Rapinati e uccisi da tinti tassisti

Rapinati e uccisi da tinti tassisti I banditi hanno confessato. Rimane il mistero dei 500 dollari che non sono stati rubati fjlj Rapinati e uccisi da tinti tassisti Risolto il giallo dei due italiani ammazzati a Cuba BERGAMO. Erano stati fermati nei giorni scorsi e, dopo estenuanti interrogatori in carcere all'Avana, sono crollati: «Siamo noi. gli assassini dei due turisti italiani», hanno detto Raul Duarte Seul e Carlos Rafael Prieto. Poi i due, che sono pregiudicati, hanno raccontato alla polizia castrista di come, il 13 settembre scorso a Guanabo, località turistica a 30 chilometri dalla capitale cubana, hanno prima rapinato e poi ucciso Fabio Usubelli, 31 anni, ingegnere di Osio Sotto, in provincia di Bergamo, e Michele Niccolai, 34 anni, muratore di Buti, nel Pisano. Pare così risolto il giallo sul duplice delitto, anche se molti restano i punti oscuri di questa vicenda, tanto che Alejandro Gonzalez, portavoce del ministero degli Esteri a Cuba, si è affrettato a spiegare che le indagini sono tuttora in corso per fare completa luce sull'episodio. A incastrare i killer sono stati alcuni oggetti delle vittime trovati nelle loro abitazioni. In particolare una macchina fotografica Minolta e uno zainetto appartenente a Usubelli che sono stati fumati dalla polizia cubana e mostrati alla famiglia del giovane. Nove giorni fa un colonnello della milizia castrista è arrivato a Osio Sotto con la videocassetta: i genitori dell'ingegnere hanno riconosciuto gli oggetti (lo zaino aveva una cucitura fatta proprio dalla madre della vittima) ed è da lì che le speranze di farla franca per Seul e Prieto sono precipitate. Messi alle strette dagli investigatori, i fermati hanno confessato di aver attirato nella trappola i due turisti italiani fingendosi tassisti abusivi, quelli che la gente del posto chiama «boderos», appostati fuori dall'aeroporto José Marti dell'Avana, in attesa del volo da Santo Domingo sul quale si erano imbarcati Usubelli e Niccolai. I due cubani hanno fatto salire le vittime sulla loro auto e le hanno portate a Guanabo. Qui hanno costretto i due clienti a scendere e li hanno giustiziati con tre colpi di pistola. Dopo di che gli assassini hanno rubato soldi, vestiti, oggetti preziosi e travel cheques, parte dei quali sono stati cambiati subito dopo l'omicidio nella filiale di una banca spagnola. Ma qui cominciano anche i punti oscuri di questo giallo caraibico. I cadaveri sono stati trovati a 300 metri di distanza l'uno dall'altro e non nel punto dove i due sarebbero stati ammazzati (mancavano le tracce di sangue sul terreno). Perché dei rapinatori da strada avrebbero rischiato di trasportare i corpi in un altro posto col pericolo di essere scoperti? E perché i vestiti di Usubelli non erano macchiati di sangue? Ma, soprattutto, era stato un altro dettaglio a far pensare a piste diverse da quelle della rapina (si era ipotizzato un appuntamento dei due italiani con dei narcotrafficanti): addosso al cadavere del trentunenne bergamasco la pohzia ha trovato 500 dollari. Perché, si erano chiesti gli inquirenti, se di rapina si trattava, gli autori non avevano preso pure quel denaro? Il mistero era stato risolto quando si era saputo che il contante era nascosto nel taschino della cintura interna ai pantaloncini dell'ingegnere: dunque, difficile da trovare per chi agisce con la fretta di fuggire. Appurato il particolare, la pohzia cubana, con la collaborazione dell'Interpol e del servizio centrale operativo della Criminalpol italiana, aveva subito sposato la tesi del dehtto per rapina, passando al setaccio gli ambienti dei tassisti e degli affittacamere abusivi. Stefano Serpellini

Persone citate: Alejandro Gonzalez, Carlos Rafael Prieto, José Marti, Michele Niccolai, Niccolai, Prieto, Raul Duarte Seul, Stefano Serpellini

Luoghi citati: Avana, Bergamo, Buti, Cuba, Osio Sotto, Santo Domingo