Di Pietro: vogliono fermarci
Di Pietro: vogliono fermarci Di Pietro: vogliono fermarci Nel semestre bianco no alle esternazioni » il senatore dell'ulivo SENATORE Antonio Di Pietro, ha letto le dichiarazioni dall'Australia del Presidente Scalfaro sul vostro referendum per l'abolizione della quota proporzionale? «Le ho viste, purtroppo le ho viste. E vuole che le dica una cosa? N<^^;fitf"5sor-:; prendono affatto. C'è sempre un periodo ben precìsa' nel' qua- " le, guarda un po', ogni Capo dello Stato tira fuori una strana passione... Sue- / cede a tutti, come un vizio, una mala abitudine». A che cosa si riferisce? «Alle esternazioni su questioni di politica interna durante le passeggiate all'estero. Sono cose che non dovrebbero accadere nel semestre bianco. Ma sa, alle passioni spesso non si comanda». Ma proprio secondo Scalfaro U semestre bianco potrebbe essere abolito, non sussistendo più oggi le motivazioni indicate dai padri dell'Assemblea Costituente. Lei non è d'accordo? «Io dico che c'è una norma della Costituzione che va rispettata fino a quando non si decide di abrogarla. E' elementare, no? Nei mesi che precedono l'elezione del Presidente della Repubblica servono serenità e tranquillità. Scalfaro, se ha qualcosa da dire, si serva del messaggio alle Camere e non si affidi alle esternazioni fatte su un aereo che lo sta portando in Australia. Ha visto che bufera ne è venuta fuori?». Questo è vero, ma dopo i primi lanci di agenzia che hanno fatto dire a Augusto Barbera, altro membro della presidenza del Comitato promotore del referendum, che le dichiarazioni di Scalfaro «sono cose dell'altro mondo», il Quirinale ha convocato i giornalisti per spiegare il pensiero autentico del Capo dello Stato, raffreddando così la polemica. Ora si sente più tranquillo anche lei? «No, assolutamente. Adesso si parlerà di giallo, ma le ripeto ancora una volta che tutto ciò che sta accadendo in questi giorni, compreso l'intervento di Scalfaro, io l'avevo previsto con abbondante anticipo. C'è attorno a noi un clima ostile, si cerca di condizionare il verdetto della Consulta, arrivano da più parti intimidazioni e avvertimenti che vanno tutti in un'unica direzione: questo referendum non s'ha da fare. Si vuole impedire agli italiani di esprimersi sulla riforma elettorale. E io mi batterò con tutte le mie forze per cercare di evitare questa ingiustizia. E, mi creda, la gente sta dalla mia parte, vuole il maggioritario pieno. I partiti lo sanno, hanno paura di scomparire e fino al 20 gennaio, giorno in cui la Corte Costi- tuzionale dovrà pronunciarsi, cercheranno disperatamente qualcuno che gli tolga le castagne dal fuoco. Questa, caro mio, è la pura verità». Ma Scalfaro ha precisato che non ha inteso fare alcun riferimento al vostro referendum, anche perché, se dovesse svolgersi, la consultazione avverrebbe dopo la scadenza del suo mandato... «Ehhh, eppure nella stessa conversazione con i giornalisti non ha escluso la disponibilità a una sua ricandidatura... Io voglio credere nella buona fede del Capo dello Stato, si sarà trattato davvero di un equivoco, ma avrei preferito il silenzio, anche; perché nei giorni scorsi, quando ha ricevuto il Comitato promotore, Scalfaro ha dimostrato grande attenzione e garantito che sulla questione sarebbe rimasto terzo. Sul referendum c'è una lotta mortale tra le forze politiche e quello che vede oggi è nulla rispetto a ciò che accadrà dopo la pronuncia della Consulta». Lei è fiducioso? «La fiducia non c'entra nulla. Io ritengo che, se la Corte si attiene, alla giurisprudenza, non potrà fare a meno di ammettere la nostra proposta referendaria. Ma non mi nascondo il rischio oggettivo di un condizionamento politico. Per i partiti la posta in palio è molto alta, come dimostrano anche le divisioni all'interno della maggioranza». Eppure il dialogo sulle riforme sembra essersi ri- messo in moto. «Io non ci credo, la spinta propulsiva nuova può venire soltanto dal nostro referendum, dalla volontà dei cittadini. Le riforme si sono incartate quando è fallita la Bicamerale. E il peccato originale sta nell'aver voluto affrontare in quella sede il nodo giustizia, invece di risolverlo attraverso le leggi ordinarie. Lì è saltato tutto». Dario Cresto-Dina a mettere a diese la propria o». architettura che referendum, e con quella maggioranza, non può essere te¬ ritenuto grave interferenza toccare temi che non potranno riferirsi che ad altre responsa¬ senso. Anche per eleggere un Capo dello Stato, non crede? Antonio Di Pietro A destra: Oscar Luigi Scalfaro all'incontro con i giornalisti ore vo Antonio Di etto le dichia'Australia del aro sul vostro r l'abolizione orzionale? roppo le ho vi dica una cosa? Di PNel s
Luoghi citati: Australia
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