Lettere Provinciali

Lettere Provinciali Lettere Provinciali IO sono stato piccolo negli Anni Settanta, quando ancora le socialdemocrazie scandinave erano un modello per la borghesia illuminata della galoscia italica. Un modello non solo politico, ma anche estetico. Credo che il fenomeno abbia giovato molto a falegnami e mobilieri di eventuali brianze baltiche, perché le case dei borghesi illuminati che conoscevo io erano imbottite di trapunte, utensili e poltrone che si sarebbero intonate meglio con il fiordo di Trondheim che con le gobbe montagnose della Bisalta. A proposito, i borghesi illuminati di Cuneo erano la famiglia del dottor Manfredi, e basta. Dal loro giardino con betulla si vedeva bene, appunto, la Bisalta. Sarà colpa di quest'infanzia e dei romanzi di Astrid Lindgren (Pippi Calzelunghe, Emil, Rasmus e il vagabondo, Vacanze sull'isola dei gabbiani, per citare solo quelli trasformati in telefilm per ragazzi), ma non riesco a evitare di sdilinquirmi alla prima nevicata dell'anno, nonostante il tema grondi kitsch com'è naturale che sia, visti gli oceani d'inchiostro versati dalla prima alla quinta elementare su questo argomento in tutte le classi dell'Italia dove nevica. Perché sotto la neve la mia città stesa sull'altopiano è struggentemente scandinava e io l'amo. Chiudo gli occhi e immagino il mio paradiso figlio di un'infanzia Anni Settanta trascorsa per metà in casa Manfredi: bambini avvolti in cerate iridescenti agitate dal vento che aspettano l'attacco di un traghetto sull'orlo sfilacciato di un fiordo. A Cuneo manca il Mare del Nord, d'accordo, ma il clima, da novembre in poi, non è poi così diverso. E quando nevica si ha davvero l'impressione di trovarsi nell'ultimo avamposto della civiltà, degli aperitivi e delle case ben riscaldate, prima di una distesa di territori inospitali e avventurosi. La città somiglia a una tendopoli carovaniera, un posto di sosta in cui i viandanti consumano le ultime comodità prima di un lungo e periglioso viaggio. So bene che è tutto falso, che anche a Chiapperà si può stare al calduccio e ci si commuove per le imprese della fata delle rimpatriate Raffaella Carrà, ma mi abbandono lo stesso alle mie fantasie di Scandinavia e se fossi capace di dipingere oggi il mio quadro s'intitolerebbe Cuneo 24 novembre 1998, prima neve.

Persone citate: Astrid Lindgren, Pippi Calzelunghe, Raffaella Carrà

Luoghi citati: Cuneo, Italia