SBATTI LA SALVEZZA IN PRIMA PAGINA di Giorgio Calcagno

SBATTI LA SALVEZZA IN PRIMA PAGINA SBATTI LA SALVEZZA IN PRIMA PAGINA QUANDO la Chiesa parlava ancora latino, molti fedeli avrebbero capito senza difficoltà l'antica frase «propter vitam, vitae perdere causam»: per salvare la vita perdere la ragione del vivere. Ma il Papa parla in piazza San Pietro agli uomini del 1998 e deve usare un linguaggio più accessibile, anche se meno inchiodante di quell'esemplare monito. Il significato non cambia: per avere più informazioni stiamo cancellando l'informazione; la volontà di sapere, dopo essersi dotata di tanti nuovi marchingegni, si ritorce contro se stessa, alluvionata dai fax, vagolante su Internet, vittima di una bulimia che la porta a diventare anoressica. Il discorso di Giovanni Paolo II sembra coincidere, nella diagnosi, con quello di tanti studiosi laici, preoccupati dalla crescita esponenziale della comunicazione. Il concetto negativo di «rumore», che Wojtyla ha adombrato, non discende soltanto dalle premesse della «Fides et Ratio», una enciclica su cui non tutti i credenti nella ragione si sono trovati d'accordo. E' l'indice di un rischio reale, che gli esperti del campo hanno identificato da tempo, senza aver la possibilità di esorcizzare. Rumore è tutto ciò che finge di informare senza informare, si inserisce nel flusso dei mass media distraendo l'attenzione dal nocciolo delle cose, copre con ondate di stimoli inutili le sole sollecitazioni che potrebbero aiutarci. «L'informazione ha molti nemici, e il più grande può essere l'informazione stessa: troppa informazione, informazione non certificata e infonnazione errata possono provocare e provocano molti danni», sosteneva lo studioso austriaco Heinz Zemanek, in un libro su «L'eclisse delle memorie», apparso quattro anni fa da Laterza. C'è solo un problema: come decidere qual è l'informazione inutile nel momento stesso in cui si produce? Non sarà forse necessario sapere che la signora Parisi sviene in diretta durante un'orrenda trasmissione televisiva. Ma è così superfluo cercar di capire perché è stato ucciso il piccolo Mauro ed è così fatuo registrare, dai risultati di un'indagine, che la metà dei nostri giovani detesta gli anziani? Sono le notizie che leggevamo proprio mentre il Papa si allacciava al balcone per l'Angelus, la preghiera dell'annuncio. Altri annunci, ahimè, nella nostra cronaca. Certo, ci sono le domande cruciali dell'esistenza, che Giovanni Paolo II ha ricordato, e chi fa dell'informazione non può dimenticare. Forse dovremmo avere più fiducia nei nostri lettori, che se le pongono come noi. Ma siamo certi che la vita del quotidiano, nel suo agitarsi mutevole, ondivago, in apparenza effimero, non ci porti proprio, per contraccolpo, a quelle domande? Giorgio Calcagno

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Heinz Zemanek, Parisi, Rumore, Wojtyla