la bufera ferma 600 card di Mimmo Candito

la bufera ferma 600 card In arrivo un nuovo esercito di profughi mentre Ocalan lancia la proposti la bufera ferma 600 card Si arena sulla costa turca una nave diretta in Italia ISTANBUL DAL NOSTRO INVIATO Emer è convinta che sia stato Allah a salvarla. E non ha salvato soltanto lei, ma ha salvato anche la sua bimba, che ora le sta attaccata a succhiare il poco latte, ha salvato suo marito Fatih che non parla, ha salvato tutti quegli altri - quanti? l'orse 300, forse 400 che ora se ne stanno in questo capannone, stesi per terra, con le loro povere cose strappate al mare e con la disperazione piantata negli occhi. Chissà se sia stato proprio il Signore di questi disgraziati, a tirarli fuori dalla morte, l'altra notte, tra le acque furiose del mar di Mannara; certamente, chiunque sia stato, ha avuto pietà di storie e di vite che stavano arrancando la loro ultima speranza. Ora che la «Sirin Bache» dondola a pochi metri da qui, piegata dal vento forte, cigolando e ansimando in tutte le sue vecchie paratie, è soltanto una carretta scassata, che puzza di piscio e di ruggine. Ma l'altra notte, quando si eia incagliata e sembrava che il vento la rovesciasse e i disperati che erano a bordo s'erano buttati in acqua, e s'era buttato anche chi non sapeva nuotare, e tutti gridavano e urlavano e piangevano e gridava e urlava e piangeva anche il mare, l'altra notte la «Siren Bache» ora apparsa come una immensa bara vuota, alla gente che veniva correndo da Biga e Lapseki per tentare di dar una mano a quei poveretti che stavano morendo. Ce n'erano 600 a bordo, 600 disgraziati che volevano arrivare fin in Italia per trovarvi, in qualche modo, un lasciapassare per l'Europa: la gran parte erano curdi della Turchia (217 ne ha contati finora la polizia), e poi c'erano curdi dell'Iraq, ciprioti, bengalesi, mauritani, anche una piccola pattuglia dal Surinam, c'erano uomini, donne, molti bimbi, anche alcuni vecchi con la barba bianca. Avevano pagato 5000 marchi a testa, e i bimbi la metà; chi li aveva ingaggiati s'è messo in tasca più di 2 miliardi di lire. Quel senzadio aveva offerto ai suoi passeggeri null'altro che una gelida stiva vuota e, in un angolo, due ripari di legno con un buco che finiva nel mare. Ad andarci ora dentro la stiva dove viaggiavano ammassati come bestie, la puzza di piscio e di merda ammorba ancora l'aria. La nave era partita, ufficialmente, mercoledì dal porto di Istanbul. Era vuota. Quando si è incagliata, a poche centinaia di metri da Canakkale, era la notte di sabato e la sua stiva e i suoi ponti sembravano un pollaio. Ci ha messo quattro giorni per arrivare fino a Dardanelli, che è un percorso che anche una vecchia carretta fa in meno di una giornata; il mistero di quei tre giorni sta tutto nella sua raccolta cauta, clandestina, lungo le coste del mar di Mannara, dei 600 clandestini da caricare a bordo. La nave dei disoerati non è finita all'infer- no soltanto perché la sua prua è entrata dentro la terra a pochi metri dalla costa, e tutti hanno aiutato tutti e la terra era davvero lì a poche bracciate dal ferrovecchio che il vento aveva inclinato paurosamente. Soffiava il «lodos», che è un vento che viene dal Sud e tira anche a 100 miglia l'ora; per la vecchia «Sirin Bache», che la tiene su soltanto il fil di ferro, il lodos dell'altra notte era troppo. Quando la nave si è incagliata e ha cominciato a piegarsi su una fiancata e sono cominciate le sce¬ ne di un impossibile «Titanic» dei poveri, il capitano e il suo gruppetto di marinai si sono tuffati subito in acqua e nessuno li ha più visti. Nel gabbiotto del timone, la carta di navigazione resta spalancata sul Mediterraneo occidentale, con l'indicazione della rotta e col compasso abbandonato in un angolo. La polizia turca assicura che il capitano s'è salvato, e anche i suoi uomini d'equipaggio, e anche quei 200 che mancano alla conta. I fermati sono finora 400, «non c'è nessun morto, chi non è stato ancora ritrovato si è certa¬ mente nascosto da qualche parte e lo stiamo cercando». La «Sirin Bache» è soltanto momentaneamente l'ultima carretta di un traffico che non ha fine. Qui a Istanbul ci sono quasi 2 milioni di profughi (curdi la maggior parte) che stanno aspettando il loro turno per imbarcarsi; sono diretti in Europa, 800 mila di loro sognano la Germania, 600 mila l'Inghilterra, molti l'Italia. E' il viaggio della disperazione, in compagnia di Allah misericordioso. Mimmo Candito

Persone citate: Biga, Ocalan, Siren