John Martyn Un mito del folk rock
John Martyn Un mito del folk rock John Martyn Un mito del folk rock POCHI sanno che John Martyn (in concerto con la sua band al Folk Club, via Peirone 3 bis, sabato 5 alle 21,30, info 011/537.636) è un nome d'arte e che questo signore scozzese ormai cinquantenne si chiama all'anagrafe Iain McGeachy. In realtà il problema è «più a monte». Pochi sanno chi è John 'Martyn «tout court», perché non bastano trent'anni di onorata carriera e la stima della critica per fare una celebrità. Al massimo nasce un «culto», ed è giusto il caso. John Martyn è un venerato minore, un grande outsider, come il suo amico e coetaneo Richard Thompson e altri britannici di gusto raffinato che vedono da lontano le classifiche e quasi mai la Tv ma sono il sale di quella scena. Chi non li conosce, in due parole, si perde qualcosa. Martyn cominciò un milione d'anni fa, l'estate del «3gt. Pepper», evitando psichedelia e suoni alla moda per un suo folk già da subito originale, che prendeva un po' da Dylan, un po' da Donovan e qualcosa dai revivalisti del suo Paese. Suonava ballate dolci con la chitarra e si accompagnava a piccole formazioni acustiche dal suo suono discreto. Per un periodo duetto con la moglie, Beverley Kutner, ma presto tomo solo e guadagnò un buon credito nel mondo del folk rock britannico. C'erano dei nomi che sbocciavano in quel campo, non solo il Thompson che ricordavamo prima. Cat Stevens sbancava le classifiche con i suoi modi gentili e Nick Drake, il Nick Drake di cui tanto si parla in questi giorni, intesseva le sue malinconie un un oscuro angolo della scena. Martyn lo conosceva, ne era amico oltre che compagno di etichetta alla Island. Via via negli anni il folk originale stemperò in qualcosa di più complesso e affascinante, una canzone moderna in cui lampeggiavano tracce di blues, di jazz, con arrangiamenti sempre più sofisticati. Vennero apparizioni in classifica, una specie di piccola fama; prima però l'uomo dovette combattere, é vincere, un alcolismo che stava per fame uno dei tanti martiri della scena rock. Gli Anni 80 furono forse il periodo più felice. Cominciarono con un fortunato disco dedicato con sarcasmo a Ronald Reagan (era lui il «Glorious Fopl», «lo scemo glorioso» del titolo) e proseguirono con album altrettanto venduti come «Well Kept Secret» o «Piece By Piece», in cui compare una delle sue canzoni più belle e celebri, «Angeline». La musica era diventata un elegante tappeto elettro-acustico, originale variazione al tema «soul folk» di Van Morrison: e a Martyn era cresciuta una voce più calda e piacevolmente amara, come nel gusto di certi grandi vini rossi di lungo invecchiamento. Quell'idea di canzone è rimasta fino a oggi, ai cinquant'anni vissuti con molta serenità: un disco ogni due-tre anni, una regolare attività dal vivo, l'affetto dei fans. John Martyn suona la versione «deluxe» di quello che un Chris Rea banalizza nelle classifiche di mezza Europa: o, a voler essere più maliziosi, riesce in quello che Eric Clapton balbetta in molti suoi dischi fuori dal blues. A proposito di Clapton. Prendete un suo vecchio ellepì famoso, «Slowhand», e selezionate la track numero 7, «May You Never». E' una delle più belle canzoni di John Martyn, rende l'idea. Riccardo Bertoncelli John Martyn Un mito del folk rock
Luoghi citati: Europa
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Morire a Canelli a 25 anni
- Il deputato socialista Matteotti rapito da Roma in automobile
- Due fratelli di Nizza a giudizio per omicidio
- Nuove norme per la scuola Colore tv, prezzi, 95 progetti
- Ã? morto il gen. Carboni
- E' accusato di un omicidio
- L'arditismo nei comandanti
- Bergamo: guerriglia tra "tifosi,, durante la partita con il Torino
- Una pagina di valore alpino
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Tre domande a Capanna
- Ticino, la minaccia è svizzera
- Internet, istruzioni per l'uso
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- un po'di fantascienza
- Nascita di Marconi
- Non si mangia il gelato in boutique
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy