Tesori rubati, collezionisti in manette di Fabio Albanese
Tesori rubati, collezionisti in manette Catania: tra i sei arrestati 2 docenti universitari, nelle loro case opere per un valore di 100 miliardi Tesori rubati, collezionisti in manette Cosa Nostra dietro il traffico di reperti CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sei persone arrestate, un impressionante e ricco traffico di reperti archeologici scoperto dopo lunghe indagini. Coinvolti un esperto mondiale di archeologia, che i magistrati della procura accusano anche di concorso esterno in associazione mafiosa, e due docenti universitari. L'operazione, portata a termine dagli uomini della Digos di Catania sabato scorso e che doveva restare riservata fino a oggi, adesso fa tremare il mondo sommerso del collezionismo di opere d'arte e di beni archeologici che fa affari con i tombaroli e con i trafficanti senza scrupoli. Stando all'inchiesta della procura, il personaggio più importante è Vincenzo Cammarata, 50 anni, originario di Piazza Armerina, che si fa chiamare «barone» e a volte addirittura «principe», sfuggito alla cattura beffando gli agenti che erano andati a prelevarlo nel suo palazzo di Enna e costituitosi ieri sera ai carabinieri. Per lui, diversamente dagli altri, c'è anche l'accusa di mafia, perché è sospettato di aver gestito il traffico di reperti della provincia di Enna e di aver fatto da intermediario per la loro compravendita, in collegamento con le cosche mafiose e con ambienti massonici. Gli altri cinque arrestati hanno avuto notificate accuse che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al traffico di reperti archeologici alla ricettazione. Tra loro c'è Giacomo Manganare, 71 anni, docente di storia antica alla fa¬ coltà di Lettere dell'Università di Catania, esperto internazionale di numismatica, in casa del quale gli agenti della Digos hanno trovato un vero e proprio patrimonio di oggetti e monete antiche. E' stato posto agli airesti domiciliari ed è l'unico che, tramite i suoi avvocati, abbozza già una difesa dicendo che dell'esistenza delle sue collezioni erano a conoscenza le soprintendenze. L'altro docente arrestato è Salvo Di Bella, 53 anni, che insegna geografia politica alla facoltà di Scienze Politiche. Interrogato dal sostituto procuratore Luigi Lombardo, titolare dell'inchiesta, un mese fa aveva ammesso di aver più volte acquistato da Cammarata monete antiche e preziose, lamentandosi a volte di non aver avuto anche le certificazioni di provenienza. In casa gli sono state trovate decine di reperti. In manette anche tre imprenditori, i catanesi Morando Moretti, 56 anni, un appassionato di numismatica, Alfio Attanasio, 36 anni, imprenditore edile, e un ex pilota d'aerei di San Marino, Gianfranco Casolari, 63 anni, perito del tribunale di Rimini, che in città gestisce un importante studio numismatico e, nella Repubblica del Titano, la casa d'asta «Aes Rude» che, tra l'altro, avrebbe garantito false certificazioni per i reperti trafugati. A far scattare l'inchiesta, durata quasi un anno, una serie di esposti anonimi e le dichiarazioni di alcune delle persone arrestate nello scorso marzo nel corso di due operazioni antimafia che avevano messo in luce il legame tra cosche e traffico di beni archeologici. Agli indagati sono state sequestrate decine di migliaia di pezzi per un valore stimato in un centinaio di miliardi. La procura di Catania ha nominato un perito incaricato di catalogare i reperti e di stabilirne la provenienza. E' la direttrice della soprintendenza di Catania, Maria Grazia Branciforte, secondo cui i pezzi arriverebbero da scavi clandestini in Sicilia, ma anche del Centro Italia. Ad un primo esame, però, ci sono anche pezzi che arrivano da ogni parte del mondo. Reperti che vanno dalla preistoria, al periodo ellestinico, a quello romano, a quello bizantino. Un tesoro che fa dire alla Branciforte: «Ho visto più roba in casa di Cammarata che in qualche nostro museo». Fabio Albanese A fianco, parte dei reperti sequestrati nei giorni scorsi a sei collezionisti d'arte siciliani, arrestati con accuse che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al traffico di reperti archeologici alla ricettazione
Persone citate: Alfio Attanasio, Branciforte, Giacomo Manganare, Gianfranco Casolari, Luigi Lombardo, Maria Grazia Branciforte, Morando Moretti, Salvo Di Bella, Vincenzo Cammarata
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