Vicini & lontani
Vicini & lontani Vicini & lontani Barbara Venturini Quando confessa di essere torinese (ma poi su questa torinesità ritorneremo) tutti nella Milano un po' snob di Brera restano stupiti. La sua è infatti nota per essere una tra le più internazionali e di trendy fra tutte le gallerie milanesi. Di conseguenza farebbe pensare più a Soho e al Village che al Lungo Po. Ma, per carità, non ditelo a Barbara Venturini che, lancia in resta, davanti ad un'osservazione del genere, incomincia a difendere fantasia ed estrosità che «proprio a Torino nascondono le loro massime espressioni». Ed è a Torino che Barbara, di origini marchigiane, ha incominciato ad appassionarsi di nuovariato, di decorazione, di collezionismo, di giovani artisti, sempre scegliendo i pezzi più estrosi, le soluzioni più inaspettate, le ipotesi meno banali. E, perché ne?, l'allegro sberleffo. Sono quel gusto e quella fantasia, quella professionalità giocata tra lievità e competenza, complicità e coinvolgimento che Barbara ha traslocato a Milano. Con enorme successo. La sua galleria-salotto è oggi punto di riferimento per chi ama il diverso e l'alternativo, il curioso e l'inusuale, ma anche porto sicuro per chi vuole semplicemente un consiglio di arredo, un'idea, una boccata di fantasia. Barbara con la sua allegria, la sua vitalità, la sua disponibilità amichevole è lì, pronta a giurare che è stata proprio Torino a darle quella verve, a insegnarle che su certe cose si può anche sorridere... Giorgio Franco All'inizio erano le maschere. Proprio così, quelle bellissime, colorate, fantastiche, spesso allegre, ma a volte anche pesantemente drammatiche e comunque sempre inquietanti, che imperversano al Carnevale di Venezia. Una specie di folgorazione maturata tra un canale e una gondola, per capire che la sua creatività e di conseguenza il suo mestiere, inventato dal niente e oscillante tra arte e artigianato, sarebbe stato per sempre legato a quell'idea di maschera. Né poteva essere diversamente, vista la sua formazione teatrale, vissuta tra scenografie e costumi, con incursioni da ruoli di regìa a quelli di attore. Insomma: Giorgio Franco, sia nella sua veste di artista che in quella di artigiano, alle maschere si rifà continuamente. Nel primo caso perché la maschera, come traduzione del volto, è diventato il tema centrale della sua ricerca, del suo modo di esprimersi e di comunicare; nel secondo perché il gioco delle maschere e del travestimento occhieggia comunque in tutto ciò che realizza per la sua clientela, sia un abito o un tendaggio, uno scialle o un paravento. L'effetto teatro imperversa, quasi nella necessità di un gioco che alla realtà preferisce la fantasia, che della costante trasformazione fa un mito. Sensibile ed emotivo, Giorgio sta affrontando il più grande dilemma della sua vita: scegliere tra arte e artigianato. Qualunque sia il verdetto, una garanzia: nella sua creatività il cuore continuerà a farla da padrone.
Persone citate: Brera, Giorgio Franco, Sensibile, Soho, Venturini
Luoghi citati: Barbara Venturini, Milano, Torino, Venezia
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