Sportineria

Sportineria Sportineria ODESTA proposta per un ammorbidimento parzialissimo ma non trascurabilissimo del problema del traffico cittadino: provvedere più spesso alla raschiatura dei manifesti murali, rara specialmente dove, non esistendo il marciapiede o comunque lo spazio adatto all'esercizio di quel lavoro, per raschiare si deve rischiare, visto che le auto ti sfiorano la schiena come le corna del toro al Cordobes nei passaggi più perigliosi. Cosa c'entrano i manifesti murali, e specie quelli incollati su pareti di metallo ondulato o di legno, insomma su installazioni provvisorie per celare cantieri e simili? Basta verificare, nei giorni di pulizia, lo spessore dello strato che si è formato, manifesto su manifesto. Sono alcuni centimetri, evidentemente perché viene più facile, quando un manifesto ha finito la sua validità nel tempo se annuncia uno spettacolo con data fissa, o ha esaurito la sua licenza legale se reclamizza un prodotto, incollare carta su carta. Se per caso ci sono cantieri dai due lati della strada, la strada stessa risulta meno larga anche di una ventina di centimetri. Decisivi per evitare un frontale o almeno permettere un sorpasso, uno slalom in extremis. Il discorso vale anche per i passanti, quando sono i marciapiedi ad essere ridotti per spessore di manifesti. Un piede giù dal marciapiede è un rischio, certe volte. E in caso di graffiti che sporcano a ripetizione certi muri, anche lo spalmare un po' di bianco, offrendo il muro stesso ad un altra bieco graffitante, finisce per rubare millimetri e poi centimetri di spazio alla popolazione. La pratica della raschiatura ha, oltre che una sua necessità, un suo fascino. Riaffiorano immagini che si pensavano antiche e sono invece di poche settimane prima, appuntamenti che parevano vitali e che invece sono scoccati e si sono dipanati senza echi, senza problemi. Si rivedono volti, gambe, anche seni e glutei che per troppo poco tempo furono famosi. Si leggono slogan che ci colpùono per un giorno e stop. C'è molta storia della città, per non dire del paese, in quei manifesti che, raschiati, si riassumono in poveri penzolanti lembi di carta. Bisognerebbe conservare una parete mai raschiata per i posteri del dopodomani, in una via che non patisca troppo il restringimento del corridoio, ispessita di carta a decimetri, a metri, e fra un po' di anni affidarla agli studi della socioarcheologia, ai lavori degli studiosi del passato fresco. Comunque che si faccia in fretta a ricoprile le zone appena pulite: i muri senza manifesti sono come contrafforti marini senza fiori, spalti montani senza muschi.