«Il giorno che vidi i Carretta» di Angelo Conti

«Il giorno che vidi i Carretta» Torinese sentita dal pm per il caso della coppia uccisa dal figlio «Il giorno che vidi i Carretta» Controlli sul volo di sei anni fa Il suo racconto a La Stampa ha colpito Francesco Saverio Brancaccio, il sostituto procuratore di Parma che indaga sulla vicenda Carretta. Così la signora Teresa, la pensionata torinese che si è rivolta al nostro giornale per spiegare di avere incontrato Marta e Giuseppe Carretta su un volo Alitalia il 2 marzo del '92 (e quindi tre anni dopo il giorno in cui il figlio Ferdinando ha di recente raccontato di averli uccisi), è stata identificata ed ascoltata dai carabinieri. Il compito di contattare la testimone era stato affidato dal magistrato al capitano Fabrizio Polvani, comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Parma. L'ufficiale ha rapidamente rintracciato la donna, che vive in un appartamento di Madonna di Campagna, ed ha disposto che venisse verbalizzato il suo dettagliato racconto. Il magistrato non ha voluto aggiungere commenti all'iniziativa (che, di fatto, conferma dubbi ed incertezze sulle dichiarazioni del figlio), facendo solo sapere che «di fronte ad informazioni tanto circostanziate si impongono altrettanto circostanziati accertamenti». In altre parole verrà disposta ogni possibile verifica sui passeggeri a bordo del Jumbo che collegò Miami a Roma nelle notte del 2 marzo 1992, e su quelli a bordo del Super 80 da Roma a Milano, il mattino dopo. Su quei voli, la signora Teresa ha espresso il sospetto che potessero davvero trovarsi i coniugi Carretta: «La somiglianza di quelle due persone con le tantissime fotografie diffuse in Italia in questi anni - ha raccontato a La Stampa - era assolutamente evidente, tale da lasciare spazio a pochissimi dubbi. E che ci fosse l'intenzione di non farsi notare traspariva dal loro comportamento, piuttosto circospetto, sia a Miami e sia a Milano». La anziana donna s'è decisa a raccontare quell'incontro solo dopo la confessione di Ferdinando Carretta: «Prima di quel momento ero determinata a rispettare la scelta di quei coniugi, che per me avevano soltanto deciso di vivere tranquilli, lontani dal loro vecchio ambiente. Quando, però, ho sentito quel racconto, mi sono detta che le cose potevano anche essere diverse da quanto riferito da quel ragazzo. Così mi sono decisa a parlare, anche per levarmi un peso dalla coscienza». Gli investigatori parmensi contano, a questo punto, di chiedere all'Alitalia l'elenco dei passeggeri del volo AZ 631 del 2 marzo '92 ed anche la mappa dei posti occupati a bordo. La signora Teresa, con grande precisione, ha infatti anche indicato quelli occupati dai Carretta (fila 31, posti B e C), che viaggiavano in compagnia di una donna di colore. Fra i carabinieri c'è comun- que qualche perplessità sull'esito dell'accertamento: «La compagnia di bandiera ha dimostrato, in passato, di non conservare per più di cinque anni quegli elenchi, e in questo caso di anni ne sono passati più di sei. Occorrerà un po' di fortuna». Ma la curiosità è tanta, anche perché arrivò proprio nel '92 una segnalazione che indicava la famiglia Carretta in un'isola dei Caraibi, alla quale seguirono improduttivi accertamenti dell'Interpol. E Miami è un aeroporto comunemente usato proprio per collegare un gran numero di isole di quell'arcipelago con le principali destinazioni europee. Angelo Conti I coniugi Carretta scomparsi nell'89 e il figlio Ferdinando ora arrestato

Persone citate: Carretta, Fabrizio Polvani, Ferdinando Carretta, Francesco Saverio Brancaccio, Giuseppe Carretta

Luoghi citati: Italia, Miami, Milano, Parma, Roma