Giù le mani dalla pizza
Giù le mani dalla pizza Lo scrittore Vargas Uosa accusa: la cucina italiana è imperialista Giù le mani dalla pizza FORSE non lo sapevate, ma siamo i colonizzatori del mondo; forse lo ignoravate ma siamo degli imperialisti: i nostri modi, i nostri gusti, noi italiani pretendiamo di imporli a tutto il globo. Siamo noi, italiani del Nord e del Sud, gli oppressori culturali dell'Universo: siamo noi, con le nostre pizze, a voler pretendere che tutto il mondo mangi come noi. Altro che hamburger, altro qhe fast-food: i simboli dell'oppressione sono la Napotì e la Margherita; non è il Big Burger o il Chicken Dorè a proliferare nel mondo, ma la becera cultura italiana del calzone, della mozzarella di bufala campana, dell'olio extra vergine e del pomodoro pendolino. Così sostiene il celebre scrittore peruviano Mario Vargas Uosa che a Berlino ha partecipato al convegno «Europa, sogno od incubo?». Lo scrittore ha sconfessato come banale luogo comune l'idea che valuta la diffusione degli hamburger come sintomo della colonizzazione planetaria da parte degli usa: «Nel mondo ci .sono più pizzerie che ca¬ tene di hamburger, eppure nessuno protesta contro l'imperialismo gastronomico degli italiani». Forse, l'Euro a qualcuno ha dato alla testa: lo scrittore ha confuso il successo di un modo di mangiare per pervicace violenza culturale; ha scambiato la ghiotta tricolore leccornia per battaglia subdola e segreta di chi vuole imporre ai popoli modelli che non sono i loro. Io non adoro che la pizza sia un simbolo d'Italia, così come diffido delle ipercelebrazioni della moda, ma è la gola, lo stile, il buon mangiare ed il bel vestire italiani che trionfano nel mondo. Le boutique che si aprono, i forni a legna che si accendono a Tokyo o a Montreal non sono modelli unificanti cascati dal cielo, imposti da spudorati pescecani, ma sono simbolo di sanità, di fantasia, di ghiottoneria: la pizza, le pizzerie, sono simbolo di democrazia; è un modello che si sviluppa dalla base: è guerra di popolo, vittoria di tanti, non strapotere di pochi. Edoardo NaspeHi
Persone citate: Burger, Chicken, Dorè, Mario Vargas Uosa, Vargas
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