Si lascia morire di fame il paladino degli animali di Fabio Galvano

Si lascia morire di fame il paladino degli animali Barry Home rischia di diventare il primo martire dell'organizzazione: lotta contro la vivisezione Si lascia morire di fame il paladino degli animali Londra, attivista del movimento animalista da 62 giorni rifiuta il cibo LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Voglio morire. Questa è la fine. Nella morte si vince». Potrebbe essere l'ultimo grido di sfida quello che Barry Home ha lanciato, attraverso le pagine di un giornale domenicale, dal suo lettino all'ospedale distrettuale di York. Ormai stremato da uno sciopero della fame avviato nel carcere di Sutton, che è arrivato al 62" giorno e gli distrugge ogni organo vitale, sta per diventare il primo martire del movimento animalista dopo esserne stato per anni uno degli attivisti di punta. Sulla falsariga di Bobby Sands, che si lasciò morire in carcere per la causa dell'Ira, Home dice di battersi perchè «il governo mantenga le sue promesse» e apra un'inchiesta uffi¬ ciale sulla vivisezione. Rischia di diventare il primo uomo a morire per gli animali; e ima delle numerose organizzazioni animaliste - la Animai Rights Militia - ha già diramato una lista di dieci nomi, tutti accusati di essere coinvolti negli esperimenti di vivisezione. Tutti «condannati a morte», se Home morirà. «Sto spegnendomi, affondo, cado», afferma Home in una lettera scritta con mano incerta e fatta avere all'«Observer» nonostante il rigido controllo dei secondini. Condannato a 18 anni di carcere per avere collocato ordigni incendiari in alcuni negozi di Bristol, l'ex spazzino di Northampton assurto a eroe del mondo animalista è al terzo sciopero della fame. Gli altri due erano durati rispettivamente 35 e 46 giorni. Non se ne era ancora ripreso quando ha avviato l'attuale protesta. Alcuni danni sono ormai irreversibili. Ha perso la vista da un occhio e sta perdendola dall'altro, è quasi sordo, il suo peso è sceso da 90 a 50 chili. «Le parole non valgono niente», ha scritto: «Soltanto le azioni contano. Lo faccio non per me, ma per tutti gli animali in qualsiasi laboratorio di tortura. Stiamo creando una svolta decisiva: un momento storico, che sarà ricordato. Non ci siano dubbi: sarà la fine di quella malvagità». Eppure il suo sacrificio non fa l'unanimità neppure fra gli animalisti. Le organizzazioni più moderate dicono che con quello che sta già accadendo - in Inghilterra è vivace il dibattito su esperimenti di laboratorio, caccia e allevamenti da pelliccia - la protèsta di Home «diventa superflua». Altri addirittura gli affibbiano la stessa etichetta di «terrorista urbano», più preoccupato dal destino dei ratti che da quello degli uomini. «Morire non conta. L'importante è combattere. Se devo morire, sia: abbiamo cercato di trattare con il governo ed è il governo che mi ha condannato a morte». Il ministero degli Interni, che il mese scorso aveva annunciato il bando degli esperimenti sugli animali per i cosmetici, dice che questo «è un ricatto». «Non ci piegheremo», aggiunge una portavoce: «Un uomo che muore è una tragedia e noi vorremmo che lui rinunciasse allo sciopero della fame. Ma se cedessimo chiunque potrebbe essere tentato, per qual¬ siasi estremo motivo,, di fare lo stesso». E' dal 6 settembre che Barry Home non tocca cibo. Va avanti bevendo acqua. Ha fatto testamento, ha organizzato il proprio funerale a Northampton, ha rifiutato per iscritto qualsiasi cura medica. Quando cadrà in coma nessuno potrà più fare nulla. «La gente deve fare quello che ritiene giusto», dice delle minacce di morte espresse dll'Animal Rights Militia: «Basta guardare la malvagità dei nazisti e il livello di violenza usato, giustamente, per fermarli». Davanti all'ospedale di York varie organizzazioni animaliste hanno organizzato una veglia, giorno e notte. «A loro dico: non arrendetevi mai. Combattete». Fabio Galvano SACRIFICIO PER UNA CAUSA

Persone citate: Barry Home, Bobby Sands, Sutton

Luoghi citati: Inghilterra, Londra