Krizia e il procuratore, foyer separati di Maria Giulia Minetti

Krizia e il procuratore, foyer separati Folla cosmopolita, un po' di «ancien regime» e molte signore rifugiate al bar Krizia e il procuratore, foyer separati Riccardo Muti PER un attimo, proprio un momento prima che Muti attacchi, la Scala '98 sembra quella di un decennio fa: arriva De Michelis con una bellissima ragazza (sua moglie, però, ed è una novità) i vecchi personaggi al seguito: spicca la sarta Leila Curiel, fedelissima del Psi d'antan con un abito stringato sul busto, genere secondo atto nella Traviata. Ma l'illusione ancien regime dura poco, e non basta a rinfocolarla l'apparizione dell'ex ministro dei Traspòrti Ferri, quello che voleva limitare la velocità delle auto a 105 all'ora, e che ancora saluta chi lo riconosce con un: «Mi raccomando vada piano». Il Governo attuale invece latita: c'è Visco, c'è Minniti, c'è Rognoni, ma si perdono la tra folla. Folla molto cosmopolita, assenti i vecchi nomi milanesi, tantissimi tedeschi, francesi, svizzeri e austriaci; barricate nel suo palco l'unica altezza reale, la principessa di Kent, entrata dalla porta di servizio, che neppure s'affaccia nei foyer. Presente il mirmscolo Riccardo Cocciante, qui nelle vesti inedite di critico musicale: visto il successo delle melodie da lui scritte per lo spettacolo parigino «Nòtre Dame de Paris», una rivista gli ha chiesto di commentare il «Gottenìammerung» di Muti. Il celebre coreografo Roland Petit passa quasi tutto il primo tempo fuori dal palco, seduto sui gradini di velluto rosso col ballerino Luigi Bonino. Dal poco che ha visto lo spettacolo gli pare «Molto nero». Mai però come quello diretto da Karajan cui ha assistito da bambino nella Parigi occupata, «con il parterre dell'Opera tappezzato di gerarchi nazisti». Tutte le signore giù- rano che sono qui per Wagner e non per la mondanità, ma parecchie escono furtive dai palchi per bere qualcosa durante l'esecuzione. L'assistente del sindaco Albertini, signora Daniela Santanché si prende una pausa awolta.stretta in un boa di struzzo, l'unica cosa coprente di un abito di Versace fatto di lunghe strisce di stoffa non cucite assieme. Quasi austere, invece, le imprenditrici Sara Verona, in Balenciaga rosa e diamanti, e Emma Marcegaglia, in Armani color nuvola. Effetto lampadario della Scala l'abito a cristalli di Ferré che addobba il sontuoso corpo di Valeria Marini, un trionfo di brillanti e argento incorniciato da uno scialle trasparente tappezzato di stelle, assicurato dai Lloyds per un miliardo («Spero di trovare anch'io il mio Sigfrido. E' tutto emozionante - confessa la bionda Valeria - ma è difficile da seguire. Non è la mia prima opera, ne ho viste altre a Roma, ma non ricordo i titoli»). Bello il décor di fiori di pizzo intrecciati ai lunghi capelli di Marta Vacondio, nipote di Marta Marzotto. Da dove vengono? «Dalle tende di mia zia», ride lei. Mentre Marta Marzotto con¬ rizia fessa di non essersi preparata, come aveva raccomandato al pubblico il maestro Muti: «preferisco sentire la musica e sognare». L'acconciatura più originale è della pittrice Isabella Medetti: un casco di margherite di latta montate su fil di ferro che spuntano da un prato di capelli verdi, tutto opera sua. In due foyer diversi, lei a pianoterra, lui a quello sopra, il procuratore Borrelli e Krizia. La signora, che s'è risentita sui giornali per l'«accanimento» di Borrelli, che non perdona a chi paga tangenti ai finanzieri, s'è però augurata di incontrarlo per «una chiacchierata serena». Nel bel mezzo del primo atto, il foyer si anima per Alessandra Paleologo Oriundi, titolare di un celebre servizio di astrologia, che fa impazzùe i flash per una spallina irrequieta e la scollatura generosa. Ma la prima che vorrebbe essere all'insegna della sobrietà lascia spazio anche a protagonisti involontari, impensabili qualche anno fa. Assenti le top model, in scarso numero le stelle della tv e dello spettacolo, ecco allora una giovane funzionarla della Digos conquistare sguardi ammirati con un semplice vestito nero aperto sulle spalle. Il procuratore Borrelli ha promosso Muti: «Ho trovato la sua direzione magica» Duro il commento del presidente della Confindustria Fossa: «Mi preoccupa questa voglia che l'Europa ha, anche in campo musicale, di vedersi piegare alla Germania. Mi sembrava di essere a Berlino invece che a Milano. La scenografia? Fredda e povera». Maria Giulia Minetti Valeria Marini in un abito assicurato per un miliardo «Anch'io cerco il mio eroe E' emozionante, ho visto altre opere ma ora non ricordo i titoli» Riccardo Muti Krizia

Luoghi citati: Berlino, Europa, Germania, Milano, Parigi, Roma