Chi è Bonilli di Raffaella Silipo
Chi è Bonilli Chi è Bonilli II ministro lo ha preferito a Muti Stefano Bonilli E' lui l'uomo che Giovanna Melandri ha preferito a Riccardo Muli Stefano Bonilli, con Giancarlo Perrotta leader del Gambero Rosso, ha allettato il giovane ministro della Cultura con gnocchetti al profumo di mare, dieci versioni di fegato d'anatra e ravioli d'arance con salsa al miele. E la signora, come i 500 veiy important golosi presenti l'altra sera all'Hilton di Roma, non ha, com* prensibihnente, saputo resistere. Già, perché la presentazione dei Ristoranti d'Italia 1999, la guida de Il Gambero Rosso, si è a sorpresa rivelata un appuntamento da non perdere per chi conta nella capitale, vera, grande rivale di una prima ambrosiana meno mondana del consueto. Tutto esaurito in poche ore, tra i golosi ospiti, oltre a Melandri, Stefano Rodotà, Emanuele Macaluso e Fausto Bertinotti. La sinistra dunque si scopre coltamente godereccia, più che austeramente musicale, nel nome della buona cucina di cui Bonilli, 55 anni, già giornalista del manifesto, ha fatto una professione. «Fino a qualche anno fa - dice lui da sempre - a sinistra ci si vergognava a dire che si deve mangiare bene. Io invece ho fatto parte fin dall'inizio degli appassionati di cibo e vino». Tipo singolare, Stefano Bonilli. Grande gaudente, acceso tifoso del Milan, del manifesto è stato uno dei primi redattori, poi inviato da Bologna. Da sempre ha il gusto della buona tavola, grande estimatore del ristoratore parmense Peppino Catarelli («Il mio padre spirituale - lo ha definito lui - insieme con Mara»), nonché difensore dello storico locale romano Cesaretto. Nel 1986 Bonilli decide di fare di passione professione e fonda quello che all'inizio è un inserto del manifesto, il Gambero Rosso appunto, mensile dedicato ai «consumatori curiosi e golosi». Una sorta di bibbia culinaria per la gauche gourmande che fa lievitare le vendite del giornale del 30 % ogni primo martedì del mese. Ma non tutti i militanti digeriscono l'accoppiata gastronomia-politica, c'è anche chi critica «un inserto radicai chic dedicato a consumi e ristoranti troppo cari». Così nel gennaio 1992 si consuma il divorzio dalla testata, e II gambero Rosso fa il grande salto a rivista a colori: che oggi è una casa editrice con miliardi di fatturato, diretta concorrente della Guida dell'Espresso coordinata da Edoardo Raspelli. Le due pubblicazioni hanno Weltanschauung totalmente diverse: pessimista Raspelli, per cui l'omologazione del gusto è un dato di fatto. Ottimista Bonilli, convinto che in Italia si mangi bene, benissimo. Il che, nell'era D'Alema, è decisamente più «in» di Wagner. Tutta colpa del materialismo dialettico. Raffaella Silipo Stefano Bonilli
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