I Dieci misurano l'effetto crisi

I Dieci misurano l'effetto crisi i governatori alle prese con la debole congiuntura. Duisenberg sulla strada di Fazio I Dieci misurano l'effetto crisi Oggi vertice a Basilea ROMA. Hanno cominciato come d'abitudine ieri sera con una cena nella torre della Bri, la Banca dei regolamenti internazionale, a pochi passi dalla piccola e dimessa stazione ferroviaria di Basilea. Nella loro tradizionale sessione di inizio mese, i governatori del G-10 (il gruppo dei dieci Paesi maggiormente industrializzati) si sono trovati la tavola apparecchiata con la notizia più calda della settimana, la riduzione dei tassi di interesse decisa di gran concerto dalle banche centrali dell'area Euro che, di fatto, ha segnato l'inizio della stagione dell'Unione monetaria. C'è da immaginare la curiosità di giapponesi e americani, come la soddisfazione di quest'ultimi perché un denaro meno caro da queste parti consente di liberarsi dei problemi di un moneta unica europea troppo forte. E' stata una mossa spettacolare per la contemporaneità, ma che, nelle dimensioni, gli operatori avevano scontato e il cui impatto i mercati hanno assorbito in poche ore. L'Europa aveva bisogno di dare un gran segnale della volontà, e della capacità, di arrivare con determinazione all'appuntamento col primo gennaio. Ma c'era anche la consapevolezza di un'economia continentale in maggiori difficoltà rispetto a quanto prevedisto e, soprattutto, in andamento ciclico differente rispetto agli Stati Uniti che sembrano aver già smaltito buona parte degli effetti delle turbolenze asiatiche. Si è trattato dunque di un segnale dal grande valore politico, come del resto ha spiegato in occasione del taglio la Banca d'Italia. L'intento era quello di inviare un messaggio compatto di fiducia, che contribuisse a restituire un clima di stabilità alle piazze finanziarie, ancora vittime di alti e bassi. Il taglio concertato, anche se con l'Italia in posizione di retroguardia, dimostra l'attenzione delle banche centrali non solo alla tenuta del cambio e alla dina- mica dell'inflazione, ma anche al rilancio dell'economia. Dovrebbe insomma chiudere le polemiche fra i timonieri della moneta e i governi centrali europei. Almeno per qualche tempo. A Basilea occhi puntati anche sulla Federai Reserve, che ha in programma la prossima riunione del comitato il 22 dicembre. Un possibile nuovo allentamento della politica monetaria da parte della banca centrale Usa, in quell'occasione, non viene ritenuta impossibile dagli operatori, anche se non manca una frangia «più prudente» che ritiene più probabile, dopo tre riduzioni consecutive, un rinvio al prossimo anno, da parte di Greenspan, per eventuali nuovi ritocchi. L'andamento degli indici che fotografano la produzione a stelle e strisce ha ripreso a a crescere dopo la frenata estiva, ma il dollaro ha ancora qualche problema. Il «giro di tavolo» di Basilea rappresenta anche l'ultima occasione dell'anno per un esame collegiale dei dati congiunturali in Europa, Usa e Giappone. Un check-up macroeconomico con 0 quale misurare la tenuta della domanda interna ne¬ gli Stati uniti e nei Paesi del Vecchio Continente, puntellata proprio dai recenti ribassi del costo del denaro e la gravità dei mali del Giappone. I dati del Pil giapponese del terzo trimestre (-0,7%) gettano, secondo gli analisti, un'ombra sinistra sulle possibilità di ripresa nel 1999. Infine, se il programma sarà rispettato, stamane l'italiano Fazio si troverà faccia a faccia con Wim Duisenberg, il presidente della Bce di solito invitato a questo tipo di riunioni. Potrebbe essere l'occasione per chiarirsi dopo la polemica a distanza seguita alla riduzione di giovedì che, in qualche modo, ha messo a nudo alcune pesanti controversie esistenti all'interno della Banca centrale europea. [r. e. s.j La discesa dei tassi di interesse ha sollevato le autorità americane che temevano di vedere nascere una moneta unica troppo forte 1/ *!« Duisenberg, presidente della Bce, e a sinistra, il governatore Fazio . J J JJ i s J LE SFIDE DELL'ECONOMIA J J (CRESCITA E INFLAZIONE NEI PRINCIPALI BLOCCHI ECONOMICI 1 IN ITALIA] 0> <# S f f# CRESCITA PEL PIL INFLAZIONE 98 'gpm'ggffi'gggi'iBBg'tBBg 98 ■ (1) PREVISIONI CONFINDUSTRIA - (2) PREVISIONI OCSE

Persone citate: Duisenberg, Greenspan, Wim Duisenberg