«Parole importanti e legittime» di Ant. Ram.
«Parole importanti e legittime» «Parole importanti e legittime» Veltroni: riflettiamo sull'idea di Scalfaro ROMA. Mentre il capo dello Stato in volo per Melbourne apre la querelle sulle riforme, Walter Veltroni sta parlando al forum della Sinistra Giovanile, dice a un centinaio di silenti e attenti «figiciotti», come si chiamavano una volta, che «chi ha responsabilità politica deve andare a scuola di realtà ascoltando i problemi, le ansie della società». Ma appena il suo discorso termina, dopo aver dettato dalla platea delle generazioni nuove un decalogo per svecchiare tutto il partito, gli portano le agenzie, quelle nelle quali Scalfaro dichiara obsoleto il semestre bianco e, soprattutto, quella nella quale egli ricorda alle forze politiche che se la legge elettorale verrà modificata dal referendum, occorrerà comunque sciogliere le Camere, per l'evidente ragione che il Parlamento si troverebbe nella delicata condizione di essere stato eletto con tutt'altro sistema. Così, quando i giornalisti gli chiedono cosa ne pensi, il segretario diessino a tutta prima non si pronuncia, precisando però che «il capo dello Stato ha detto cose importanti e legittime, su cui i partiti devono riflettere prima di pronunciarsi». E così pure su un'eventuale rielezione di Scalfaro al Colle. Quanto al referendum, se sarà ammesso esso richiederà una nuova legge elettorale, e solo dopo si potrà andare a votare: «Anche quando nel 1993 si modificò la legge, gli italiani furono chiamati alle urne nel 1994. E in quel momento si passava dal sistema maggioritario a quello proporzionale». E a chi gli obiettava che le posizioni dei Popolari, espresse dal vicepresidente del Consiglio Sergio Mattarella in un'intervista all'Unità, sono assai distanti da quelle di Botteghe Oscure, il segretario dei Ds ha fatto notare che «i toni usati da Mattarella sono come sempre concilianti, trovare la via di un accordo non sarà difficile». Comunque, Veltroni si è detto favorevole «a ogni miglioramento dell'attuale legge elettorale, in direzione di un rafforzamento del maggioritario», senza polemizzare con Mattarella, cui si deve proprio la «correzione» proporzionale del sistema vigente. Ma al di là della presa di posizione, peraltro piuttosto sfumata, sul tema politico della giornata, le energie di Veltroni sono state ieri tutte volte alla definizione del nuovo partito. Un cambiamento per il quale il leader di Botteghe Oscure ha iniziato una visita pastorale in tutte le sedi vitali: ieri era il ventiseiesimo giorno di questo road show. E Veltroni è tornato sul tema del «ringiovanimento non anagrafico ma di testa» del partito, sulla necessità di aprirlo alla società. Ma, forse sapendo di trovare nelle giovani generazioni, in una platea tutta under 40, comprensione e apertura di credito, si è spinto anche oltre. Ha spiegato che «avere un'idea di società è un valore politico», che le moderne società sono multirazziali, che il razzismo che sta sotto la pelle della società italiana come un malessere e un'inquietudine, non può essere lasciato cavalcare dalle destre. Senza citare né Popper né Marcuse, ha premuto perché «la società italiana sia una società aperta», e ha lanciato una critica alla tolleranza. «E' una parola che va cancellata, perché presuppone che vi sia una maggioranza che tollera una minoranza, mentre invece le moderne società realizzano la mescolanza», ha detto. Infine, ha dettato un decalogo perché il «partito-gover¬ no» diventi un «partito-società»: l'antirazzismo, la lotta aiia criminalità, le battaglie per i diritti civili in tutto il mondo, la cura dell'ambiente e del territorio, occuparsi della sicurezza dei cittadini, la riforma della leva e quella della scuola, i nuovi lavori, la liberalizzazione delle professioni, la cultura. Un'agenda politica nuova, per un nuovo partito, che sia però capace di mobilitare, come l'antico, le piazze. Il primo appuntamento è ad aprile, per una manifestazione nazionale contro il razzismo. [ant. ram.]
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