«lo ebreo ci trovo un soffio universale»
«lo ebreo ci trovo un soffio universale» Luzzati «lo ebreo ci trovo un soffio universale» E MANUELE Luzzati ama il presepe. Non ci sarebbe niente di strano, se Luzzati non fosse di religione ebraica, quindi lontano dalla Natività e dalla figura di Cristo. Ma al presepe dedica fantasia ed energia. Ne ha costruiti due - giganteschi - sulle piazze di Torino, con tanto di Carabinieri, di Pulcinella e di creature fantastiche; ha disegnato una quantità incalcolabile di Re Magi; ha realizzato un piccolo presepe con materiali poveri per Caterina Marcenaro, ex soprintendente delle Belle Aiti a Genova. Come mai questo interesse per il presepe? «Io scenografo, io uomo di teatro sono affascinato da questa rappresentazione diversa. Il presepe è aperto a tutti. Ognuno in casa propria si fa scenografo, sceglie i personaggi. E' questa la cosa che più m'interessa». Da quando? «Da molto. Tra gii Anni 50 e 70 vivevo spesso a Albisola. Li c'era l'ultima figurinaia, una vecchietta che faceva i personaggi per il presepe con la terracotta dipinta a freddo, cioè con colori molto vivaci. E avevo un amico, Umberto Piombino, un grande ce1 ramista: s'era dedicato a queste figure religiose rispettando e insieme reinventando la tradizione ligure. Devo forse a loro il mio amore perii presepe». Lei ci mette i personaggi tipici del suo mondo, i carabmieri... «I napoletani hanno di tutto: Pulcinella, Totò, Di Pietro. Quando vado fra i presepisti di via San Gregorio Armeno, vedo la fantasia più sfrenata. E nessuno s'indigna. Nel presepe c'è uno spirito religioso universale. Io ho messo le figure umane anche in certe illustrazioni per la sinagoga di Genova. L'essenziale è non essere blasfemi». [o. g.] Emanuele Luzzati Emanuele Luzzati
Persone citate: Caterina Marcenaro, Di Pietro, Emanuele Luzzati, Luzzati, Manuele Luzzati, Umberto Piombino
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