Tutta una vita tra arte e reperti archeologici
Tutta una vita tra arte e reperti archeologici Il forziere del «barone » Tutta una vita tra arte e reperti archeologici ENNA. Un palazzo in pieno centro a Enna, addirittura un castello a Piazza Armerina, la cittadina dei mosaici e della villa romana. Vincenzo Cammarata, Enzo per gli amici, si è sempre trattato bene e al rispetto dei suoi concittadini ha sempre tenuto, tanto da farsi chiamare «barone» c, molto più di frequento, «principe». Titoli che lui, laureato in giurisprudenza all'Università di Catania negli anni Sessanta, non ha mai posseduto ma che a Enna si dice abbia comprato. Non sarà principe, ma è proprietario dell'intero archivio, della biblioteca e di tutti i mobili che furono del principe Alliata di Villafranca. Li acquistò, pare per poco prezzo, e li portò via dal palazzo del principe, quello vero, a Palermo. Un affare. Come quello che, dicono a Piazza Armerina, lo ha portato a diventare proprietario di un vero castello e di tutto quanto c'era dentro. Ha amicizie molto influenti, compra e vende reperti archeologici c pezzi d'arte pregiati, e questo a Enna lo sanno tutti, ma forse nessuno immaginava che ne avesse a disposizione talmente tanti da lasciare sbalorditi persino gli agenti della polizia che, nella mattinata di sabato, erano andati ad arrestarlo. Lui li ha accolti personalmente e li ha accompagnati per le stanze. I poliziotti hanno trovato reperti stipati ovunque, persino in uno dei bagni. Poi, con imo scatto fulmineo che denuncia 50 anni portati molto bene, il «principe» si ò infilato in uno di quei cunicoli che ancora esistono nelle case patrizie siciliane ed è sparito. Cammarata era già Unito in carcere qualche anno fa, per una vicenda simile. Ma lui ha saputo sempre come muoversi negli ambienti giudiziari, forse anche approfittando dei consigli della moglie, direttrice del carcere di Enna. Cammarata è persona nota. Di mafia o massoneria, però, nessuno dice di sapere niente. Lo conoscono i suoi concittadini, lo conoscono mercanti e trafficanti d'arte, lo conoscono negli ambienti culturali più esclusivi. Nello scoreo inverno è stato consulente del Connine di Catania e, per conto dell'assessorato alla Cultura, ha allestito una mostra di gioielli d'epoca al Castello Orsino, sede del Museo Archeologico di Catania. Una mostra con molti pezzi provenienti dalla sua collezione privata e che ha poi portato in giro per l'Italia. Il «principe» è persona nota anche alla magistratura americana, per via di una vecchia questione di cui si è parlato molto negli anni passati. E' la vicenda della «Phiale», una coppa d'oro di periodo ellenistico risalente al III secolo a.C, trovata da tombaroli nei pressi di Palermo e, dopo una serie di passaggi e la mediazione dello stesso Cammarata, finita nelle mani del collezionista americano Steinhardt. Valutata un milione e 200 mila dollari, è contesa tra Italia e Usa. La dogana di Manhattan l'ha sequestrata al Metropolitan Museum di New York dove era in custodia e depositata in un caveaux. [f. a.)
Persone citate: Alliata, Cammarata, Orsino, Steinhardt, Vincenzo Cammarata
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