ver ordinò un'inchiesta ma non cavò un ragno dal buco - l'accusa di Winchell era inventata. Curiosamente - visto il grado di ossessione - l'Fbi non indagò sul rapimento del figlio di Sinatra, Frank jr, nel 1963, che venne liberato dopo il pagamento di un riscatto. Mentre invece c'è un ampio dossier sulla tragedia aerea in cui perì la madre di Sinatra. L'Fbi sospettava un attentato della mafia? Per tutta la vita Sinatra, mor¬ to sette mesi fa all'età di 82 anni, fu il bersaglio di minacce e ricatti più o meno seri. E l'archivio dell'Fbi ne conserva una ricca documentazione. Dalla quale spicca, per originalità, l'accusa di un tale secondo cui Sinatra stava cospirando per spaccare in due l'America «Ovest contro Est, Est contro Ovest». In un altro fascicolo si scopre che nel 1969 venne ricattato: o dava due milioni di dollari al Vaticano e sarebbe stato fatto fuori (in questo caso l'informatore era uno squilibrato che l'Fbi consegnò alle autorità sanitarie). Con l'arrivo dei suoi amici Ronald e Nancy Reagan alla Casa Bianca la pressione dell'Fbi su Sinatra finalmente si allentò. Al punto che nel 1981 lui stesso potè consultare The Sinatra File. E farsi, probabilmente, una risata. Andrea di Robilant Hoover sguinzagliò i suoi informatori per dimostrare che il cantante era affiliato al partito comunista

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