Storie di città

Storie di città Storie di città MI è arrivato dalla Biblioteca Civica di Racconigi un elegante invito ad assistere alla presentazione di un libro di memorie di guerra. L'invito reca in basso a sinistra la firma dell'Assessore alla Cuntura. Mi chiedo quale sarà mai la delega alla Cuntura. Forse a Racconigi hanno adottato il piemontese come lingua ufficiale e l'assessore si occupa dei Cunt, cioè del bilancio, oppure delle chiacchiere, di quelli che se la contano. A proposito di strafalcioni, Nuccio Messina, lettore attento e disincantato, segnala in una deliziosa lettera alcune perle del linguaggio burocratico. Cito: «Lungo il muro della tenuta della Mandria un incrocio stradale viene segnalato con la scritta Intersezione semaforizzata, che ci consente di osservare: 1°, il sostantivo esatto, volendo riferirsi a incrocio stradale, è Intersecazione; 2°, il verbo semaforizzare non esiste». Se scrivevano Incrocio con semaforo c'era il rischio che tutti ne comprendessero il significato. Per la verità il dizionario Garzanti dà per buoni sia il verbo semaforizzare che l'uso di intersezione per l'incrocio di due strade. Resta il fatto che l'espressione è orrenda e soprattutto incomprensibile per uno straniero. Dove l'amico Nuccio Messina ha ragione da vendere è nel secondo caso che segnala. Scrive infatti: «Una signora abitante in via Bonzo interveniva attraverso La Stampa per segnalare che tale via è piena di buche. L'assessore - o chi per lui - rispondeva che, trattandosi di passag¬ gio privato, non sono previsti per tali sedimi interventi, se non intesi ad ovviare a circoscritti ammaloramenti)). Sedime è riportato dai dizionari come voce rara al posto di sedimento, ma gli architetti la usano volentieri per marcare il loro gergo professionale. Ma ammaloramento non esiste da nessuna parte, se l'è inventato l'assessore. A essere generosi c'è ammaliamento che rappresenta l'azione di ammaliare, ovvero di affascinare, di sedurre. Va be' che le autorità comunali ci hanno abituati a tante stranezze ma sembra difficile immaginare un intervento pubblico su una strada perché ammalia i passanti. Continua la lettera: «Sui contenitori della spazzatura situati nelle strade l'Amiat ha applicato un avviso a stampa sul quale, tra l'altro, si ricorda che è vietato Conferire rifiuti liquidi». In effetti si dice che al tale «è stata conferita un'onorificenza» e per quanto ci sforziamo di dare un valore alla spazzatura sembra difficile arrivare a considerarla una medaglia al valore. Anche nel caso in cui il verbo entra nella frase «il tale ha conferito col ministro» sembra del tutto ovvio che a sua eccellenza non vadano consegnati rifiuti liquidi. Cambiamo argomento. C'è un gran via vai nel mondo della ristorazione torinese. A locali che chiudono, come il glorioso Vecchia Lanterna di Armando Zanetti, si alternano locali che aprono. Avrà pure un significato il fatto che il torinese Piero Chiambretti apra un ristorante pizzeria napoletano intitolandolo ai Fratelli La Cozza mentre il romano Vitale inaugura a Porta Palazzo un locale espressamente dedicato al bollito misto e lo chiami con il piemontesissimo nome di Pautasso. L'inaugurazione di un ristorante è una buffa cerimonia: gli invitati non sanno bene come comportarsi perché una cosa del genere non capita tutti i giorni e non ci sono precedenti a cui rifarsi. Si sta tutti in piedi guardando cosa fanno gli altri, per imitarli. E' chiaro che non puoi sederti a un tavolo e ordinare le portate come faresti se alla fine pagassi il conto, perché si sa che quella sera lì nessuno paga. Alla fine qualcuno si stanca di stare in piedi e si accomoda, ma un po' di traverso e in punta alla sedia pronto a scattare in piedi se la cosa dovesse risultare sconveniente. Funziona. Anche altri invitati, visto che qualcuno ha dato il buon esempio, si siedono. Ma non c'è posto per tutti, molti si sono imbucati senza avere l'invito. Le persone sedute attorno allo stesso tavolo si dividono in due partiti: una metà sostiene che bisogna rimanere seduti e che i camerieri prima o poi ci porteranno da mangiare, l'altra metà che se vogliamo mangiare qualcosa dobbiamo andarcelo a prendere. Sguardi nervosi in giro con relative torsioni sulla sedia per vedere cosa fanno gli altri. Sembra che avesse ragione il partito dei seduti perché dalla cucina escono file di camerieri con piatti di pizze fumanti che si avviano verso i tavoli. Ma sono intercettati da quelli rimasti in piedi che si servono bellamente a rischio di scottarsi le mani. Se non andiamo a servirci qui non si mangia. Alla fine poi ce n'è per tutti. Placati i morsi della fame, la conversazione decolla e verte su un solo argomento: stabilire con precisione la mappa aggiornata dei ristoranti di Torino, chi sono i proprietari e gli chef; poi le voci, i prestanome, le prossime chiusure, si dice che in via della Rocca apriranno un nuovo locale e che dietro quest'operazione ci sia niente meno che... Bene, mangiato abbiamo mangiato, bevuto abbiamo bevuto, possiamo anche andare: ci vediamo alla prossima inaugurazione.

Persone citate: Armando Zanetti, Garzanti, Nuccio Messina, Pautasso, Piero Chiambretti

Luoghi citati: Racconigi, Torino