In Venezuela vìnce l'ex golpista

In Venezuela vìnce l'ex golpista Programma populista di lotta alla corruzione per un Paese strangolato dal crollo dei prezzi del greggio In Venezuela vìnce l'ex golpista Trionfo alle urne per il colonnello Chavez CARACAS. Dal 2 febbraio 1999 nel palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas entrerà da presidente il colonnello dei paracadutisti Hugo Chavez. E realizzerà per volontà degli elettori il sogno che sette anni prima, il 4 febbraio 1992, tentò senza successo con fucili e bombe a mano ai danni dell'allora presidente Carlos Andres Perez. Il Consiglio nazionale elettorale ha ufficializzato alle 18,30 locali (le 23,30 italiane) la vittoria di Chavez. Sulla base del 74,06% delle schede scrutinate, il leader del Polo patriottico ha ottenuto 2.794.062 voti 156,93%), contro 1.972.971 (39,7%) di Henrique Salas Romer e i 156.004 (3,14%) della ex miss Universo Irene Saez. Nel centro operativo del Polo patriottico, che si trova nel quartiere della Castellana, è esplosa la gioia dei militanti che si sono immediatamente riversati per le strade organizzando cortei di automobili e facendo esplodere petardi. L'«uragano Chavez», che si è rivolto alle masse diseredate dei «cerros» (baraccopoli) urbani con toni spesso populistici, darà luogo quindi all'ottavo presidenza in 40 anni di democrazia venezuelana. Sul piano politico, il nuovo presidente si troverà a dover governare un Parlamento in cui non esiste alcuna maggioranza, e dove il suo Polo patriottico ha ottenuto solo il 34% dei voti nelle legislative di novembre. Ma il colonnello Chavez ha già annunciato che intende convocare in febbraio una Costituente che riformi in profondità le istituzioni venezuelane. La tensione nell'attesa dei risultati è stata giustificata anche dai profondi mutamen- ti che stanno interessando il quadro politico ed economico del Venezuela. Da una parte, in pochi anni sono stati emarginati dalla scena politica i due partiti tradizionali - il socialdemocratico Azione democratica (Ad) e il socialcristiano Copei con l'emergere del Polo pa¬ triottico. Sul piano economico, Chavez ha proposto di aumentare immediatamente il potere di acquisto delle fasce popolari, grazie a una lotta spietata a corruzione e evasione. Ma il nuovo presidente dovrà misurarsi con una sfida reale determinata dalla crisi economica venezuelana, le cui reali dimensioni sono probabilmente state tenute nascoste in attesa del regolare svolgimento della contesa elettorale. La manna petrolifera che per anni ha gonfiato le casse dello Stato si è esaurita e quello che in passato veniva definito il «Venezuela saudita» oggi non è più tale, a causa del crollo del prezzo del barile di greggio attorno ai dieci dollari. Il deficit del bilancio statale quest'anno è stato del 5% e per il 1999 tutti i pronostici indicano un aumento del buco al 7-8%, con evidenti problemi anche per il rimborso del debito estero, che è di circa 4.000 milioni di dollari l'anno. Ma sarà difficile convincere a far sacrifici una popolazione che ha appena liquidato i partiti tradizionali colpevoli di avere troppo promesso senza mantenere. I due sfidanti hanno presentato ieri alla scelta degli elettori due personalità agli antipodi, con progetti antitetici e un'immagine radicalmente diversa del futuro del Paese dopo l'uscita di scena del presidente della Repubblica Rafael Caldera. Il suo rivale, lo sconfitto Henrique Salas Romer, è un posato economista formatosi a Yale che propugnava una politica economica di rigore. Un messaggio che la popolazione non ha trovato attraente. Alla vigilia del voto i venezuelani si sono cautelati contro eventuali episodi di violenza acquistando forti quantitativi di generi alimentari e cercando, spesso inutilmente, di cambiare bolivares in dollari. Comunque il voto si è svolto senza incidenti. [Ansa] Nel '92 l'ufficiale aveva cercato di sequestrare il capo dello Stato Perez Hugo Chavez festeggia la vittoria

Luoghi citati: Caracas, Venezuela