«Il mio governo non è in pericolo» di Antonella Rampino

«Il mio governo non è in pericolo» Il Presidente del Consiglio a Lecce annuncia «mediazioni e sintesi» per la legge elettorale «Il mio governo non è in pericolo» D'Alema: ma il Paese è ingessato, ha paura delfuturo LECCE DAL NOSTRO INVIATO Massimo D'Alema è disponibile a fare «mediazione e sintesi» sulla nuova legge elettorale, perché quella che c'è, e che in gergo politico si chiama il Mattarellum, «è una buona legge, ma lacunosa». E «lacunoso» era pure il piano per il lavoro che Prodi presentò sei mesi fa a Cardiff, perché è proprio quello che ieri l'Unione Europea ha bocciato per eccesso di assistenzialismo, «lì erano centrali i lavori socialmente utili, e a quel piano abbiamo già fatto molte correzioni in direzione della diminuzione del costo del lavoro». E poi un nuovo piano per il lavoro è allo studio, sarà frutto di un altrettanto nuovo patto per il lavoro, altro tavolo che si apre a Palazzo Chigi, e che si chiuderà prima di Natale. Nessun rischio poi di frizioni o crisi nel governo: «La maggioranza è splendida, si comporta in modo mirabile», addirittura. Massimo D'Alema, innovando la già innovativa e recente prassi delle «conferenze stampa del lunedì», stavolta parla da Lecce, dove è andato in una visita ufficiale nella quale ha avuto appena il tempo di festeggiare i dodici anni della figlia Giulia: «No, a pranzo non posso, se non mi lasciate andare mi cacciano di casa», diceva ieri cercando di raggiungere la torta con le candeline. E prima della conferenza stampa, e dopo un incontro a quattr'occhi con il sindaco Adriana Poh Bortone che ha «tutta la stima», ma che non diventerà commissario straordinario per l'immigrazione, davanti a una platea di imprenditori, sindacalisti, rappresentanti delle locali istituzioni ha un po' fatto le prove generali del vertice del prossimo fine settimana a Vienna, tutto dedicato alla «Maastricht per il lavoro». Dunque, «la Finanziaria che abbiamo ereditato ed emendato nei limiti del patto di stabilità alla fine ha saldi ben più rigorosi», e i tassi continueranno a scendere. Sono gli stessi argomenti che gli permetteranno poi, rispondendo a un giornalista, di definire «splendida» la maggioranza, «si è comportata in modo mirabile, abbiamo varato la Finanziaria più rapidamente che qualsiasi altro governo negli ultimi dieci anni». Parlando con le cosiddette parti sociali, è sceso in alcuni dettagli, «privatizzare non significa vendere il pubblico ai privati, significa liberalizzare: com'è successo per la Telecom, quella privatizzazione ha fatto nascere altre aziende». Ma, detto questo, «adesso il Paese mi sembra ingessato, l'Italia si mostra timorosa del futuro, perché si preferisce rinviare piuttosto che investire», e bisogna partire dal Sud, l'Agenzia che verrà varata serve a questo, «a rilanciare l'economia della parte più giovane del Paese, il Mezzogiorno che ho incontrato non è in attesa di qualcosa, ma pronto a rimboccarsi le maniche». Naturalmente, al centro della conferenza stampa c'è stata la poli¬ tica. Con il Capo dello Stato che da Melbourne ha smentito di aver mai detto che se la Corte Costituzionale desse il via al referendum di Di Pie- tro e Segni, questo vorrebbe dire dover poi sciogliere le Camere, perché in fondo il semestre bianco è obsoleto, D'Alema ha gioco facile: «Io sono a Lecce, non a Melbourne, e il Capo dello Stato ha smentito». Comunque, «la questione è estremamente delicata, siamo in doverosa attesa del responso della Corte: quello che occorre adesso è una buona legge elettorale», perché quella che c'è «è buona, ma lacunosa». E ai cespugli dell'Ulivo, ai popolali, ai comunisti italiani, ai verdi, a tutti quelli che hanno ventilato frizioni nel governo se Botteghe Oscure tenesse duro sul doppio turno di collegio, che era poi la formula cara al D'Alema presidente della Bicamerale, manda un segnale: «Spero ci sia una discussione serena, in questo momento le proposte dei partiti sono condizionate dall'attesa del responso della Corte, ma tutti vogliono la riforma elettorale, e far cadere il governo non l'aiuterebbe». Perché poi, «per una nuova legge elettorale, io l'ho sempre sostenuto, si vuole un accordo ben più ampio che non la semplice maggioranza». Porte aperte anche a Berlusconi e Fini, che pure sono stati oggetto di stoccate. «Fini dice che noi non possiamo accogliere illimitatamente gli immigrati? Io non l'ho mai sostenuto, noi applicheremo una legge che consente l'accoglienza regolata, e che serve a combattere i flussi clandestini. Fini dovrebbe leggere bene le agenzie di stampa, non solo i titoli». Berlusconi viene invece bacchettato sul caso Ocalan, ma senza neanche nominarlo: «Chi dice che la legge si può violare racconta barzellette: non potevamo mandar via Ocalan perché non avremmo rispettato i trattati internazionali e le leggi nazionali». In questo clima, inutile insistere ricordando che Marini ha ventilato il rischio di crisi di governo sul doppio turno di collegio: «Marini ha voluto molto che si facesse questo governo, esponendosi anche a critiche nel suo partito. Scelta coraggiosa, che ho molto apprezzato, e i risultati del partito popolare all'ultima consultazione elettorale l'hanno premiato». Antonella Rampino fi fi La maggioranza è molto compatta e si comporta in modo mirabile Siamo riusciti a fare una Finanziaria in tempi record Da dieci anni nessun esecutivo ha saputo fare altrettanto p p Il premier Massimo D'Alema durante il briefing di ieri a Lecce

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