«Un piano regolatore per le città insicure»

«Un piano regolatore per le città insicure» Il sessantotto per cento della popolazione italiana ha paura di uscire da sola la sera «Un piano regolatore per le città insicure» Folena: nuove strategie perfronteggiare la criminalità TORINO. Gli italiani hanno paura. Lo dice l'istat nella sua relazione sulla «vittimizzazione», cioè l'analisi del disagio sociale visto della parte delle vittime. Lo sostiene il Censis, nel suo documento sulla criminalità, secondo cui il nostro Paese è una nazione in trincea. Il 68 per cento della popolazione ha paura ad uscire da sola la sera. Il 45 per cento ha la porta di casa blindata e 580 mila persone hanno cambiato abitazione perché hanno subito un reato o perché vivevano in una zona «a rischio». L'analisi del Centro studi investimenti sociali non si sposta di molto dai risultati ottenuti dall'Istituto di statistica, anzi, ne è un approfondimento. «Ciò che ne viene fuori è la fotografìa di un Paese in allarme, esattamente come lo avevamo fotografato noi» dice da Bologna Marzio Barbagli, che ha elaborato il sondaggio sulla vittimizzazione. Dati confermati anche da altre ricerche svolte illustrate a Torino nel secondo giorno del convegno «Città sicure, carta programmatica dei socialisti europei». Quello che era nato come un momento di riflessione della sinistra italiana ed europea su un tema difficile quale la sicurezza è diventato terreno di confronto e di scambio di esperienze. Con una proposta, che arriva dal coordinatore della segreteria Ds, Pietro Folena: «La criminalità, specie quella organizzata, si muove facilmente attraverso gli Stati europei, grazie anche al trattato di Schengen. I magistrati, invece, restano confinati nel loro paese. Ed è per questo che penso potrebbe nascere la figura di un "gran procuratore": un giudice che può agire tra gli stati e ave: e una visione d'insieme delle varie problematiche». Un'idea che potrebbe far discutere. Anche perché l'Italia non è l'unico Paese malato di insicurezza. Lo sostiene Jan Van Dijk direttore della pianificazione e delle strategie di polizia presso il ministero della Giustizia olandese: «E' un problema comune a tutte le grandi realtà urbane. Le analisi tra la gente dimostrano, però, che il livello di paura varia da nazione a nazione. In Italia è superiore alla media europea». Il 34% dei nostri connazionali, secondo Van Dijk, teme scippi, rapine, vandalismi. Più di noi sono spaventati solamente tedeschi, portoghesi, irlanedesi e spagnoli. Van Dijk suggerisce anche una soluzione, mutuandola dagli Stati Uniti: «Investire in educazione». Una ricerca condotta negli States ha dimostratro che, investendo un milione di dollari in educazione di genitori di ragazzi a rischio (che magari sono già finiti in prigione) oppure in scuole, si ottengono risultati da tre a cinque volte superiori di quelli che si sarebbero raggiunti investendo la stessa cifra in repressione. Tutto questo però non basta: servono strategie e nuove idee. Lo crede anche Pietro Folena. Che dice: «Penso a una sorta di piano regolatore della sicurezza urbana, con i cittadini di ogni pezzo di città che raccontano alle forze di polizia e agli ammnistratori i loro problemi e insieme di costruiscono delle soluzioni». Ma si può fare anche dell'altro. Ad esempio ottenere maggiori risultati dalle forze di polizia che in Italia (sommando l'organico di carabinieri, finanza, polizia e vigili urbani) significa circa 600 mila uomini. «Il nostro spiega Folena - è un problema amministrativo causato da carriere prefissate e valutazioni di merito inadeguate. Con scelte coraggiose si potrebbe ottene di più». Uomini specializzati e motivati, quindi, darebbero risultati migliori. E cosa ne pensa Folena del modello Giuliani, il sindaco di New York, dal quale prendono spunto le proposte del sottosegretario all'Interno Giannicola Sinisi? Folena: «Non è un modello a cui ispirarsi. Molti mali del nostro Paese derivano dalla mancanza di coesione, terreno forte per insicurezza e paura». Lodovico Poletto «Dovrebbe nascere un superprocuratore per coordinare gli interventi fra i vari Stati» LE PAURE DEGLI ITALIANI (Fonte: Istal] Quando rientrano a casa controllano che non vi siano intrusi 19,4% Hanno cambiato casa per paura 587.000 La vorrebbero cambiare 1.300.000 Hanno paura a parcheggiare in garage o in posteggi coperti 20,4% Non si sentono sicuri se vanno a riprendere di sera l'auto posteggiata distante 20,1% Quando entrano in macchina controllano che non vi siano intrusi 12,2% Le città insicure: grido d'allarme che arriva da Torino