Algeria, nuovo Ramadan di sangue

Algeria, nuovo Ramadan di sangue Villaggi assaltati, falsi posti di blocco, donne rapite: impennata di violenza dei fondamentalisti islamici Algeria, nuovo Ramadan di sangue Vigilia di massacri: 70 uccisi in una settimana ALGERI. Settimana di sangue in Algeria, mentre mancano meno di quindici giorni all'inizio del Ramadan, il periodo del digiuno musulmano di cui negh anni scorsi gli integralisti islamici hanno approfittato per accentuare la loro pressione sulle autorità algerine, con attentati e stragi indiscriminate di civili inermi. Secondo le informazioni diffuse dalla stampa e dalle forze di sicurezza, negli ultimi cinque giorni sono state uccise 70 persone ed altrettante sono state ferite: un'impennata della violenza che fa temere - secondo gli osservatori - una recrudescenza di atti sanguinari, portati soprattutto contro i civili, scarsamente difesi dalle autorità e sempre più spesso in babà di assassini privi di scrupoli. Massacri e attentati restano alla base di una destabilizzazione oggettivamente devastante per la popolazione. L'ultimo fatto di san¬ gue risale alla notte scorsa: gli integralisti hanno dato l'assalto al villaggio di Merad, nella prefettura di Tipaza (70 chilometri a Ovest di Algeri). Quando se ne sono andati, indisturbati, sul terreno sono rimasti sette morti e cinque feriti. La notte precedente nella regione di Bouira (100 chilometri a Est della capitale) in un altro villaggio erano state massacrate dodici persone, mentre ad un falso posto di blocco a Kadiria (80 chilometri a Est di Algeri) gli integralisti avevano bloccato quattro autocarri, uccidendo undici civili e ferendone dieci. Anche in questo caso avevano fatto perdere le tracce, sequestrando tra l'altro tre studentesse universitarie. Secondo gh osservatori è improbabile che le ragazze vengano ritrovate vive: di solito gh integralisti, dopo averle violentate, le uccidono. Nella maggior parte dei casi non vengono più trovati neppure i cadaveri. Tra l'altro per gli algerini la situazione rischia di peggiorare drasticamente anche sul piano economico. La caduta del prezzo del petrolio, da cui l'Algeria trae più del 95 per cento dei suoi introiti in valuta, rischia infatti di dare il colpo di grazia all'economia del Paese, con ripercussioni consistenti soprattutto sulla qualità della vita delle fasce più deboli della popolazione. Non a caso da ieri è ripiombato nel caos il traffico aereo del Paese, con uno sciopero a tempo indeterminato che ha messo a terra tutti i quaranta aerei della compagnia di bandiera Air Algerie. Motivo della protesta, il progetto di ristrutturazione dell'azienda che, secondo i sindacati, potrebbe portare alla «distruzione» della stessa. Con l'annullamento di tutti di voli, centinaia di persone sono rimaste bloccate nell'aeroporto della capitale, e non sembra vi siano prospetti- ve di soluzione a breve termine. A dispetto dei quotidiani massacri compiuti dagli integralisti islamici, il primo ministro algerino Ahmed Ouyahia ha detto ieri al Parlamento che la situazione nel Paese per quanto riguarda la sicurezza «sta migliorando costantemente», pur rilevando la necessità di non abbassare la guardia. In passato il premier è stato deriso oltre frontiera per avere parlato dell'insurrezione armata integralista come di un fenomeno ormai «marginale». Nel suo discorso di due ore, trasmesso in televisione, il premier non ha fatto alcun accenno all'intenzione di dimettersi per candidarsi alle presidenziali di aprile. Ma, secondo fonti governative, potrebbe rimettere il mandato giovedì. [Ansa-Agi] ,é Un'immagine dell'ennesimo massacro degli ultra algerini ai danni -Mia opolazione civ'le

Persone citate: Ahmed Ouyahia, Merad

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Kadiria