«Sono i nostri antagonisti»

«Sono i nostri antagonisti» «Sono i nostri antagonisti» «Sempre iperattivi e abbronzati e ci rubano anche il lavoro» LA notizia suscita, oltre alla doverosa e politicamente corretta indignazione, anche un innegabile stupore: è mai possibile che soltanto il cinquanta per cento dei giovani abbia in odio gli anziani? Degli anziani di oggi? Deve esserci, è evidente, uno sbaglio. Da qualche anno a questa parte, del resto, anche in materia di previsioni elettorali i sondaggi non sono più affidabili come un tempo. Alla pari degli anziani. I quali non rispondono ormai assolutamente più all'immagine che si vorrebbe avere di loro. Fino alla scorsa generazione, è noto, le nonne d'abitudine si limitavano a fare la maglia nel chiuso dei loro soggiorni ornati da pizzi e merletti, mentre i nonni non andavano al di là delle consuete sfide a briscola o sui campi da bocce. Si trattava insomma di anziani consapevoli della propria anzianità: che si comportavano di conseguenza. Ora ogni cosa è cambiata. Il mondo pullula di ultrasessantenni iperattivi, costantemente abbronzati, sempre in viaggio verso destinazioni molto spesso esotiche, da cui inviano ai nipoti rimasti a casa coloratissime cartoline sprizzanti vitalità; attempati ma nella maggior parte dei casi tutt'altro che senescenti, non si rassegnano ad andare in pensione, e nell'eventualità che vi siano costretti si trovano subito un nuovo lavoro, anche part-time, tanto per sentirsi utili e arrotondare l'importo mensile. Addirittura, di recente, si è scoperto che gli anziani fanno sesso una di quelle attività che una volta sembravano essere ad esclusivo appannaggio dei giovani -, infrangendo così un tabù ben più che millenario: mica come le presunte trasgressioni dettate dalla moda, tipo piercing e tatuaggi. E' dunque naturale che, spiazzati dall'imprevedibile concorrenza di questi nonni pronti a scattare in vista del 2000 verso nuove, esaltanti avventure, i giovani - non di rado disoccupati o sottopagati, quindi tendenzialmente depressi e privi dell'entusiasmo che invece contraddistingue tanti vecchietti - desiderino sbarazzarsi al più presto dei loro canuti antagonisti. In realtà, la percentuale di quelli che vorrebbero confinare tutti gli iscritti all'Università della Terza Età - e relativi coetanei - su un'isola deserta dev'essere senz'altro molto più alta, e sfiorare o persino sforare il novanta per cento. Ma forse gli interpellati dal sondaggio in questione hanno mentito. In fin dei conti è quasi Natale, bisogna pur fingere di essere buoni. Giuseppe Cuiicchia

Persone citate: Giuseppe Cuiicchia