Sulla morte di Mauro spunta un'altra verità

Sulla morte di Mauro spunta un'altra verità Fresinone, forse una nuova svolta dai detective della difesa: si indaga su persone diverse da quelle in cella Sulla morte di Mauro spunta un'altra verità «Erik ha coperto i veri assassini del ragazzino: un gruppo di pedofili» FROSINONE DAL NOSTRO INVIATO E' arrivato il momento della confusione e dei veleni per l'inchiesta sulla morte del piccolo Mauro. I magistrati della procura di Cassino ieri mostravano un'estrema tranquillità: il centro investigazioni scientifiche dei carabinieri aveva fatto sapere di essere a buon punto nelle indagini di laboratorio. Dalle impronte digitali, dal sangue, da alcuni residui organici trovati sulla scena del delitto e che ora sono all'esame dei tecnici, nonché dal calco delle impronte e dei pneumatici sul terreno, sono attese le conferme al racconto di Erik. Qualche magistrato si sbilanciava: «I primi risultati stanno arrivando. Non chiedetemi di più». Erano tranquilli, dunque. Sbagliavano. A sera le agenzie Ansa e Agi diffondevano una voce: «Ci sarebbe una inchiesta parallela a quella della procura di Cassino». La pista, aggiungevano, sarebbe del tutto diversa da quella in cui insistono procura e carabinieri. E avrebbe un esito clamoroso: scagiona i ragazzi zingari e punta su uno o più pedofili. Ma chi conduce questa misteriosa seconda inchiesta? Non si sa. «Sia chiaro che noi non c'entriamo - dice il dirigente del commissariato di polizia a Cassino, il vicequestore Guglielmo Gagliardi - perché le indagini sono state affidate fin dal primo momento ai carabinieri e mai ci saremmo permessi di intrometterci». Ma forse il commissariato ha avuto qualche delega da parte della procura minorile di Roma? «Assolutamente no - insiste Gagliardi - e, ripeto, non ci saremmo mai permessi di indagare spontaneamente». C'è di sicuro in corso un'inchiesta della procura minorile. Ma il pm Floquet, rivela una fonte del tribunale minorile di Roma, si trova in perfetto accordo con le conclusioni dei colleghi di Cassino. Crede anche lui nel branco. E d'altra parte sarebbe strana una conclusione diversa se solo tre giorni fa, dopo gli interro¬ gatori, ha chiesto per il quattordicenne Claudio la custodia cautelare in carcere. Lo riteneva pericoloso. Chi conduce la famosa inchiesta parallela, insomma, altri non è che la difesa dei Bogdan. Sono gli avvocati che, utlizzando gli strumenti del codice, stanno cercando di trovare qualche testimone per discolpare i fratelli Denis e Fardi. Non a caso, due giorni fa, l'avvocato Antonio Fraioli ragionava a voce alta: «Credo all'innocenza dei miei assistiti, ma penso anche che l'omicidio sia avvenuto come Erik lo racconta. Non posso concludere altrimenti che c'è qualche persona nell'ombra. Il vero assassino». I legali dei Bogdan, insomma, in questo momento sono impegnatissimi nel provare la innocenza dei loro assistiti. Ieri mattina hanno portato a conoscenza della procura i nomi di due possibili testimoni che avrebbero notizie importanti su Daniel, 15 anni, il terzo zingaro coinvolto in questa storia. I due testi potrebbero giurare che Daniel 0 giorno del de- litto era a mille chilometri di distanza da Cassino. Ma a questo punto è guerra di testimoni. Anche la procura ha trovato nuovi testi su Daniel. Dicono, all'opposto, che la sua roulotte era in un paese vicino a Piedimonte nei giorni dell'omicidio. Per l'esattezza a Pontecorvo. Sarebbe stato facile per i tre zingari, ricostruisce l'accusa, ritrovarsi sul luogo dell'appuntamento. E poi ci sono i famosi esami di laboratorio. Si cercano le impronte di- gitali sulle buste di plastica trovate attorno al corpo di Mauro. «I carabinieri - spiega il pm Ersilia Spena - ci hanno comunicato di averne isolate alcune. Procederemo ora alla comparazione con le impronte degli indagati. Trattandosi di un esame ripetibile in tribunale, non c'è bisogno di procedere con avvocati e periti della difesa». Molto difficilmente, comunque, si troveranno le impronte del branco su quelle buste. Erik, il pentito, ha raccontato che gli assassini porta¬ vano i guanti e sono stati attenti a non lasciare tracce. Questo particolare, unito alla convinzione che gli assassini si siano portati dietro l'oggetto di ferro che poi è servito ad uccidere, ha convinto il gip e la procura per la premeditazione. Un omicidio atroce anche per la voglia di sopraffazione e di sfregio sul piccolo Mauro che li animava. Cercarono di violentarlo. Lo uccisero. Poi si appartarono e fecero pipì. Francesco Grfgnetti Ma i carabinieri e la procura avrebbero raccolto nuovi indizi che inchioderebbero il gruppo di amici Mauro lavarone. Sembra senza fine il giallo del bambino di undici anni ucciso tre settimane fa in un paese del Frusinate

Persone citate: Antonio Fraioli, Ersilia Spena, Fardi, Guglielmo Gagliardi, Piedimonte

Luoghi citati: Cassino, Frosinone, Pontecorvo, Roma