«Berlusconi, sul referendum linea suicida»

«Berlusconi, sul referendum linea suicida» L'ex leader del Psi polemico anche con Fini: «Un tempo proporzionalista di ferro» «Berlusconi, sul referendum linea suicida» Craxi: si prepara un maggioritario in stile Mussolini ROMA <(Avete visto? Lo volete capire che non sono io il suggeritore di Berlusconi? Magari ascoltasse i miei consigli... Speriamo che segua almeno quelli di Edmond Dantès...». Al telefono da Hammamet, Bettino Craxi è di buon umore, anche se preoccupato per «i rischi che corre il Paese». Edmond Dantès, eroe del conte di Montecristo, è il suo ultimo eteronimo, che in una nota a sorpresa ha appena definito la linea di Silvio Berlusconi su referendum e riforma elettorale «sbagliata, attendista, subalterna» e in prospettiva «suicida». «I conti vanno fatti da chi li sa fare», affonda Dantès, e non da dilettanti o da professionisti ondivaghi come Gianfranco Fini, «un tempo proporzionalista di ferro e oggi maggioritario d'acciaio». Al telefono Craxi non è più tenero verso i diarchi del Polo: «Il maggioritario che ci stanno preparando via referendum assomiglia a quello di Mussolini del '24. Stasera andrò a rileggermi De Felice per approfondire analogie che sono inquietanti. E' un sistema che assegnerà a chi ha il 35% dei voti il 70% dei seggi. Che ne sarà non dico dei partiti, ma della società democratica? E poi il maggioritario spazzatutto è in contraddizione con il federalismo, in quanto ogni regione sarebbe ridotta a un'unica rappresentanza. Non a caso la Germania federalista non ha un sistema bipartitico, ma una soglia di sbarramento analoga a quella che Edmond Dantès propone per l'Italia». Craxi-Dantès ha invece un occhio di riguardo per «gli alleati del Pds» ostili al maggioritario. Un segnale di apertura alla diaspora Psi di rito ulivista? «Ma, guardi, io sono qui al confino...- si schermisce Craxi -, E poi alleati del Pds ostili al maggioritario sono anche i popolari». «Io mi auguro che le parole del presidente siano un segno nuovo d'attenzione nei nostri confronti - dice Ugo Intini, che di Craxi fu portavoce -. Sarebbe, è, una buona cosa. Bettino si sarà pure accorto che il partito di De Michelis e di suo figlio, che a Roma appoggia il Polo, ha avuto risultati virtuali, mentre noi socialisti democratici a Brescia siamo all'I 1%. E certo Craxi non dimentica che non solo alcuni pidiessini applaudirono al massacro di una classe politica, ma anche An, la Lega e, in una prima fase, lo stesso Berlusconi. Non aveva forse chiesto a Di Pietro di diventare il suo ministro dell'Interno?». Il figlio evocato da Intuii non legge le parole paterne come una scelta di campo tra i vari gruppi della diaspora socialista. «Ma è in¬ dubbio - è l'interpretazione di Bobo Craxi - che la questione della legge elettorale, che vede mio padre sulle posizioni proporzionaliste che furono di Turati e della migliore sinistra italiana, alimenti il distacco dei socialisti dal Polo. A Ugo potrei replicare che se noi stiamo con Fini lui si ritrova in compagnia di Di Pietro. Ma in fondo la nostra collocazione a Roma è un'alleanza elettorale, non una strategia». E, se anche Giuliano Ferrara trova «perfettamente normale» che l'uomo che per sedici anni fu il capo dei socialisti italiani tenda, attenuatasi la furia della battaglia contro il «partito dei pm», a collocarsi a sinistra, non è detto che la rottura a destra sia consumata. E neppure, forse, che il viaggio verso sinistra sia già iniziato. Dal Polo viene per ora una replica secca a Craxi. «Mi auguro che la sua nota di oggi sia frutto di una riflessione diversa da quell"andate al mare' che segnò invece il trionfo del referendum sulla preferenza unica e l'inizio della fine del Psi dice Giulio Tremonti -. Si tratta di capire prima di criticare. La posi zione del Polo è all'evidenza una reazione al ribaltonismo, all'ecces so di manovra senza consenso po polare cui assistiamo sull'altro fronte. L'onere della proposta in combe sul governo. Se D'Alema, che ha istituito un ministero per le Riforme istituzionali, non riesce in un mese a proporre almeno una nuova legge elettorale, il Polo non può che sostenere il ritorno al popolo attraverso il referendum». Aldo Cazzullo Replica Tremonti: spero che sia una riflessione diversa dal famoso «andate al mare» L'ex segretario del partito socialista Bettino Craxi

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