Meglio tardi che mai di Gabriele Ferraris
Meglio tardi che mai F LA SETTIMANA Meglio tardi che mai IVIAMO un'epoca formidabile. Questo già l'abbiam detto: ma in noi l'entusiasmo cresce, trabocca, deborda. Ci entusiasma apprendere che, qualche giorno fa, i consiglieri comunali Nigra (Ds), Rosolen e Quesito (Comunisti italiani) hanno preso a cuore le sorti del Museo del Cinema, presentando un'interpellanza sulle vicende sfociate nell'affidamento del progetto d'allestimento alla Mole al francese Francois Confino. Era ora. I problemi legati alla destinazione del bizzarro edificio, nonché le diatribe sull'ingaggio di uno, due, tre, quattro architetti, finora erano ignoti a tutti: non se n'era mai discusso sui giornali, nessuno vi aveva fatto cenno, tutto era avvolto nel più fitto mistero. Quando la faccenda sembra avviarsi a una svolta (giusta, sbagliata? comunque una svolta, in fondo alla quale s'intravede un punto d'arrivo), qualcuno apre gli occhi, drizza le orecchie, e scopre che (citiamo il consigliere Nigra) «rispetto alla scelta di utilizzare la Mole per il Museo del Cinema, rischiamo, alla fine, di avere spazi non sufficienti, e dunque una sede non adeguata». Ma no! Chi lo avrebbe mai sospettato? Certo non si poteva sapere prima, tutto ciò. Adesso, vivaddio, i consiglieri di Torino (mica di Milano...) si accorgono di quel che i media hanno sempre occultato: e chiedono lumi. Meglio tardi che mai. Sia chiaro: quei lumi non n avranno da noi, che non ne capiamo un'acca. Abbiamo sì l'impressione che attorno al Museo si giochino molti destini, e molti interessi; ma nostro dovere è soltanto registrare i fatti. Nei giorni scorsi, ad esempio, la decisione dell'assessore Perone di togliere il progetto dell'allestimento al precedente pattuglione d'architetti torinesi e di affidarlo a Francois Confino aveva dato la stura a commenti vari, ivi compreso quello di un alto funzionario della Regione, che aveva detto: «Non darei per scontato che il Museo accetti la candidatura, e che l'estromissione degli architetti sia giuridicamente indolore». Giuridicamente, non sappiamo. Indolore, proprio no. L_ Gabriele Ferraris risj
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