«Niente doppio lavoro per i medici»

«Niente doppio lavoro per i medici» Settimana decisiva per la Finanziaria che giovedì approda nell'aula del Senato «Niente doppio lavoro per i medici» La Sanità smentisce le voci: resta l'incompatibilità ROMA. Non è stato ripristinato il doppio lavoro per i medici. Il ministero della Sanità ha smentito che sia stata concessa la possibilità di sommare il rapporto di lavoro con lo Stato con l'attività privata, come scritto ieri da alcuni giornali. Il ministero fa presente infatti che, con un emendamento alla legge finanziaria approvato dalla commissione Bilancio del Senato, non viene permesso «in qualsiasi forma il doppio lavoro per i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale». L'emendamento «al contrario conferma il regime di incompatibilità e la scelta del rapporto esclusivo di lavoro». Che non ci sia alcun ritorno al doppio lavoro, diviso tra pubblico e privato, da parte dei medici del servizio sanitario nazionale e confermato anche da Enrico Bollerò, segretario nazionale dell'Anaao-Assomed, una delle confederazioni autonome dei sindacati medici. Con la norma varata dal Senato, si stabilisce che nella fase di avvio dell'incompatibilità «secca», la libera professione intramuraria (ovvero quella svolta all'interno dell'ospedale a favore del servizio sanitario nazionale) potrà essere esercitata in studi privati se mancano le strutture necessarie per svolgerla in quella pubblica. Contemporaneamente, la Finanziaria (che approda giovedì approda in aula al senato) prevede che le aziende sanitarie locali dovranno attivare misure per ridurre progressivamente le liste di attesa in ospedali e ambulatori. Il ministero ha spiegato che «nelle aziende che ancora non abbiano attivato strutture idonee e spazi distinti, l'emendamento obbliga i direttori generali a reperire gli spazi necessari anche fuori delle mura aziendali e a consentire l'utilizzo dello studio privato del medico per svolgere l'attività libero-professionale intramuraria in nome e per conto dell'azienda». Il ministero chiarisce quindi che «in sede aziendale verranno stabilite le liste d'attesa, le tariffe, gli orari nei quali il medi¬ co possa utilizzare gli spazi suddetti». In pratica è prevista «una deroga transitoria limitata esclusivamente all'utilizzo di spazi fisici in attesa di attrezzare le aziende sanitarie e ospedaliere». Deroga che è già prevista nei regolamenti precedenti, ma poiché non ha trovato applicazione da parte di molti direttori generali, si è ritenuto di darle forza di legge. «Avrà altresì forza di legge aggiunge il ministero della Sanità - l'obbligo di concordare e individuare, tra i direttori generali e i medici ai quali sarà consentita questa deroga, le modalità per abbattere le liste d'attesa nella propria attività istituzionale». Il ministero afferma che la modifica al collegato alla Finanziaria, richiesta da tutti i gruppi parlamentari, è il frutto di un accordo tra il ministro e le organizzazioni sindacali ed è volta a garantire l'effettivo esercizio dell'attività liberoprofessionale intramuraria, ma soprattutto è destinata a rafforzare le misure già previste per abbattere le liste d'attesa. Bollerò chiarisce a sua volta che «chi svolgerà l'attività intramuraria negli studi privati lo farà in nome e per conto dell'asl utlizzando le tariffe concordate con l'azienda sanitaria, quindi pubbliche, e il bollettario dell'azienda stessa». [r. r.] li ministro dell'Economia Ciampi

Persone citate: Ciampi

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