Le performance? Un mistero

Le performance? Un mistero Sembra facile leggere i rendimenti. Ma i tecnici lanciano Vallarme: i metodi applicabili, più d'uno, consentono di fatto la manipolazione Le performance? Un mistero IN apparenza è tutto chiaro: i clienti delle gestioni patrimoniali, recita il regolamento predisposto dalla Consob (frutto di un anno e mezzo di lavoro), devono ricevere un ricco e dettagliato rendiconto di gestione. Tra le informazioni doverose figura, ovviamente, la performance del periodo messa a segno dal gestore. Dal prossimo gennaio, poi, tale performance dovrà esser messa a confronto con un «benchmark», ovvero un riferimento obiettivo e appropriato, una sorta di «pagella» di immediata lettura sull'operato del gestore. DISINVESTIMENTO Tutto facile, insomma. Ma, come un fulmine a ciel sereno, ecco la critica dell'esperto. «Le performances, così come vengono spesso calcolate, servono a misurare più l'abilità del cliente nell'investire e disinvestire nei momenti migliori che non l'abilità del gestore...». Parola di Giorgio Moretti, responsabile del marketing strategico di Datamat. Accusa di non poco conto, anche perché Moretti l'ha pronunciata di fronte a un pubblico qualificato di gestori al recente convegno di Firenze, promosso proprio da Datamat, su «Idee, uomini e tecnologie a difesa della competizione europea per la gestione del risparmio» senza sollevare, in pratica, obiezioni. DUE SISTEMI Ma, allora, c'è da fidarsi della «performance» che ci viene segnalata nel rendiconto di gestione? E che cosa bisogna pretendere a proposito di «benchmark»? Per rispondere occorre addentrarci, sotto la guida di Moretti, lungo un sentiero tecnico. In sintesi, esistono due scuole per calcolare una performance: i metodi ponderati in base al tempo (o «Time weighted») e quelli ponderati in base al valore (o «Money weighted»), ALGORITMI Entrambi i metodi, che si avvalgono di algoritmi complessi, sono stati testati dall'Aimr, istituto internazionale che certifica i risultati delle varie performance. I metodi «Time weighted», a loro volta, si distinguono tra quelli che sterilizzano o meno l'effetto dei flussi di cassa dall'esterno verso il portafoglio (i nuovi versamenti nel corso del periodo) o verso l'esterno (i prelievi). Aimr suggerisce di utilizzare i primi, per valutare l'operato di un gestore prescindendo dagli effetti delle operazioni di investimento/disinvestimento disposte dai clienti, e, in particolare, consiglia il metodo «R-Daily». PESO DETERMINANTE Solo in questo modo, infatti, è possibile sterilizzare l'impatto sul rendimento della gestione provocato dal comportamento del cliente. E' possibile che nella storia di un rendiconto abbiano un peso determinante le decisioni del cliente che magari, nel corso del periodo in questione, ha investito una certa somma e l'ha ritirata prima del termine. In tal caso, la media della performance misura, per paradosso, più l'abilità (o l'imperizia) del cliente che non l'abilità del gestore a far fruttare le somme a lui affidate. Per evitare l'inconveniente, occorre un metodo di calcolo assai più raffinato, l'R-Daily, che consiste, in estrema sintesi, nella tecnica di suddividere il periodo in tanti sottoperiodi quanti sono i flussi considerati, calcolare le performance di ciascun sottoperiodo e poi comporre una sommatoria di tali performance al fine di ottenere il risultato finale. ALTERNATIVE Altri metodi, più semplici, tipo il «Dietz modificato» o il «Bai modificato» possono ottenere risultati apprezzabili ai fini della valutazione di una performance purché i flussi di cassa siano di modesta entità, anche se Aimr li considera poco più di un ripiego, consigliabile solo per la maggior semplicità di calcolo. Al di là dei calcoli più strettamente tecnici, infatti, ciò che preme sottolineare è che, a detta degli esperti di Datasim, il metodo corretto per calcolare una performance di un «contratto» di gestione non può che nascere da un metodo «Time weighted», mentre quelli «Money weighted» possono trovare applicazione solo quando si tratta di calcolare il valore assunto da un benchmark, una volta nota la performance di ciascun componente di esso. TRASPARENZA Questa, in sintesi, una sommaria spiegazione tecnica (per maggiori chiarimenti ci si può rivolgere a Datamat) di un problema che promette di suscitare non poche discussioni e polemiche nei mesi prossimi quando i clienti delle gestioni patrimoniali riceveranno i rendiconti dettagliati con tanto di raffronto tra performance e benchmark. Un contributo alla trasparenza che, almeno per ora, solleva più di qualche dubbio. LIBERTA' DI SCELTA In realtà, la normativa italiana offre una grande libertà di scelta in materia. Il regolamento Consob non impone un metodo rispetto a un altro. Tra le tante informazioni (forse troppe) date al cliente, non è prevista la spiegazione dei motivi dell'adozione di un criterio rispetto a un altro. Quel che è peggio, poi, è che la Consob raccomanda ma non obbliga l'adozione di un benchmark omogeneo e in linea con quello adottato per calcolare la performance. Negli Stati Uniti, ma anche in Svizzera e nel Regno Unito (e la tendenza si sta estendendo in tutti i grandi Paesi in cui operano i colossi del risparmio gestito), le performance delle varie gestioni devono essere certificate secondo i metodi dell'Aimr che si preoccupa che i dati delle varie iniziative in concorrenza siano omogenee e confrontabili. GESTIONI E l'Italia? Per ora non esiste alcuna prescrizione in merito. Ciascuno, insomma, può fare quel che vuole, con conseguenze rilevanti, addirittura paradossali nei casi limite. Nell'esempio in tabella, infatti, c'è la dimostrazione che, mentre l'«R-Daily» resta invariato al variare delle operazioni del cliente, altri sistemi di calcolo, pur «avanzati», rischiano di offrire situazioni opposte. E il pastic¬ cio è destinato a crescere se il «Dietz modificato» viene utilizzato per determinare la performance di un «benchmark» di una linea di gestione. ALL'ESTERO Il rischio, insomma, è che le centinaia di migliaia di clienti siano privati dell'opportunità di mettere a confronto i risultati delle varie linee di gestione offerte dalle banche e dalle finanziarie. Un handicap ormai superato da tempo dalle linee di gestione americane e di molti Paesi europei. Inoltre, molti clienti si troveranno «benchmark» poco significativi perché non omogenei al metodo di calcolo delle performance (e poi, quanti clienti saranno in grado di capire spiegazioni corrette ma comunque destinate agli addetti ai lavori?). Il tutto perché, suggeriscono i maligni, alcune banche non sono in grado di utilizzare i «software» più sofisticati e moderni... UN ESEMPIO PARADOSSALE Il cliente preleva 125 milioni, quindi resta un portafoglio di 5 milioni da gestire che al 30 giugno 1997 ha mantenuto lo stesso valore di 5 milioni. Il rendimento calcolato con «R-Daily» dal 1/1/98 al 30/6/98 +30% a W rendimento calcolato I con il «Dietz modificatoli dal 1/1/98 al 30/6/98 (da 130 a 5 milioni) ss— NEL CASO IN CUI UN CLIENTE ABBIA VERSATO 100 MILIONI AL 1/1/98 E CHE IL GESTORE SIA STATO COSI' BRAVO, NEL CORSO DI GENNAIO, DA FAR SI' CHE LO STESSO PORTAFOGLIO, L*l/2/98, VALGA 130 MILIONI, QUAl E' LA PERFORMANCE? METTIAMO DUE CASI PARADOSSALI. «R»Daily» non è influenzato delle azioni del cliente e nella valutazione^ si tiene conto solo dell'abilità del gestore. Il cliente preleva solo 50 milioni, quindi rimangono da. gestire 80 milioni che al 30 giugno sono rimasti sempre 80 milioni. Il rendimento calcolato con il «Dietz modificato» ■ dal 1/1798 al 30/6/98 {da 130 a 80 milioni) +51,18% Qj Il rendimento calcolato con «R-Daily» dal 1/1/98 al 30/6/98

Persone citate: Dietz, Giorgio Moretti, Moretti

Luoghi citati: Datamat, Firenze, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera