Duisenberg bacchetta la Banca d'Italia di Stefano Lepri

Duisenberg bacchetta la Banca d'Italia Fazio in dissenso sulla politica monetaria collettiva della Bce. Avrebbe preferito attendere ancora Duisenberg bacchetta la Banca d'Italia 77 tus al3,5%? «Non mi è piaciuto» ROMA. Non erano chiacchiere, non erano supposizioni: Antonio Fazio si è messo davvero in contrasto con gli altri banchieri centrali dell'Euro. Il presidente della Banca centrale europea, Wim Duisenberg, ha dichiarato al Financial Times che «non gli è particolarmente piaciuta» la decisione della Banca d'Italia di abbassare il tasso di sconto solo al 3,5 per cento, non al 3 come tutti gli altri Paesi che costituiranno tra quattro settimane l'unione monetaria. E' l'ultima di una serie di punzecchiature che vanno avanti da 5-6 mesi; ovvero da quando a Francoforte (alla Bundesbank, prima che alla Bce) è maturato il giudizio che la convergenza dei tassi italiani potesse essere più rapida. No comment, per ora, da parte della Banca d'Italia. Il governatore interverrà stamani a un convegno di giuristi cattolici, dove presumibilmente non toccherà l'argomento. Sul perche di quel 3,5 per cento invece che 3 capita intanto di ascoltare spiegazioni disparate, alcune molto tecniche altre meno: fa poca differenza: c'è ancora qualche residuo timore per la lira; i nostri strumenti di regolazione del mercato monetario sono molto diversi da quelli degli altri Paesi; la crescita della moneta non è ancora completamente in linea. Eppure all'estero sono rimasti in pochi a raffigurarsi l'Italia come il vagone di coda del convoglio Euro, sempre a rischio di staccarsi. Maggiore forza avevano le ragioni dei mesi passati, come il livello troppo alto della Borsa italiana, l'eccesso di liquidità, l'intenzione di Bertinotti di uscire dalla maggioranza. No, forse si tratta d'altro; tanto più che due settimane fa, in una intervista ben meditata, il governatore Fazio aveva sdrammatizzato il problema della convergenza dei tassi. Approfondendo, è possibile intuire una diversa spiegazione. Non si tratta di una questione italiana. Davvero l'Euro è, come ha detto Tommaso Padoa-Schioppa della Bce, cominciato di fatto ieri l'altro alle 14; e quello segnalato ieri dalla Banca d'Italia pare un dissenso sulla politica monetaria collettiva. E' possibile che Fazio abbia voluto segnalare di non essere d'accordo in questo momento con una decisione di ribasso dal 3,3 per cento al 3 del livello di convergenza. Dal 1" gennaio non esisteranno più comportamenti diversi tra le 11 banche centrali, e gli eventuali dissensi tra i 17 membri del consiglio Bce scompariranno dietro una cortina di segreto che alla cultura anglosassone pare eccessiva; ma nella fase di passaggio, uno spiraglio si è aperto. Il ribasso di giovedì è stato giustificato con un peggioramento nelle attese di crescita economica dell'Eurolandia. Su questo la Banca d'Italia non solo è d'accordo, e legittimamente orgogliosa di averlo capito (con il suo Servizio studi, che è numeroso e agguerrito) assai prima degli altri. Si può casomai sorridere della troppo brusca virata di Duisenberg dall'ottimismo al pessimismo, ma non è qui il dissenso. Dov'è allora? Forse sull'utilità di un taglio in una fase in cui la liquidità non manca, e a così breve distanza dalle pressioni politiche di alcuni potenti governi europei. Dentro la Bundesbank ci sono senz'altro alcuni «falchi», rimasti in minoranza, che la pensano così. Ma le principali voci della banca centrale tedesca avevano cominciato da qualche settimana a preparare cautamente il terreno per un ribasso; in modo che si potesse affermare poi in pubblico, come ha fatto Duisenberg nell'intervista, che a calare i tassi i banchieri centrali stavano già pensando ma «le pressioni politiche ci hanno reso alquanto più difficile agire». Nel frattempo, il ministro delle Finanze tedesco Oskar Lafontaine ritrattava pressoché tutto quanto aveva irritato Bundesbank e Bce. Di sicuro la scelta di Fazio non crea problemi all'interno dell'Italia. Ieri il presidente del consiglio Massimo D'Alema, tornando sull'argomento, ha detto di essere «rispettoso della prudenza» della Banca d'Italia. Per l'economia italiana il costo del denaro sta calando tanto che mezzo punto per due o tre settimane fa poca differenza: «il 3 per cento è ormai una realtà» osserva il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. I mercati si adeguano subito: nel pronti-contro-termine di ieri, il tasso medio è caduto al 3,58 per cento, pochi centesimi sopra il nuovo tasso di sconto; le banche italiane, di solito tardive, sono state questa volta rapide nel ribassare i tassi d'interesse applicati alla clientela. Stefano Lepri *** ★ ★ LA CORSA DEL MIBTEL L'INDICE TELEMATICO NELLA GIORNATA DI IERI 21.769 21.752 +0,08% CHIUSURA GIOVEDÌ' 10,05 10,35 12,00 13,00 14,00 14,45 CHIUSURA

Persone citate: Antonio Fazio, Bertinotti, Carlo Azeglio Ciampi, D'alema, Duisenberg, Oskar Lafontaine, Tommaso Padoa-schioppa, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Francoforte, Italia, Roma