IL MAGICO MONDO DEL VALZER

IL MAGICO MONDO DEL VALZER IL MAGICO MONDO DEL VALZER La Strauss Festival Orchester Wien tra rose del Sud e Danubio Blu ANCHE una stagione tradizionalmente devota alla musica da camera come quella dell'Unione Musicale, ogni tanto si concede qualche gradevolissima incursione in repertori lontani dalle sue abitudini: è il caso del concerto di mercoledì 9 (Conservatorio, ore 21, serie verde) interpretato dalla Strauss Festival Orchester Wien diretta da Peter Guth e dedicato al magico mondo del valzer viennese. Dire valzer significa evocare i fantasmi di una borghesia colta ed epicurea che - ancora lontana dai drammi legati al disfacimento dell'impero asburgico - gode della sua condizione privilegiata e favorisce la nascita di forme d'arte che possono mettere in mostra e cantare le sua opulenza. D'altronde, come nelle operette dello stesso periodo, anche i valzer, le polke e la mazurke della Belle Epoque lasciano all'ascoltatore un vago retrogusto malinconico: cosa che prova innanzitutto le sfaccettature e l'alto livello artistico raggiunto dal genere. I prodotti della famiglia Strauss, dei loro modelli - Joseph Lanner - e degli epigoni da Leh'ar fino al nostro Carlo Lombardo - sono cren 'ire strane e ambigue che, sotto la scorta della piacevolezza timbrica e ritmica, celano una complessità di struttura e ideologica a tutta prima difficilmente evidenziabile. Artisti lontani nel tempo e nella mentalità come Arnold Schònberg o Anton Weber!) si sono interessati senza pudori al genere, cimentandosi in elegantissime trascrizioni per complessi d'archi. La Strauss Festival Orchester Wien si propone come uno dei più accreditati complessi per l'interpretazione autentica del repertorio viennese: il che - per fortuna - non obbliga a filolofismi senza sfumature, ma implica solamente una grande dose di amore per le proprie radici e un pizzico di autoironia. Il successo ha salutato le esibizioni del gruppo che, fin dalla fondazione avvenuta nel 1978, è apparso in festival internazionali e ha inciso splendidi dischi: una fortuna motivata dal perfetto senso di assieme e dalla magia timbrica che traspirano dalle sue esecuzioni. Il programma proposto per il concerto torinese comprende pagine dei principali rappresentanti musicali dell'epoca: Johann Strauss figlie) - tra gli altri titoli, i valzer «Rose del Sud» e l'immancabile «Sul bel Danubio Blu» -, Johann Strauss padre con gli altri figli Eduard e Joseph, e Franz Lehàr. Riprendendo una consuetudine dell'epoca degli Strauss, Peter Guth - violinista e direttore, allievo tra gli altri di David Oistrakh al Conservatorio di Mosca - dirige dal podio brandendo l'archetto del suo strumento ed eseguendo, contemporaneamente, gli inserti solistici: uno stile che, anche visivamente, contribuisce a ricreare quella fedeltà al mondo straussiano di cui egli è da sempre garante. I biglietti per i non abbonati costano 35 mila lire; gli eventuali ingressi sono messi in vendita mezz'ora prima del concerto a 25 mila. Informazioni allo 011/54.45.23. Alfredo Ferrerò

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