Libertà è diversità

Libertà è diversitàHa mezzo secolo la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: una storica conquista civile troppo spesso violata Libertà è diversità lm NEW YORK IMANE ancora da vedere se la complessa vicenda Pinochet sia davvero, come molti dicono, «un bel regalo» di compleanno per il 50° anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani. Ma c'è comunque aria di gran festa al Palazzo di Vetro, dove giovedì 10 dicembre l'assemblea si riunirà in sessione straordinaria per celebrare l'evento. Mai come quest'anno il tema dell'universalità dei diritti umani è stata al centro della scena internazionale. E non come argomento di discussione tra oscuri giuristi, ma come dottrina che improvvisamente va arricchendosi di precedenti concreti. Dall'arresto dell'ex dittatore cileno a quello dei criminali di guerra nella ex Jugoslavia, la cronaca dei nostri giorni è scandita da notizie che testimonianola lotta per i diritti umani nel mondo. Proprio quest'anno una travagliata conferenza dell'Orni a Roma ha gettato le basi per il primo Tribunale internazionale permanente per crimini contro l'umanità. Amnesty International, Human Rights Watch e tante altre organizzazioni simili lottano da decenni e a volte in condizioni di pericolo per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo. Ma è soprattutto dalla fine della Guerra fredda che la sovranità degli Stati in questo campo viene sistematicamente sfidata. «Molto rimane ancora da fare, ma oggi la vecchia tesi a favore della non-ingerenza negli affari interni degli Stati è completamente screditata», dice Kenneth Roth, direttore di Human Rights Watch. Giovedì al Palazzo di Vetro saranno consegnati premi speciali per onorare i più valorosi difensori dei diritti umani. Ma l'evento più significativo dell'Assemblea straordinaria sarà l'approvazione di una nuova Dichiarazione, non già in difesa dei diritti umani bensì in difesa dei difensori dei diritti umani. «E' un documento - spiega José Diaz, portavoce della commissione Onu sui diritti umani che fissa e codifica i diritti di individui e di organizzazioni non governative di lottare contro gli abusi senza dover temere intimidazioni o violenza». I critici diranno che è poca cosa se poi quegli individui, quelle organizzazioni non sono in grado di impedire le violazioni che denunciano. Ma è anche vero che «il diritto alla denuncia» è il primo passo indispensabile nella difesa dei diritti umani. Il grande clamore internazionale attorno all'arresto di tre dissidenti cinesi la settimana scorsa, per esempio, non ci sarebbe stato se l'episodio non fosse stato denunciato apertamente all'Onu da 190 attivisti cinesi. Kofi Annan sarà il Gran cerimoniere di queste celebrazioni. Secondo molti attivisti il segretario generale è un sincero paladino dei diritti umani e anche questo è motivo di festeggiamento. Dice Roth, del Human Rights Watch: «Finora ha dimostrato più impegno di qualsiasi altro suo predecessore». Andrea di Robilant Aria di festa all'Onu l'Assemblea si riunirà giovedì in sessione straordinaria. E' la questione Pinochet il dibattito cruciale di questo compleanno Dalla fine della Guerra fredda Giovedì a New York si voterà una sfida alla sovranità degli Stati la nuova Dichiarazione per difendere Ma è molto quel che resta da fare anche chi lotta contro i soprusi Dalla fine della Guerra fredda Giovedì a New York si voterà una sfida alla sovranità degli Stati la nuova Dichiarazione per difendere Ma è molto quel che resta da fare anche chi lotta contro i soprusi Il Museo dell'Immigrazione a New York. A destra Nelson Mandela

Persone citate: Andrea Di Robilant Aria, José Diaz, Kenneth Roth, Kofi Annan, Nelson Mandela, Pinochet, Roth

Luoghi citati: Jugoslavia, New York, Roma