«l'arte in affitto non ferma i furti»

«l'arte in affitto non ferma i furti» Fa discutere la proposta del consulente Berger, fatta «a titolo personale» «l'arte in affitto non ferma i furti» Paolucci: prima combattiamo i tombaroli ROMA. «Le racconto un episodio emblematico: tempo fa localizzammo nel museo di Cleveland, in Ohio, una croce processionale del 1300, asportata da Trequanda, in provincia di Siena. I responsabili ci dimostrarono la regolarità dell'acquisto avvenuto nel '66 e aggiunsero: "La vogliamo restituire comunque, ma, dato che qui da noi non c'è nulla di archeologico e voi italiani, invece, avete tantissimi reperti, perché non ce ne date uno in cambio?"». La storia la racconta il generale Bruno Conforti, capo del Nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio artistico, l'Indiana Jones nazionale che ha creato la più grande banca dati mondiale di opere rubate e che riesce a ritrovarne - spiega con pignoleria «dal 45 al 48%». E' d'accordo con la proposta di Daniel Berger, il dirigente del Metropolitan Museum di New York che è anche consulente del ministero dei Beni Culturali e che ieri in un'intervista a «La Stampa» ha proposto - «a titolo personale e non ufficiale» -, come spiega in una lettera che sarà pubblicata domani dal nostro giornale, il leasing dei capolavori per frenare con la politica della trasparenza e della pubblicità il saccheggio del nostro patrimonio. «Già oggi sono possibili i prestiti da un museo all'altro e di recente sono stati estesi a un anno. Alle istituzioni i tempi lunghi convengono, perché così si possono permettere le alte spese di trasporto e assicurazione», spiega Conforti. Allungarli ulteriormente e allargare la pratica a tutto campo gli piace, «ma a questo punto la parola passa ai politici». I quali, almeno al ministero, rifiutano commenti: a Roma ci si limita a ribadire che Berger «ha parlato a titolo personale» e a dichiarare che il ministro Giovanna Melandri «non ha ancora preso in considerazione il problema». Eppure, mentre i furti d'arte restano un'emergenza nazionale, Berger «non ha fatto che riportare alla luce qualcosa che è come la fenice che rinasce dalle sue ceneri», osserva Antonio Paolucci, ex ministro, soprintendente ai beni di Firenze e coordinatore degli interventi post-terremoto sulla Basilica di San Francesco d'Assisi. Risale al '92, infatti, un disegno di legge che prevedeva una sorta di scambio benefico: i musei italiani avrebbero momentaneamente ceduto alle istituzioni straniere monete, anfore, libri, quadri e sculture dimenticati nei magazzini e quelle si sarebbero impegnate a organizzare missioni di scavo e recupero sul nostro territorio. «Purtroppo, non se ne fece nulla», si rammarica Vittorio Emiliani, coordinatore del Comitato Cederna per la Bellezza, che riunisce Fai, Italia Nostra, Legambiente e Wwf. «I capolavori, però, dovevano restare esclusi, perché si trattava di mettere a disposizione so¬ lo il materiale ripetitivo, vale a dire quello di cui c'è sovrabbondanza nei depositi». Sono invece i capolavori (almeno alcuni) che Berger vorrebbe comprendere nella sua salvifica «Usta da leasing» per privati, musei, fondazioni e collezionisti, purché espongano quanto ricevono e «ne facciano un uso non improprio». Idea-provocazione che spaventa Anna Maria Donadoni, direttrice del museo Egizio di Torino: «Che stravaganza: se lo Stato non sempre è in grado di garantire la tutela delle opere, che sicurezza possono darci i privati?». E che turba anche Paolucci: «La cui- tura americana è pragmatica, tuttavia il prestito di massa va ben al di là della questione-furti: e se quelli che beneficiano del leasing sono gli stessi professori che i beni li trafugano, per citare lo sconcertante caso dei docenti scoperti a Catania?». Per questo Conforti suggerisce di affinare l'arma numero uno contro tombaroli e trafficanti: «Prima di tutto si deve rendere la legge più dissuasiva: oggi, secondo la 1089, che risale al 1939, l'acquisizione illecita di un'opera d'arte ricade nell'articolo 624 del codice penale». Come dire che fiuv ti di poni e di vasi attici si equival¬ gono. «Cominciamo a restituire "la rninima legalità" - aggiunge Paolucci -: ci sono intere regioni o pezzi importanti, soprattutto al Sud, che vivono nell'illegalità. Gli scavi clandestini sono una sfaccettatura di una condizione che comprende traffico di droga, lavoro nero, evasione fiscale, abusivismo edilizio». Prima di applicare la lezione Berger, quindi, si farebbe bene a dare la caccia ai 700 metal detector che in Sicilia bucano ogni giorno il terreno alla ricerca dei tesori che gli onesti non vedranno mai. Gabriele Beccaria Conforti: «Una nuova legge anti-saccheggio» Donadoni Roveri: «I privati non danno abbastanza garanzie» IL SACCHEGGIO DEI TESORI ■ I PUNTI PIÙ' ESPOSTI Al FURTI 1. Collezioni private 2. Chiese 3. Musei ed enti pubblici ■ UN PATRIMONIO A RISCHIO 100 mila chiese e coppelle 40 mila rocche e castelli 20 mila centri storici 3570 musei 2100 aree archeologiche 1500 monasteri 3000 santuari e palazzi vescovili 5000 biblioteche e archivi ecclesiostici 28.000 parrocchie e archivi ■ PERCENTUALE DELLE OPERE RECUPERATE 48% dei casi I carabinieri mostrano una parte delle opere recuperate nel blitz avvenuto a Catania