NELL'ERA DELLA TECNICA IL FINE CEDE AL MEZZO
NELL'ERA DELLA TECNICA IL FINE CEDE AL MEZZO NELL'ERA DELLA TECNICA IL FINE CEDE AL MEZZO L'analisi di Severino rovescia l'Ottocento MANUELE Severino ha appena pubblicato il suo ultimo libro, Il destino della tecnica: un lavoro che, come già annuncia il titolo, affronta il problema centrale della società moderna. E lo fa in maniera stimolante e piacevole perché, grazie a Dio, Severino è uno di quei filosofi che scrivono in italiano, senza ricorrere ogni due parole a trat-ti-no o a ungeheuere Worte, e argomentano con logica, senza troppo indulgere in equilibrismi verbali. Anche i non umanisti possono dunque seguire il filo del discorso di Severino, almeno in questo libro, il che non guasta, visto che vi si parla non solo di filosofia, religione, politica, economia ed educazione, ma anche, per non dire soprattutto, di tecnica e scienza. L'analisi di Severino parte da quella che è forse la caratteristica più evidente della storia occidentale di questo secolo: il rovesciamento, apparentemente inevitabile, fra mezzi e fini. Fino all'Ottocento la filosofia creava sistemi nel tentativo di raggiungere la verità, la religione cercava proseliti per testimoniare D p pil vero Dio, la politica chiedeva voti per realizzare utopie ideologiche, l'industria produceva prodotti per sodddisfare bisogni, la scuola attirava studenti fornendo cultura. Oggi gli assoluti sembrano tramontati, e tutte queste attività sono rimaste fini a sé stesse: si pensa per pensare, si crede per credere, si governa per governare, si produce per produrre, si consuma per consumare, si studia per studiare. E' proprio a causa di questo rovesciamento fra mezzi e fini che la nostra si caratterizza come l'era della tecnica: quando i fini cedono il passo ai mezzi, allora l'insieme di tutti i possibili mezzi, cioè appunto la tecnica, diventa Punico possibile fine. Severino esprime questa condizione riformulando la famosa massima di McLuhan: «Il medium è il messaggio», nella forma: «Il messaggio essenziale della tecnica è la tecnica stessa». Per mostrarci come i fini abbiano potuto gradualmente scomparire, cedendo il loro ruolo ai mezzi e alla tecnica, Severino ritorna a Parmenide, cioè a quel momento cruciale della filosofia greca in cui il pensiero si trovò di fronte al bivio tra divenire ed essere, o tra Follia e Non-Follia: da una parte le varie cose, mutevoli e tempora¬ li, protagoniste effimere di un mondo di apparenze; dall'altra l'unico essere, immutabile ed eterno, costituente la vera realtà. La filosofia occidentale sembra aver percorso consistentemente la via della Follia, concentrandosi sulle cose che, nascendo e morendo, vengono dal nulla e vi ritornano. E la tecnica, che si identifica appunto con la produzione dell'effimero e del temporaneo, non fa che portare a compimento questa via. Nel capitolo conclusivo Severino nota che nel paradiso della tecnica non c'è però posto per la Verità, ormai tramontata, e questa mancanza rende quel paradiso angoscioso e angosciante. Egli ci rammenta dunque l'altra via di Parmenide, quella rimossa della Non-Follia, suggerendone anche un'estensione: considerare tutte le cose eterne, e interpretare il loro divenire non come una temporanea uscita dal nulla, bensì come un temporaneo manifestarsi dell'essere. Fin qui, il libro. Chiediamoci ora come possa reagire all'intero discorso la comunità scientifica. A prima vista, sembra che ci sia poco da condividere, perché Severino associa continuamente la tecnica alla scienza, presentando- le come aspetti diversi di una stessa impresa sperimentale, tutta volta a dominare il mondo mediante la manipolazione e la separazione delle cose, e ormai distaccata da qualunque concetto di verità. La realtà non potrebbe essere più diversa: se la tecnica vuole effettivamente dominare il mondo, la scienza desidera invece comprenderlo, e l'antitesi di questi atteggiamenti è ad esempio testimoniata dalla separazione fra Politecnico e Università. Gli argomenti di Severino si adattano benissimo alla tecnica, ma malissimo alla scienza, primo fra tutti il tema del tramonto della verità. Se infatti è vero che anche nella scienza questa ha mutato aspetto, non è certo a causa degli aforismi di Nietzsche o dei casi clinici di Freud, bensì per le scoperte di Godei e Heisenberg. La precisazione è essenziale, perché mentre il pensiero umanistico tende oggi a presentare la verità come relativa e condizionata da innumerevoli fattori (inconscio, società, linguaggio, evoluzione), il pensiero scientifico ne sottolinea invece l'incompletezza, senza però minarne minimamente l'assolutezza. Quanto poi alla frammentazione e alla temporalità che fondano il pensiero della Follia, la scienza va proprio nella direzione opposta. Anzitutto, uno dei temi più tipici del suo sviluppo è appunto l'unificazione, che tende a considerare fenomeni apparentemente diversi (elettricità e magnetismo, massa ed energia, spazio e tempo) come manifestazioni di qualcosa di più fondamentale. Inoltre, uno dei risultati più sorprendenti del secolo, dovuto a John Bell, mostra che la realtà è proprio quella «rete indissolubile che unisce tutte le cose» che Severino dichiara impossibile. Infine, nel suo best-seller Dai Big Bang ai buchi neri Stephen Hawking mostra come sia perfettamente sensato immaginare l'universo statico e senza divenire, e considerare il tempo come un trucco inventato dall'evoluzione per permetterci di conoscerlo. Insomma, la scienza moderna è da tempo in cammino su quella via del'a Non-Follia che Severino addita come salvezza. La sua analisi è però tutt'altro che superflua, perché ci allerta al pericolo che la tecnica e la Follia riescano ad estèndere il loro dominio alla scienza, mutandosi anche qui da mezzo in fine, come molti indizi lasciano purtroppo temere. Piergiorgio Odifreddi Ma davvero l'Occidente ha percorso soltanto la vìa della Follia? In realtà la Scienza moderna ha seguito la dù'ezione opposta A destra, un'immagine dal film «Metropolis» di Fritz Lang; Sotto, Emanuele Severino: autore del «Destino della tecnica» IL DESTINO DELLA TECNICA Emanuele Severino fi/zzo/i pp. 267 L. 30.000
Persone citate: Emanuele Severino, Freud, Fritz Lang, Heisenberg, John Bell, Manuele Severino, Nietzsche, Piergiorgio Odifreddi, Stephen Hawking
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Il Governo inizia la propaganda per il prestito
- La propaganda pel Prestito Nazionale
- Roma/A 24 ore dalla sparatoria in cui Ú morto il neofascista
- Quei «portaborse» orfani di Bettino
- Due arresti a Roma scoperto l'arsenale Nar
- Droga, dieci arresti
- I temerari che volano sull'acqua
- I i l ti ittScambio di telegrammi fra il Duce e il Gran Muftì
- Truffa atomica, allarme
- Due cugini asfissiati dal gas
- Il Governo inizia la propaganda per il prestito
- Bimbo avvolto dal fuoco è salvato dalla nonna
- Ma Ciano non ascoltò il suo ambasciatore
- La propaganda pel Prestito Nazionale
- Roma/A 24 ore dalla sparatoria in cui Ú morto il neofascista
- Signora accusata di truffa alla società d'assicurazioni
- Mlnghellq, il primo serial killer
- Provino mundial (21,IVI ) a Wembley per l'Italia
- L'Inter ripresa dal gruppo
- Quei «portaborse» orfani di Bettino
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- La tragedia della transessuale Richards
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Iniziato il processo per i «balletti verdi»
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Alberto Talegalli e due amici uccisi nell'auto che si schianta contro la spalletta d'un ponte
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy