Giannini, un commissario duro per due ragazzi allo sbando di Fulvia Caprara

Giannini, un commissario duro per due ragazzi allo sbando In concorso a Courmayeur «Vuoti a perdere» di Massimo Costa Giannini, un commissario duro per due ragazzi allo sbando COURMAYEUR DAL NOSTRO INVATO Il lungo, tormentato faccia a faccia tra un poliziotto non troppo zelante e due ragazzi allo sbando è descritto in «Vuoti a perdere», secondo lungometraggio del 47enne Massimo Costa, regista di cinema, ma anche di teatro, spot e speciali musicali. L'idea del film, unico titolo italiano in concorso al «Noir in Festival», nasce, racconta l'autore, dalla lettura di un trafiletto di giornale in cui si parlava dell'arresto di due giovanissimi: «Era uno dei primi casi a partire dal quale ci si cominciava a interrogare sugli appartenenti a questa nuova generazione e sulla apparente, assoluta gratuità di certi loro atti». Scritto dal regista insieme con lo sceneggiatore Claudio Lizza, il film «trae il suo fascino non tanto dal racconto di un fatto, quanto dall'analisi delle motivazioni che hanno portato i protagonisti a compiere certi gesti». Il fulcro della pellicola, quindi, è nel confronto tra i due ragazzi, Simona (Silvia De Santis) e Fabrizio (Max Malatesta), e il poliziotto (Giancarlo Giannini) che «rappresenta la generazione dei padri e si pone in un'ottica di comprensione, di ricerca dei perché». Mescolando i diversi ritmi del racconto giallo e dell'indagine psicologica, Costa svela a poco a poco il volto «di due assassini, ma soprattutto di due perdenti che, fino alla fine, mantengono il doppio ruolo di vittime e carnefici». Non è stato facile, racconta Costa, trovare gli attori adatti a interpretare i ruoli di Fabrizio e Simona: «Dovevano essere due ragazzi giovani, ma capaci di descrivere due psicologie complesse, di trasformarsi nell'arco della storia, mantenendo sempre una specie di fascino dell'innocenza». Quanto a Giancarlo Giannini, «un commissario molto italiano, alla Germi», Costa racconta che alla prima lettura della sceneggiatura aveva risposto con un no. Poi però ha cambiato idea: «Gliel'abbiamo riproposta con qualche modifica e lui si è convinto; lavorare con Giannini, sul set, è un'esperienza particolarmente interessante perché non si limita a fare l'attore, ma entra direttamente nella fase della preparazione, dell'impostazione dei ruoli». Girato a Genova e poi in intemi «con un impianto molto teatrale», «Vuoti a perdere», pro¬ dotto da Enzo Porcelli insieme con l'Istituto Luce per un costo complessivo di circa 2 miliardi e mezzo, potrebbe avere, dopo il battesimo al «Noir in Festival», una seconda occasione importante: «Lo faremo vedere ai selezionatori del Filmfest di Berlino e solo dopo stabiliremo la data dell'uscita nelle sale». Nel frattempo, Massimo Costa, collaboratore per lungo tempo del manager di concerti rock David Zard, poi organizzatore di produzione nel cinema, autore nell'89 del primo lungometraggio «Voglia di rock» con Antonella Ponziani e Karl Zinny, pensa già al prossimo progetto: «La storia di due fratelli che rappresenta il confronto tra due generazioni e coincide con la fine di questo secolo». Per Silvia De Santis, 25 anni, fresca di diploma dell'Accademia d'arte drammatica, è in arrivo un altro film con Citto Maselli che l'ha già diretta in «Cronache del terzo millennio». Fulvia Caprara Giancarlo Giannini, protagonista dell'unico film italiano in concorso al «Noir in Festival»

Luoghi citati: Berlino, Courmayeur, Genova