Affittava appartamenti e li girava ai clandestini di L. Ga.

Affittava appartamenti e li girava ai clandestini Rinvio a giudizio per un imprenditore Affittava appartamenti e li girava ai clandestini Chiedeva un milione e mezzo extra ai «suoi» inquilini albanesi e slavi «Ho letto l'inserzione su Secondamano: è lei che affitta due camere, cucina e servizi in zona centro?». Il numero di telefono era quello giusto. Risposta affermativa. Segue una breve conversazione sulle condizioni di affitto che si conclude con un appuntamento per vedere l'appartamento ed eventualmente firmare il contratto. Il proprietario si informa: «Come ha detto che si chiama?». L'aspirante affittuario risponde tranquillamente: «Non l'ho detto. Mi chiamo Nava. Costante Nava». «Ohibò» pensa il proprietario. «Questo nome l'ho già sentito. Eccome se l'ho sentito. E' quel figlio di p.... che mi aveva telefonato la volta scorsa e che mi ha riempito la casa di albanesi». Telefonata in questura. E dalla questura al pm Vittorio Corsi che si accingeva a chiedere il rinvio a giudizio di Nava per associazione per delinquere e violazione della recente «Legge Napolitano», articolo 10, quinto comma, che punisce chi specula sugli immigrati irregolari, fornendo loro per denaro carte false al fine di ottenere il permesso di soggiorno. Nava, nato a Cernusco sul Naviglio, Milano, nel 1941, aveva imparato il mestiere da un piccolo pescecane, già assunto agli onori della cronaca nera: tal Antonio Gimondo. Sfruttatori di clandestini, avevano capito in fretta che anche il denaro dei poveri gira in fretta se «ci si mette a loro disposizione». Nel senso di voltar pagina: nella primavera del 1991, i primi sbarchi di albanesi dalle carrette del mare portano il piccolo imprenditore (l'attività: assemblaggio di componenti elettroniche per macchine di stampa, specializzazione stampati multe Atm) a scoprire un nuovo mondo. Nava si fa in quattro per moltiplicare le impegnative di assunzione. Tariffe ultime: 500 mila peri profughi, 200 mila lire per gli altri. E fra il suo indirizzo privato (via Sacchi 4) e la vicina sede della sua società di consulenza (via Massena 101) mette su un punto di riferimento a Torino.per gli albanesi e gli slavi in genere. L'ufficio stranieri della Questura, al comando di Silvia Burdese, raccoglie le denunce dei coommissariati e scopre una settantina di appartamenti affittati dal consulente immobiliare Nava e girati a immigrati con una cresta sul canone e un extra da un milione e mezzo. In un alloggio di via Servais gli agenti scovano un gruppo di ragazze bulgare (una è minorenne) e arrestano i loro 4 sfruttatori. In zona San Paolo perquisiscono un appartamento e sequestrano a una coppia di albanesi 4 chili di eroina. In attesa di capire se Nava ha ripreso imperterrito la sua attività, il pm ne ha chiesto il rinvio a giudizio in concorso con il consulente del lavoro Alessandro Pagherò, già arrestato con Gimondo. [al. ga.]

Luoghi citati: Cernusco Sul Naviglio, Milano, San Paolo, Torino