IL GIUBILEO NON SI VENDE IN BANCARELLA di Leonardo Zega

IL GIUBILEO NON SI VENDE IN BANCARELLA IL GIUBILEO NON SI VENDE IN BANCARELLA si il sulfureo scrittore cattolico denunciava già il rischio di trasformare l'Anno Santo in una «fiera cosmopolita», in una specie di «esposizione universale» della cattolicità e invitava tutti a conservargli il significato originario di «avvenimento religioso, cioè spirituale», di pellegrinaggio di «peccatori consapevoli». Parole di grande attualità ancor oggi, come si vede. Mi pare, oltre tutto, che sia questo il senso dell'ammonimento del Papa, pronunciato domenica 29 novembre in Piazza San Pietro: «Invito tutti ad intraprendere un pellegrinaggio interiore verso la Casa del Padre celeste, ricco di misericordia; un cammino di conversione nella carità, nella condivisione con i più poveri e nel dialogo con i fratelli». Qualche idea per questo «Giubileo essenziale», senza fasti e senza clamori, eppure così impegnativo? Questa per esempio: che il «pellegrinaggio» può essere «minimo» in termini di spazio e di tempo, anche se spiritualmente intensissimo. Tale è, a mio avviso, il Giubileo che si celebra nel santuario della coscienza, come «peccatori consapevoli» appunto; o il «pellegrinaggio» che conduce a frequentare 1 luoghi deputati della carità cristiana, riscoprendo magari il gusto e il profumo delle «opere di misericordia», tutte e quattordici, sette corporali e sette spirituali (chi vuole può rinfrescarsi la memoria riaprendo il catechismo della Prima Comunione), praticate con evangelica discrezione, da soli o in piccoli gruppi. Dentro c'è tutto: la fame di pane e d'amore, la sete di bontà e di giustizia, l'accoglienza dell'emarginato e del diverso, il perdono delle offese e il condono dei debiti, la carità verso chi è solo, nudo, senza lavoro e senza tetto. Le parole che contano fanno pensare, anche sognare talvolta. Cosi è successo a me, ascoltando i richiami ripetuti e preoccupati del Papa. Ho sognato una pausa di silenzio, una preparazione più raccolta, sì che siano i cuori a rinnovarsi nell'attesa, preludio a un miglioramento del mondo che ci circonda. Da questa grazia nessuno, credente o meno, dovrebbe sentirsi escluso; e nessuna polemica potrebbe intaccarne i benefici effetti. Solo un sogno? Forse; ma sognare non è peccato. Leonardo Zega