«Canto Wagner e lo difendo» di Armando Caruso

«Canto Wagner e lo difendo» ti. * Il basso Rydl parla del «Crepuscolo degli dei» che stasera apre la stagione alla Scala «Canto Wagner e lo difendo» «I nazisti usarono la sua musica» MILANO. Si inaugura questo pomeriggio alle 18 con «Il Crepuscolo degli dei» di Richard Wagner, diretto da Riccardo Muti, la stagione 1998-99 della Fondazione Teatro alla Scala. L'opera, durata 6 ore, sarà trasmessa in diretta da Radiotre. Ogni volta che si propone in tutta o in parte la Tetralogia wagneriana, di cui il «Crepuscolo» costituisce la terza giornata, si torna a discutere delle idee politiche e culturali del compositore tedesco. Ma si può essere anti wagneriani? Sì, soprattutto se lo si considera un acceso antisemita. E' vero, ci sono sue fredde riflessioni sul popolo ebraico, c'è tutta una letteratura che lo identifica con il mito germanico, strumentalizzato dal nazismo che ha fatto della sua musica la «colonna sonora» delle esecuzioni nei campi di sterminio. Ma uno dei temi che più appassionano nell'opera di Wagner è anche la «mancanza d'amore», forse dramma interiore dello stesso musicista; un dramma che il mezzosoprano Waltraud Maier, studiosa della vita del compositore e monumento della vocalità wagneriana, affronta da una interessante angolazione: «Il mio stesso personaggio, Waltraute, è alla ricerca dell'amore che non trova. In tal senso lo stesso Wagner aveva problemi non risolti verso l'umanità, verso gli ebrei, per esempio. Ma Wagner, sia chiaro, non era antisemita. Lui non avrebbe mai fatto male ad anima viva. Credo piuttosto fosse alla ricerca d'una ragione di vita nuova, d'una nuova religione, d'una visione mistica dell'esistenza, vagheggiava qualcosa che si distinguesse dal cattolicesimo e dalla religione ebraica. Questo suo desiderio si nota già in Parsifal». Il problema «Wagner ispiratore di violenza» in ogni caso resta: del suo antisemitismo si continua a parlare e questo suscita polemiche. Ci sono direttori ebrei come Yuri Ahronovitch e Daniel Oren che rifiutano di dirigere Wagner, ma c'è anche chi lo difende dalle accuse. Kurt Rydl, per esempio, il basso viennese, uno dei più acclamati degli ultimi vent'anni, che stasera sarà il malefico Hagen. Rydl è uno specialista de) repertorio romantico tedesco ed è interprete dei «compositori maledetti» sfuggiti al nazismo. Rydl, lei nel «Crepuscolo» è Hagen, che lo stesso Wagner «annega» nel Reno. Wagner buonista? Era o no antisemita? «Wagner simboleggia in Hagen la tragedia dell'umanità. Hagen è l'incarnazione del male, l'uomo che brama il potere, soltanto perché non conosce l'amore. Nelle opere di Wagner il Male non trionfa mai, trionfa la sofferenza che provoca l'amore. Si potrebbe dire che Wagner soffra della sua incapacità di amare, che cerchi il Rene attraverso la rappresenta- zione d'una mitologia guerresca. Soltanto in Sigfrido e in Brunilde c'è il desiderio di soccombere per sfuggire ad un mondo di cattiverie». Wagner e l'Olocausto. Che ne pensa? «L'Olocausto è la più terribile delle tragedie umane. La musica di Wagner, come del resto quella di Beethoven, è stata vilmente utilizzata da Hitler contro gli ebrei. Ma tutta questa polemica, oggi, è pretestuosa. Anche i direttori ebrei e tedeschi hanno compreso che la grandezza della musica wagneriana non ha nulla a che vedere con l'uso ignobile che se n'è fatto. I giovani di oggi, invece, secondo me, non comprendono i veri valori dell'uomo. La stessa vita di oggi alimenta la violenza, l'avidità, il desiderio di potenza. Un artista non può ispirare violenza». Muti debutta nel «Crepuscolo»... «E' un grande musicista che ama i cantanti, l'orchestra e stacca tempi per me perfetti. Comprende Wagner. E' il continuatore della gran- de tradizione musicale italiana. Eppoi, dopo i 50 anni, tutti i direttori vogliono cimentarsi con Wagner». Wagner è ancora attuale? «Wagner, come musicista e come uomo di cultura, ha anticipato la tragedia dell'umanità che oggi è attuale in molti continenti, dove si semina morte e povertà». Wagner e Verdi. Chi prevale? «Sono tutti e due straordinari. In Wagner ci vuole più potenza vocale per superare la barriere del suono che sale dall'orchestra, ma un cantante come me, che ha cento opere in repertorio, può affermare che non dev'esserci Wagner senza Verdi e senza Mozart. Cantare vuol di- re interpretare culture diversedando forza ai sentimenti». I direttori ebrei si convertiranno a Wagner? «In Israele Wagner sarà eseguito come tutti gli altri compositoriperché la sua musica è amata indipendentemente dalle ragioni politiche». Lei canta in tutto il mondo, ma ama particolarmente l'Europa. Crede nell'integrazione culturale europea? «Se devo essere sincero, credo che l'Unione Europea sia soltanto una contingente necessità di carattere economico. Per quanto riguarda l'integrazione culturale penso che in futuro possa persino essere controproducente, pericolosa. Non credo che un siciliano desideri che problemi della sua regione siano risolti a Bruxelles. Ma spero di sbagliarmi». Armando Caruso «Sono sicuro che in Israele il compositore sarà presto eseguito perché la sua opera è amata indipendentemente dalle idee politiche» II basso Kurt Rydl nel ruolo di Hagen, simbolo del male Qui sopra, il mezzosoprano Waltraud Maier una delle Walchirie

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