«Violare questa Dichiarazione è la regola nei conflitti di oggi»

«Violare questa Dichiarazione è la regola nei conflitti di oggi» F EMMA BONE NO =1 «Violare questa Dichiarazione è la regola nei conflitti di oggi» e E' oggi chi ritiene che la «Dichiarazione universale dei diritti umani» abbia fatto il suo tempo. Perché, ci viene spiegato, al nucleo originario di diritti fondamentali della persona (alla vita, alla libertà, alla dignità), quelli codificati dalla Dichiarazione cinquant'anni fa, si sono aggiunte col tempo nuove categorie di diritti umani, nuove «generazioni», che includono i diritti detti «sociali» (alla casa, al lavoro, all'istruzione), quelli dettati dalla tematica dello sviluppo (il diritto alla solidarietà Nord-Sud, a un ambiente protetto etc.) e ancora - quarta ed ultima generazione - i diritti collegati alla bioetica, cioè alle nuove frontiere morali e scientifiche con cui ci confrontiamo ogni giorno. Due considerazioni, l'una di ordine giuridico e l'altra più politica, mi spingono a difendere la «Dichiarazione» così com'è. Sul piano giuridico mi sembra difficilmente praticabile l'inclusione nella categoria dei diritti fondamentali, individualmente «esigibili» nei confronti di qualsiasi Stato formalmente fondato sul rispetto della legge, di quelle che appaiono piuttosto come legittime aspirazioni umane, obiettivi condivisibili, cause nobili per cui battersi. Ma non diritti, in quanto giuridicamente «inesigibili». La riserva di carattere politico mi è dettata dall'esperienza di Commissaria europea per gli aiuti umanitari, chiamata a far fronte alle più gravi catastrofi umanitarie degli ultimi quattro anni: nella ex-Jugo- I nitar I urna: slavia, nella regione africana dei Grandi Laghi, in Afghanistan, per citare qualche esempio. La lezione che ne traggo è che le crisi umanitarie sono dovute, oltre che al conflitto in sé, a una sistematica e massiccia violazione dei diritti umani, che sembra esser diventata la regola delle guerre contemporanee. Un netto imbarbarimento del modo di far la guerra segna la fine del nostro secolo: mentre infatti agli inizi del Novecento le vittime civili erano una modesta minoranza rispetto ai caduti in divisa, oggi le vittime si contano quasi soltanto in seno alla popolazione civile, deliberatamente presa a bersaglio da eserciti e milizie dei nostri tempi. Il mestiere di soldato è diventato uno dei più sicuri e i reati commessi in uniforme, anche i più gravi, rimangono abitualmente impuniti. Credevo, assumendo il mio incarico, di dovermi battere per il rispetto del diritto detto umanitario, delle convenzioni internazionali appositamente create per «umanizzare la guerra». Mi accorgo con sconforto di dovermi battere per un più generale rispetto della «Dichiarazione universale dei diritti umani», una carta che - malgrado i suoi 50 anni - vista la difficoltà che si trova nel farla applicare, può persino apparire «in anticipo sui tempi che corrono». Tutt'altro che superata. Emma Bonino Commissario europeo per l'Aiuto umanitario ino I arioj

Persone citate: Emma Bonino

Luoghi citati: Afghanistan