SEVERGNINI SI DIVENTA SE HAI CAMPER E RAGAZZE di Giorgio Calcagno

SEVERGNINI SI DIVENTA SE HAI CAMPER E RAGAZZE SEVERGNINI SI DIVENTA SE HAI CAMPER E RAGAZZE E' da temere qualche brutta trappola, quando sulla copertina dì un libro l'autore si presenta con la fotografia di un bambino, che ci guarda con una smorfia. C'è da tirare un sospiro di sollievo, quando si scopre che quel bambino è cresciuto, ha imparato a tenere la penna in mano e scrive - ahimè - pagine il dirtit D divertenti. L'ahimè non è gratuito; il divertimento nemmeno. Deve avere un bel talento, Severgnini, se si permette di correre certi rischi. Il talento si avverte subito; i rischi anche. Il titolo del suo nuovo libro, Italiani si diventa, promette bene. Sembra il titolo giusto, per lo scrittore giusto. E non importa se poi gli italiani annunciati si restringono presto a un italiano solo: lui, Beppe Severgnini di Crema, classe 1956, nato il 26 di¬ cembre, quando sul libro di casa il menù indicava «ragoùt di cappone». Ahi quel ragoùt, scritto con l'accento circonflesso. «Nessuno che sia venuto al mondo quando ragù si scriveva ragoùt può sostenere di essere giovane», ci informa l'autore. Severgnini non è un contemplatore del proprio ombelico. 0, se proprio sente il dovere di contemplarlo, cerca di cavare una storia, da quelle circonvoluzioni epiteliali. E ce la racconta. Si imparano molte cose, da questa storia, che segue la vita di un ragazzo italiano nei primi venticinque anni. Si impara, per esempio, che i figli del 1956, di estrazione altoborghese, nella provincia lombarda, credevano di essere nati in una Italia ottimista, perché la tv inaugurava Carosello e i grandi fondavano la Comunità europea. Si impara che nel 1969, con l'Italia squassata dai contraccolpi della contestazione, quei giovani erano infelici perché si sentivano, «dal punto di vista dell' abbigliamento, una generazione sfortunata». Si impara che, arrivati in età di pensare, pensavano soprattutto alla musica, e ai motorini. «Tanta musica. Tutti i motorini», confessa l'autore. Amavano anche altre cose, per la verità. I viaggi con il camper, per scoprire il mondo, con «la doccia che era perfetta per un nano giapponese». Il diario di Linus, dove il protagonista registrava i suoi impegni di vita: «traduzioni approssimative di incomprensibili canzoni dei King Crimson; parolacce scritte col normografo; il progetto di mettere in scena l'Edipo re con la Bidella nel ruolo di Giocasta; frasi intimiate di Cesare Pavese». E, soprattutto, pensavano alle ragazze. Quei rampolli di buona famiglia si predisponevano alla caccia «nella madre di tutte le battaglie amorose: la gita scolastica». Ma poi non arrivavano all'estremo dunque. L'eros, deve ammettere il giovane Holden di casa, si sviluppa fra persistenti incertezze, e sussulti di romanticismo: «I nostri stimoli erano intellettuali, e la spiaggia di notte costituiva un accorgimento letterario». L'autore, che è vissuto tanto in Inghilterra, sa come si traduce l'antica parola italiana «umore» in quella lingua. E l'umorismo serpeggia dappertutto, rompe la facile crosta del racconto autobiografico per diventare - grazie Severgnini - la vera sostanza del libro. Ecco il bambino davanti alla tv, che aspetta il cantante preferito: «Domandavo: C'è Lentano?, e Lentano c'era sempre. Quando non c'era lui, c'erano altri animali amici miei». Il ragazzo mandato alle scuole speciali: «La borghesia italiana in quegli anni sognava di scoprire i talenti sconosciuti nei propri figli, e a volte doveva aspettare a lungo». Gli ex stagisti semestrali nelle commissioni di Bruxelles: «Sono oggi europeisti convinti, e non nutrono alcun pregiudizio circa le altre nazioni europee: sei mesi sono sufficienti per capire che tutti i popoli hanno torto». Divertente, certo. Peccato che il protagonista non ci dica mai quanto stava succedendo intorno a lui, nel mondo, mentre cercava di evitare «l'onta di una giacca blu», o si procurava l'indirizzo di una ragazza svedese, da esibire come una medaglia al valore. E qui comincia l'ahimè. Giorgio Calcagno ITALIANI SI DIVENTA Beppe Severgnini Rizzo/i pp. 203 L 27.000

Persone citate: Beppe Severgnini, Cesare Pavese, Severgnini

Luoghi citati: Bruxelles, Crema, Inghilterra, Italia